Casa di Cristoforo Colombo (Cogoleto)
La casa di Cristoforo Colombo in Cogoleto è un edificio indicato come luogo di nascita di Cristoforo Colombo dagli storici che ritengono che il Grande Navigatore sia nato a Cogoleto[1][2][3][4][5][6][7][8][9][10][11][12]. Descrizione e storia dell'edificioDa una copia del 1586 del testamento di Domenico Colombo, padre di Cristoforo, risulta che la casa della famiglia fosse ubicata nell'allora "contrada del Caroggio"; il testamento ufficiale risalirebbe al 1449, ma il documento andò successivamente perso. Detta contrada venne più volte rinominata nel corso del tempo: dapprima in contrada della Giuggiola, successivamente in via Cristoforo Colombo in onore del navigante ed infine nell'attuale via Rati. Da sempre è stata indicata senza esitazioni, senza ricerche topografiche o ricostruzioni varie, presso la fortificazione che sino al XIX secolo proteggeva la cittadina. La conformazione perimetrale dei muri, delle volte e dalle aperture presenta ancora oggi le caratteristiche di un'antica costruzione. Alla sinistra dell'edificio era un tempo presente un vico, ribattezzato con il nome di Cristoforo Colombo, visibile nelle illustrazioni d'epoca, ora chiuso e mimetizzato con le altre case. L'edificio fu abitato dalle famiglie Colombo che, stando ai documenti di Cogoleto, discendevano dal grande navigatore. Esse erano dedite in particolar modo alla navigazione sin dalla prima metà del Quattrocento. Uno dei discendenti, il sacerdote Antonio Colombo, orgoglioso dei suoi avi, nel 1650 fece riparare e restaurare la casa e compose un'epigrafe poetica che fu dipinta sulla facciata: «Con generoso ardir dall'Arca all'onde Inoltre fece dipingere, in alto sopra l'epigrafe, un'effigie di Cristoforo Colombo ricavata da una tela che si conserva ancora oggi nel palazzo comunale. La paternità dell'opera originale è stata attribuita da Achille Neri e dalla Soprintendenza alle Opere d'Arte della Liguria (in seguito al restauro del 1956 da essa curato) al pittore del XVII secolo Giovanni Battista Croce, allievo poco conosciuto di Giovanni Andrea Ferrari, ma ammettono che potrebbe essere più antico, della fine del Cinquecento. Su richiesta dal sindaco di Cogoleto, la Soprintendenza rilasciò infatti le seguenti note sul ritratto: «Notizie sul dipinto sono nello studio di Achille Neri Ritratti di Colombo nella raccolta di documenti e studi colombiani edita a Roma dal Ministero dell'Istruzione nel 1894 (parte II, vol. 3º, p.259 segg., tav.VI). Il Neri attribuisce il ritratto di Cogoleto al genovese Giovanni Battista Croce, poco conosciuto allievo di Giovanni Andrea Ferrari (sec. XVII), ma il dipinto si direbbe più antico, della fine del secolo XVI: non è possibile indicare il nome preciso dell'autore, come del resto avviene per quasi tutti i ritratti di Colombo conosciuti.» Della Cella, nella descrizione del Mandamento di Varazze del 1820, a proposito di Cogoleto, ricorda che l'antico quadro che ritrae il "Grande navigatore" trova sistemazione presso la sala del Consiglio Comunale, ma che esso era già conservato da epoca imprecisata nella casa parrocchiale. Mentre venivano effettuati i lavori di restauro, il 17 aprile 1654 Antonio Colombo compilò un albero genealogico della sua famiglia ricavando le informazioni dai documenti degli avi e lo depositò presso le autorità del luogo. Un insigne latinista dell'Ottocento, Faustino Gagliuffi aggiunse alla facciata un'altra celebre epigrafe: (LA)
«Hospes siste gradum: fuit HIClux prima Columbi (IT)
