Buccia di banana (film)Buccia di banana (Peau de banane) è un film del 1963 diretto da Marcel Ophüls. TramaProduzioneLe riprese furono realizzate tra febbraio e la fine di aprile 1963.[1] Gli interni furono girati negli stabilimenti cinematografici La Victorine di Nizza[2] e in quelli di Boulogne-Billancourt. Tra le riprese esterne figurano Parigi, Nizza, Cannes, Èze[3], Le Grau-du-Roi e in Camarga.[2] Colonna sonora
DistribuzioneIl film fu distribuito in Italia a partire dal 25 settembre 1963 e in Francia dal 16 ottobre dello stesso anno. AccoglienzaIn Francia il film fu visto da 1.909.913 spettatori paganti.[5] Critica«[...] è il primo lungometraggio del giovane Marcel Ophuls, il figlio di Max, regista de «La ronde», e conferma, sia pur su un piano di piacevolezza commerciale, che buon sangue non mente. Imbrogli e simpatiche canaglie se ne son viste tante sullo schermo, che difficilmente un regista, molto più se esordiente, potrebbe dirci qualcosa di sostanzialmente nuovo. Resta ch'egli sappia insaporire la salsa, e dare alla vecchia materia lo stacco ironico d'un divertimento. [...] Le due truffe, l'una per così dire «chimica», l'altra «ippica», costituiscono il nerbo del film; e filano esilaranti sebbene a spese della verosimiglianza. Ma il caratterino della Kathy-Moreau ne resta la nota più felice, rinforzata dal pedale dell'ottimo Belmondo. Coi quali non sfigurano Claude Brasseur, J. P. Marielle, Alain Cuny e gli altri.» «[...] Buccia di banana è un film di quelli che si usa definire brillanti quasi a sottintendere che sotto il luccichio esteriore non è indispensabile che ci sia una sostanza, o ne basta poca. [...] questi due svagati attori [Belmondo e Moreau] riescono a divertire lo spettatore da un capo all'altro di un film che non ha altri meriti se non un'abile sceneggiatura e una scorrevole regìa. Con i suoi svolazzi alla «nouvelle vague», il giovane Ophuls conferma di possedere un buon mestiere, ma nient'altro: alla sua età, si potrebbe avere anche un po' più di coraggio.» «[...] Il film è diretto sveltamente, ma la trama, non nuova, è appesantita dalla notevole improbabilità delle situazioni particolari, oltreché da un insistente chiacchiericcio, sotto il quale si dissolvono anche i pochi fatti. Jeanne Moreau è carina ed elegante, ma i panni di ladra in guanti gialli non le si adattano troppo. Jean-Paul Belmondo recita senza impegno. Tra gli altri — Alain Cuny, Jean-Pierre Marielle, Gert Frobe — il migliore è Claude Brasseur: ma a metà della vicenda, chissà perché, dilegua. Forse gli era scaduto il contratto.» «[...] Si tratta, ad ogni modo, di trovate piene di complicazioni amene, giocate sul filo della recitazione brillante e dello stile, un gioco, ripetiamo, che il regista non dimostra di conoscere molto bene. La Moreau e il Belmondo, comunque sia, sono due attori che sanno bene il mestiere.» Note
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