Burnetiamorpha
I burnetiamorfi (Burnetiamorpha) sono un gruppo di terapsidi estinti, appartenenti ai biarmosuchi. Vissero tra il Permiano medio e il Permiano superiore (circa 265 - 252 milioni di anni fa) e i loro resti fossili sono stati ritrovati in Africa e in Russia. DescrizioneQuesti animali dovevano essere piuttosto simili agli altri terapsidi arcaici come Biarmosuchus e Ictidorhinus, ma se ne differenziavano per alcune bizzarre caratteristiche craniche: tutti i burnetiamorfi, infatti, erano dotati di strane strutture ossee simili a corna, arrotondate e smussate. Erano presenti due "corna" sopraorbitali, due sulla superficie ventrale dell'osso squamoso lateralmente al livello dell'osso quadrato e due sul margine inferiore dell'arcata zigomatica al livello della barra postorbitale. Era inoltre presente una "carena" mediana frontale, che variava di forma e dimensione a seconda delle specie. La superficie laterale dell'osso lacrimale era inoltre dotata di una fossa. È interessante notare che spesso le superfici delle "corna" erano particolarmente rugose, a suggerire la presenza di un tessuto cheratinoso di copertura. Solitamente i burnetiamorfi erano lunghi circa un metro - un metro e venti, ma alcune forme (come Pachydectes) dovevano raggiungere anche i due metri di lunghezza. Le forme più arcaiche possedevano "corna" molto ridotte (ad esempio Lemurosaurus), mentre le forme più derivate (ad esempio Burnetia e Bullacephalus) erano dotate di appendici craniche molto più complesse e spesso dotate di pachiostosi. ClassificazioneIl nome Burnetiamorpha venne usato per la prima volta da Robert Broom nel 1923 per accogliere un enigmatico terapside del Permiano superiore sudafricano, Burnetia, dalle caratteristiche intermedie tra quelle dei dinocefali e quelle dei gorgonopsi, ma non ascrivibile a nessuno dei due gruppi. La successiva descrizione del genere Proburnetia del Permiano della Russia nel 1968 permise a Tatarinov di comprendere le affinità con altre forme del Permiano russo, come Biarmosuchus, considerato uno dei terapsidi più arcaici. Si dovette aspettare poi l'avvento del nuovo millennio per nuove scoperte riguardanti a questo enigmatico gruppo, con numerosi fossili provenienti dal Sudafrica (ad esempio Bullacephalus, Lobalopex, Lophorhinus e Paraburnetia). Sono stati scoperti fossili anche in Malawi (Lende) e in Zambia (Mobaceras, Isengops). Per quanto riguarda la classificazione interna al gruppo, sembra che tra i membri più arcaici vi fosse Lemurosaurus, e poi un clade costituito da alcune forme (Lobalopex, Lophorhinus, Isengops) ancestrali alla famiglia Burnetiidae, comprendente i burnetiamorfi più derivati. All'interno della famiglia, alcuni studi indicano che vi erano due sottofamiglie (Burnetiinae e Proburnetiinae) distinte sulla base delle caratteristiche delle "corna" (Kammerer, 2016). Secondo un altro studio (Day et al., 2016), i due generi Bullacephalus e Pachydectes, del Permiano medio, non sarebbero ascrivibili ai burnetiidi a causa di alcune caratteristiche primitive del palato, della grande taglia e di un'ornamentazione cranica peculiare. Di seguito è riportata una filogenesi dei Burnetiamorpha e dei Biarmosuchia, tratto dallo studio di Day e colleghi del 2018:
PaleoecologiaI burnetiamorfi dovevano essere piccoli predatori, data la morfologia della dentatura. Le bizzarre appendici craniche, a causa della loro struttura, non dovevano essere utilizzate come armi; piuttosto, è probabile che avessero qualche funzione di display intraspecifico. Bibliografia
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