Caterina da Bologna
Caterina da Bologna, o Caterina de' Vigri[1] (Bologna, 8 settembre 1413 – Bologna, 9 marzo 1463), è stata una religiosa italiana, fondatrice e prima badessa del monastero delle clarisse del Corpus Domini di Bologna. È stata canonizzata da papa Clemente XI il 22 maggio 1712. BiografiaNasce da Benvenuta Mammolini e da Giovanni de' Vigri, patrizio ferrarese, dottore in legge e pubblico lettore a Padova, al servizio del marchese Niccolò III d'Este, signore di Ferrara. Fin da piccola viene educata a Bologna dalla madre e da parenti, per via delle molte assenze del padre, il quale però vuole che impari anche il latino. Nel 1424, all'età di 11 anni, Caterina entra alla corte estense come damigella di compagnia di Margherita d'Este, figlia naturale di Niccolò III. Riceve l'educazione propria del tempo: studia musica, pittura, danza, impara a poetare e diventa esperta nell'arte della miniatura e della copiatura. Nel 1427 lascia la corte estense e si unisce a un gruppo di giovani di famiglie gentilizie che facevano vita in comune, intenzionate inizialmente a seguire la spiritualità agostiniana. Tra il 1429 e il 1430 la responsabile del gruppo, Lucia Mascheroni, decide di fondare un monastero agostiniano. Caterina, invece, con altre, sceglie di legarsi alla regola di santa Chiara d’Assisi. Nel 1432 professa con le compagne la regola di santa Chiara, approvata da papa Innocenzo IV, e dà inizio alla vita claustrale francescana nel monastero del Corpus Domini. La comunità abita nei pressi della chiesa di Santo Spirito annessa al convento dei Frati Minori che hanno aderito al movimento dell'Osservanza. Caterina e le compagne possono così partecipare regolarmente alle celebrazioni liturgiche e ricevere un’adeguata assistenza spirituale. Hanno pure la gioia di ascoltare la predicazione di san Bernardino da Siena. Venerata già in vita dal popolo per le sue virtù carismatiche, nel 1456, dopo insistente invito della cittadinanza e delle autorità civili e religiose, Caterina giunge a Bologna per fondarvi il monastero del Corpus Domini, mantenendo la denominazione del chiostro ferrarese, che derivava dal miracolo eucaristico avvenuto nella vicina Chiesa di Santa Maria in Vado. Sarà badessa del convento per i successivi sette anni, cioè fino alla morte, avvenuta il 9 marzo 1463. Caterina fa parte di una serie di clarisse legate all'Osservanza francescana, caratterizzate dall'aver fatto sintesi tra santità e amore per la cultura, tra le quali spiccano Cecilia Copoli da Perugia, Eustochia Calafato da Messina, Battista Camilla da Varano da Camerino e la beata Illuminata Bembo, biografa della santa bolognese. Il corpo incorrottoFu seppellita nella nuda terra, ma dopo diciotto giorni fu dissotterrata, intatta e profumata. Dopo varie peripezie il suo corpo trovò una collocazione soddisfacente che ancor oggi conserva: si trova nel monastero delle Clarisse di Bologna, senza alcuna maschera, seduta, visibile a tutti. In alto, sopra la sedia, si legge la scritta: "Et gloria eius in te videbitur" ("In te [Caterina] si vedrà la Sua gloria [di Dio]"), frase udita da Caterina in una visione un anno prima della morte, citazione del versetto Is 60,2b. Fu beatificata nel 1524 da Papa Clemente VII e canonizzata da Papa Clemente XI il 22 maggio 1712, solennità della SS. Trinità. La beata Illuminata Bembo, subentrata a santa Caterina come badessa, descrisse in qualità di testimone oculare gli avvenimenti che fecero seguito al trapasso della futura santa[2], come il dolce profumo che emanava dal corpo, che trasudava inoltre un liquido aromatico trasparente, fenomeno che dura ancora oggi imbevendo le vesti, tanto che le monache devono cambiarla periodicamente. Per più di settant'anni le unghie e i capelli crebbero e furono regolarmente tagliati.[3] Ogni anno, dall'8 marzo, vigilia della sua festa, fino al 16 marzo, nel santuario del Corpus Domini di Bologna si celebra un Ottavario in onore di santa Caterina, compatrona della città insieme a san Petronio. Tale è la sua fama che a Bologna è chiamata semplicemente "la Santa". OpereGli scritti
I dipintiOltre a miniare codici e le sue stesse opere, Caterina de' Vigri dipinse vari quadri di soggetto religioso, una volta le erano attribuite opere che sono custodite nel Santuario del monastero del Corpus Domini. Uno di questi, che ritrae Sant'Orsola con le sue compagne, e santa Caterina stessa inginocchiata davanti a loro, si trova alla Pinacoteca nazionale di Venezia, oggi dato a Scuola di Giovanni Bellini. In pratica l'unica opera sicura di Caterina Vigri pittrice sono le miniature del breviario. La violettaNello stesso convento del Corpus Domini è ottimamente conservata la violetta che, secondo la tradizione, veniva suonata dalla santa. Si tratta di un piccolo strumento ad arco, di fattura piuttosto inconsueta, data la presenza di due tavole armoniche, una più larga in acero, dove attualmente è situato il ponticello, e una più stretta e distale, in abete (dove più verosimilmente il ponte era collocato). Le particolarità di questo strumento hanno suscitato varie discussioni tra gli esperti del settore circa la sua autenticità (è dipinta tuttavia quasi identica in una pala di Federico Zuccari del 1608) e circa la sua forma particolare. FontiOpuscoletti editi dal Monastero di clausura del Corpus Domini:
Note
Bibliografia
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