Castello di Rocca Priora
Il castello di Rocca Priora è un complesso che sorge sulla sinistra della foce del fiume Esino, nel comune di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, nelle Marche. Eretto a partire dal XII secolo, venne trasformato in dimora signorile del XVIII secolo. Storia e descrizione![]() Su questo luogo, sulla riva sinistra del fiume Esino, e all’incrocio della Strada Clementina con la variante della Via Flaminia, sembra sorgesse già un'antica torre di vedetta che sorvegliava la costa[1]. Il 26 dicembre 1194 nacque a Jesi l'imperatore Federico II di Svevia. Questo fatto diede forte impulso alla città per la partenza della conquista del suo Contado tanto che lo stesso anno[1][2] gli jesini eressero la cosiddetta Rocca di Fiumesino atta a marcare il territorio e a proteggerlo dalle minacce espansionistiche degli Anconetani. Tale area divenne presto teatro delle drammatiche lotte di confine tra Jesi e Ancona. Infatti se per la prima costituiva un controllo sul fiume, allora navigabile, e uno sbocco al mare; per la seconda era un baluardo indispensabile per la salvaguardia del confine settentrionale. Le contese durarono per secoli[1], ma intorno al 1356, la disputa si risolse a favore dei Dorici e la Rocca entrò a far parte dei castelli di Ancona e inserita nel sistema difensivo dello “scacchiere fortificato” insieme al castello del Cassero, quello di Offagna e alla torre di Monte D’Ago, i quali comunicavano tra di loro attraverso un ordinato sistema di collegamento ottico[1]. Nel 1382 Luigi I d'Angiò, durante la sua lotta di conquista dell'Italia, cercava di sconfiggere la città dorica. A questo scopo, con le sue truppe e con Pietro Conte di Ginevra, fratello dell’antipapa Clemente VII, prese possesso della rocca. Il forte subì gravi danni e fu ricostruito solo alcuni anni dopo per volere del Consiglio degli Anziani di Ancona, che nominarono castellano Balligano di Filippuzio. Tuttavia, anche se affievolite, le dispute tra Ancona e Jesi non terminavano. L’intervento di Papa Leone X, nel 1516, assegnò definitivamente la Rocca al comune di Ancona[3]. Nel Seicento la Rocca era una parte importante della difesa di Ancona, sede di una guarnigione militare con compiti di vigilanza contro gli attacchi di Venezia e dei pirati turchi[3]. Nel 1755 il Comune di Ancona, per dare uno slancio all'economia locale, cedette in affitto, con un'asta pubblica, la Rocca e le terre di Fiumesino a Francesco Trionfi (1706-1772), ricco mercante di Ancona. Quest'ultimo fece forti investimenti in bonifiche, piantagioni, bestiame ma anche sui fabbricati. Alla stessa Rocca, che prende allora il nome di Rocca Priora[3], venne apportato un notevole arricchimento architettonico: fu realizzata una chiesetta dedicata alla Natività della Vergine Maria, modificato l’ingresso principale con decori in pietra ispirato ai portali vanvitelliani del Lazzaretto di Ancona; e ristrutturati gli interni destinandoli ad uso abitativo. L'antica fortezza medievale diviene ora una villa padronale al centro di una vasta tenuta agricola. ![]() Nel 1757 Francesco Trionfi, precedentemente patrizio di Ancona, riceve dal papa Benedetto XIV il titolo di marchese di Rocca Priora[3], trasmissibile agli eredi in linea maschile. Alla morte di Trionfi, il patrimonio familiare era molto elevato[3], ma la mal gestione da parte dei figli Luigi e Bonizio sperpera tutto il capitale, tanto che l'intera proprietà venne acquisita nel 1826 dalla Camera apostolica a causa dell'impossibilità, per Bonizio Trionfi, di pagare i canoni e le tasse arretrate richieste dal Governo Pontificio. La tenuta passò poi al marchese Brancadoro e dopo la sua morte nel 1846, ai suoi nipoti. In seguito divennero proprietari prima i marchesi Antici, poi i Cenci Bolognetti (principi di Vicovaro). Nel 1927 tenuta e castello (ormai diroccato) furono acquistati da Alfredo Baldoni, originario di San Ginesio, che rappresenta il capostipite della “dinastia” degli attuali proprietari. Descrizione![]() Pur essendo stata molto modificata nei secoli, soprattutto nel XVIII secolo quando da fortilizio divenne dimora padronale, il complesso presenta ancora le strutture medievali. La pianta è di forma ellittica, delimitata da alte mura con tre torri allineate e circondata da un fossato. Una quarta torretta venne aggiunta sull'ingresso nel XVIII secolo quando questo venne rimaneggiato. Sono ancora visibili le tre torri allineate del possente lato di nord-est. Le merlature ghibelline, che una volta coronavano tutte le mura e le torri, oggi restano visibili solo nel lato occidentale, quello d'entrata. Le altre andarono perdute in seguito ai riadattamenti abitativi, che prevedevano l’innalzamento di alcuni piani e la realizzazione di tetti. CuriositàPersonaggi illustri vi furono ospitati: il re di Napoli Gioacchino Murat e Pasquale Andreoli. Murat vi soggiornò il 29 aprile del 1815[3], alcuni giorni prima della Battaglia di Tolentino, da molti ritenuto la prima battaglia del Risorgimento Italiano. Andreoli, vi nacque il 22 novembre 1771[3][4] e divenne celebre per le sue imprese aeree. Fu infatti uno dei primi aeronauti della storia. Tra le sue imprese fu memorabile quella del 22 agosto del 1808 a Padova quando insieme allo scienziato Carlo Brioschi, compiva con il suo pallone aerostatico il primo volo in Italia a scopo esclusivamente scientifico e raggiunse la quota di quasi 8.300 metri che rimase il record di altitudine per palloni ad aria calda fino ad una trentina di anni fa. Note
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