Manifesta interesse per la pittura fin da giovanissimo; i soggetti che più ama dipingere sono paesaggi umbri e luoghi di campagna a lui familiari. Con altri artisti spoletini forma un gruppo inizialmente denominato "Il Ponte"; ne fanno parte Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Piero Raspi, Ugo Rambaldi e Giuseppe De Gregorio. Espongono alla Mostra Nazionale d'Arte figurativa presso la camera di commercio di Terni nel 1949 e a Spoleto nel 1951. Insieme fondano il primo cine club cittadino con l'obiettivo di proiettare i film vietati durante il fascismo (il primo sarà La grande illusione)[2].
La critica comincia a interessarsi a loro mettendoli in luce come Gruppo di Spoleto o Gruppo dei sei. Insieme espongono durante tutti gli anni cinquanta, sia in Umbria, sia in tutta Italia.
Nel 1953 si fanno promotori della prima Mostra Nazionale di Arti Figurative a Spoleto che avrà poi cadenza annuale; durante la preparazione dell'evento a Toscano viene l'idea di istituire per l'occasione un premio da destinare a giovani artisti denominato Premio Spoleto. Coinvolge nel progetto il fratello Giovanni Toscano, allora sindaco di Spoleto, Mario Mafai, Lionello Leonardi che ne assume la presidenza, e il critico d'arte Francesco Arcangeli[3].
Arcangeli, già attento osservatore dell'arte contemporanea e moderna (pubblicherà infatti importanti studi su Morlotti, 1962; Morandi, 1964; Mandelli, 1970) e studioso del nascente stile informale, invita a concorrere al premio giovani artisti. Toscano partecipa fuori concorso nelle edizioni che vanno dal 1953 al 1960.
Fin da giovane ama raffigurare vedute urbane di Spoleto e della campagna circostante; lo stile è primitivo e realistico. Successivamente, influenzato dai Paesaggi di John Constable, preferisce rappresentare soggetti tipici del contado spoletino. Utilizza il colore distendendolo ampiamente, lo mantiene denso, sceglie tinte basse e cupe: ocra, verdi ombrati, toni che mostrano un chiaro riferimento a Morandi.
Come molti altri artisti, sente l'urgenza di comunicare attraverso la pittura lo sconcerto e le sofferenze post belliche. Inizia quindi a trasformare il proprio stile attraverso lenti e travagliati passaggi dal figurativismo, all'informale: cambia l'uso dei colori che si fanno più vivaci; la luce non appare più diffusa su tutta la tela, ma la attraversa di taglio[4].
Intorno al 1964 smette di dipingere preferendo concentrarsi sul lavoro di docente e storico dell'arte.
In verità la sua attività pittorica continuerà, ma in ambito totalmente privato; sarà condivisa in pubblico solo nel 2003 quando gli verrà dedicata una mostra antologica a Palazzo Racani Arroni, che racconterà un quarantennio di attività[5][6]. Appaiono in mostra per la prima volta tenui e rarefatti acquerelli realizzati dopo gli anni sessanta.
Dal 1962 al 1968 insegna storia dell'arte presso il Liceo classico "Pontano-Sansi" e l'istituto d'arte di Spoleto; nel 1968 ottiene un posto da assistente alla Sapienza a Roma.
Dal 1974 organizza corsi di formazione professionale per la manutenzione e il restauro dei beni culturali, insieme alla Regione Umbria e all'Istituto Centrale del Restauro.
Il 1979 è un anno di svolta per la sua carriera accademica, vince la cattedra universitaria di Storia della critica d'arte alla facoltà di magistero di Roma; nel 1988 passa alla cattedra di Storia dell'arte moderna già tenuta da Giuliano Briganti. Nel 1992 insegna la stessa disciplina alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Roma Tre, dove diventa direttore del Dipartimento di Studi storico-artistici, archeologici e sulla conservazione.
Dal 2007 è Professore emerito dell'Università Roma Tre[7].
Lo storico dell'arte
L'attività di storico dell'arte lo impegna intensamente; si dà da fare per mantenere una stretta relazione fra il lavoro di studioso in ambito universitario e l'attività nel campo dei beni culturali: la conservazione e la tutela del patrimonio artistico sono temi ai quali si dedica con tenacia e piglio battagliero durante tutta la sua vita. Studia e individua i criteri per la conoscenza sistematica del patrimonio storico-artistico italiano e per l'approccio metodologico alla storia dell'arte; si occupa non solo dei beni conservati, ma anche di quelli perduti o trafugati[8], e della relazione fra artisti e committenti.
