Nato nel 1905, già nel 1919 divenne membro del Partito bolscevico e dell'Armata Rossa. Dal 1920 al 1926 ebbe ruoli direttivi nel Komsomol a livello territoriale. Nel 1926 si laureò all'Università di Mosca e nel 1932, dopo avere operato come funzionario del partito nel Donbass e nella RSS Turkmena, completò l'Istituto del professorato rosso, dove negli anni successivi avrebbe ottenuto la cattedra di storia e del quale sarebbe diventato direttore dal 1934 al 1937.[1]
Sulla politica dei socialdemocratici di destra, «Pravda», 5 giugno 1947, contenuto in G. Santanché, Una rivoluzione fallita, Mursia, 1978, pp. 168-174.
La situazione mondiale e il processo rivoluzionario, contenuto in G. Santanché, Una rivoluzione fallita, Mursia, 1978, pp. 224-237.
^In tale veste svolse interventi politico-diplomatici anche al di là del rapporto tra i partiti comunisti, entrando nei rapporti con gli Stati esteri: per una sua protesta per le basi NATO di Vicenza, della Maddalena e di Alghero, in un colloquio con Paolo Emilio Taviani, v. Commissione stragi, X legislatura, Seduta n. 70 del 5 dicembre 1990, p. 47, in Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Terrorismo e stragi (X-XIII leg.), 1.70.
Alexander Höbel, Il contrasto tra Pci e Pcus sull'intervento sovietico in Cecoslovacchia. Nuove acquisizioni, in Studi Storici, n. 48(2), 2007, pp. 523-550.
G. Santanché, Una rivoluzione fallita, Mursia, 1978.
(RU) Ponomarëv Boris Nikolaevič, su Spravočnik po istorii Kommunističeskoj partii i Sovetskogo Sojuza 1898-1991. URL consultato il 16 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2017).
(EN) Philip D. Stewart, James W. Warhola, Roger A. Blough, Issue Salience and Foreign Policy Role Specialization in the Soviet Politburo of the 1970s, in American Journal of Political Science, vol. 28, n. 1, febbraio 1984, pp. 1-22.