«Qui, o, passeggier nacque Colombo, ahi Tetto! La casa successivamente fu innalzata di un piano. Infatti, inizialmente si presentava come un'abitazione di soli due piani rialzati al terraneo della strada, come la maggior parte degli edifici presenti nel nucleo abitativo del paese. Oltre il piano di lavoro erano presenti due piani sovrapposti con tre locali ciascuno. L'edificio fu restaurato nel 1872 a cura della municipalità locale per i troppi segni d'asportazione nei muri a causa dei viaggiatori che volevano portare a casa una testimonianza dell'edificio visitato. In seguito, poiché le iscrizioni e l'effigie di Colombo risultavano stinte, su iniziativa dell'amministrazione comunale e con il generoso contributo dei cogoletesi emigrati nelle Americhe ebbe un ulteriore restauro nel 1952. In questa abitazione furono redatti due atti di notevole importanza nella questione colombiana:
Uno stemma riscopertoUno stemma della famiglia Colombo, diverso da quello abitualmente conosciuto, fu pubblicato dal quotidiano La Stampa di Torino il 9 ottobre 1929 e riportato dal Codice delle Famiglie di Genova e loro origini[13] con il seguente commento: «Colombi - Por reyno Castilla y por reyno Leonno. Mundo nuevo halio Colon - Tranno origine da Cogoreto, Quinto e Savona e vivono in Spagna li descendenti del Cristofaro, quali sono Prencipi e Signori di qualità - 1387. Domenico quondam Joanne de Quinto et filii qui sunt Christofaro, Bartolomeo, Giacomo: come in Atti di Gio. Gallo de Savona - 1492. Christofaro di Cogoreto fu valoroso in mare e trovò Terre nuove domandate le Indie per il Re di Spagna.» Le visiteLa casa fu luogo di visita da parte di molti personaggi di rilievo internazionale. In particolare vennero per visitare la casa del navigatore personaggi illustri quali Horace-Bénédict de Saussure nel 1794, Alexandre Dumas nel 1841, Henry Halford nel 1869, Federico III di Germania quando era ancora principe (prima di diventare Imperatore tedesco), Józef Ignacy Kraszewski e molti viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Alfred Tennyson ricorda il suo soggiorno a Cogoleto in una sua opera evocando Cristoforo Colombo: (EN)
«How young Columbus seem'd to rove, (IT)
«Mi pareva di vedere il giovane Colombo, Maria Konopnicka, venuta in Italia in occasione delle celebrazioni colombiane del 1892 nella visita a Cogoleto descrisse in questo modo suggestivo la casa natale di Colombo: «Una piccola finestra aperta sullo spazio azzurro, L'11 ottobre 1847 una rappresentanza della Marina Militare nordamericana comandata dal commodoro Reed celebrò l'anniversario della scoperta a Cogoleto; dopo aver gettato le ancore e aver fatto sparare le salve d'artiglieria in onore di Cristoforo Colombo e del suo luogo natale visitò la casa, ed espresse il desiderio di portare in America con sé la porta dell'abitazione per ricordare la giornata[14]. Il 16 ottobre dello stesso anno, lo streamer statunitense Princeton, comandato dal capitano Engle e con a bordo il console statunitense Edward Lester, approdò nella baia a visitare la casa natale di Colombo. Vennero sparati dallo streamer nove colpi di cannone a salve durante l'approdo e la partenza della nave. Al termine, la visita si concluse a Genova con brindisi di evviva all'Augusto Re Carlo Alberto, e a Santità Pio IX, all'Italia, a Cristoforo Colombo ed a Vincenzo Gioberti.[15]. Dopo che gli Accademici, al termine di una lunga disputa, affermarono che solamente Cogoleto poteva avere l'onore di vantarsi di aver dato i natali a Cristoforo Colombo i Principi di Casa Savoia Umberto e Amedeo furono inviati dai sovrani d'Italia il 2 settembre 1857 a rendere omaggio alla storica dimora. Al giorno d'oggi la casa non è visitabile al suo interno ma è solamente visibile dall'esterno. Note
Bibliografia
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