La sua produzione scientifica[9] comprende numerosi studi di Storia dell'arte medievale, moderna e contemporanea, pubblicati in volumi e in periodici italiani e stranieri. Numerosi anche i lavori sul restauro e sulla museologia[10].
Incarichi
Durante gli anni '80 presiede due legislature del Consiglio nazionale dei beni culturali e la Commissione di alta vigilanza dei progetti F.I.O. (Fondo investimenti e occupazione) per conto del Ministero dei Beni Culturali.
Dal 1980 al 1990 Consigliere nazionale di Italia Nostra
Dal 1980 al 1985 Presidente del Consorzio economico-urbanistico e per i beni culturali del comprensorio spoletino
^ Bruno Toscano, Atti del convegno in ricordo di Francesco Arcangeli e Carlo Volpe, Bologna 1994, in Arte a Bologna, Bollettino dei musei civici, 1999, pp. 111-115.
^ Giovanni Carandente, Bruno Toscano. Oli e acquerelli 1953/1998, a cura di Lamberto Gentili, Testi critici di Giovanni Carandente, Jacqueline Risset, Claudio Spadoni, Spoleto, Galleria civica d'Arte moderna di Spoleto, 2003, p. 8.
^Per la biografia cfr. Lamberto Gentili (a cura di), Bruno Toscano. Oli e acquerelli 1953/1998, Testi critici di Giovanni Carandente, Jacqueline Risset, Claudio Spadoni, Spoleto, Galleria civica d'Arte moderna di Spoleto, 2003, p. 53.
^Per una bibliografia completa di Bruno Toscano cfr. Bruno Toscano, Scritti brevi sulla storia dell'arte e sulla conservazione, a cura di Giovanna Sapori e Patrizia Di Benedetti, Città di Castello, Libri Co. Italia, 2006, p. 357.
^ Bruno Toscano, Il museo, in Scritti brevi sulla storia dell'arte e sulla conservazione, a cura di Giovanna Sapori e Patrizia Di Benedetti, Città di Castello, Libri Co. Italia, 2006, p. 307.
Lamberto Gentili (a cura di), Bruno Toscano. Oli e acquerelli 1953/1998, Testi critici di Giovanni Carandente, Jacqueline Risset, Claudio Spadoni, Apparati biobibliografici Antonella Pesola, Spoleto, Galleria civica d'Arte moderna di Spoleto, 2003, ISBN8889021047.
Giovanna Sapori e Claudia Grisanti (a cura di), Luoghi, opere, destini. Bruno Toscano. Ricerche di storia dell'arte (secoli XII-XV), Spoleto, Accademia spoletina, 2011, ISBN978-88-87648-64-5.
Spoleto in pietre: guida artistica della città, Azienda del Turismo, 1963.
Dal Romanticismo al Realismo, in I maestri del colore. Storia della pittura, Milano, Fabbri, 1966, XXI, pp. 1-12.
Dal Realismo all'Impressionismo, in I maestri del colore. Storia della pittura, Milano, Fabbri, 1966, XXII, pp. 1-12.
Diffusione dell'Impressionismo e del Postimpressionismo, in I maestri del colore. Storia della pittura, Milano, Fabbri, 1966, XXIII, pp. 1-12.
Simbolismo e Intimismo fine secolo, in I maestri del colore. Storia della pittura, Milano, Fabbri, 1966, XXIV, pp. 1-12.
Giovanni Previtali (a cura di), Collezionismo e mercato, in Enciclopedia Feltrinelli Fischer. Arte 2/I, Milano, Feltrinelli, 1971, pp. 106-123.
Giovanni Previtali (a cura di), Letteratura artistica, in Enciclopedia Feltrinelli Fischer. Arte 2/I, Milano, Feltrinelli, 1971, pp. 238-267.
Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L'Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978.
Federico Zeri (a cura di), La pittura in Umbria nel Quattrocento, in La pittura in Italia: il Quattrocento, Milano, Electa, 1987, pp. 355-383.
Enrico Castelnuovo e Bruno Toscano (a cura di), Dizionario della pittura e dei pittori, Torino, Einaudi, 1989.
Sofia Boesch Gajano, Letizia Pani Ermini e Bruno Toscano (a cura di), La basilica di San Gregorio Maggiore a Spoleto: guida storico-artistica, Milano, Silvana editoriale, 2002.
Vittoria Garibaldi e Bruno Toscano (a cura di), Arnolfo di Cambio, Silvana editoriale, 2005.
Scritti brevi sulla storia dell'arte e sulla conservazione, a cura di Giovanna Sapori e Patrizia Di Benedetti, Città di Castello, Libri Co. Italia, 2006.