Bordatini
Bordatini è un'opera di Severino Ferrari edita nel 1885 per l'editore Gustavo Morelli di Ancona e poi rifusa nel volume Versi. Raccolti e ordinati, uscito a Modena per l'editore Sarasino nel 1892. L'operaApprofondimento
Nel libro si sperimenta la contaminazione di colto e popolare: il metro è popolare (si vedano i rispetti, le ballate e i madrigali) e lo sono pure gli argomenti (si veda il tema della mattinata); tuttavia è esercitato il filtro letterario: molte sono le citazioni e le immagini desunte dalla tradizione lirica italiana. Il libro, secondo Cesare Federico Goffis «il capolavoro del Ferrari» [1], fu seguito l'anno dopo da Il secondo libro dei Bordatini e questo testimonia un certo successo. Il termine bordatini rimanda a un'umile stoffa in uso nell'Ottocento e vuol quindi evidenziare, sin dall'inizio, un tono umile e dimesso: in fondo, sono le stesse motivazioni che portarono Giovanni Pascoli a intitolare un suo libro Myricae. D'altra parte, la critica ha spesso messo in luce questa consonanza fra l'opera del Ferrari e quella del suo amico Pascoli, tant'è che Giorgio Luti scriveva che i due volumi dei bordatini «non mancheranno di suscitare notevoli consonanze pascoliane».[2]. La raccoltina [3] piacque anche al maestro del Ferrari, Giosuè Carducci che la recensiva con favore nella «Nuova Antologia», scrivendo che benché ci fosse qualche strampalatezza qua e là, pure c'erano freschezza d'immagini e di sentimenti fiorenti.[4]. Lo stesso Carducci rimase favorevolmente impressionato dalla poesia Un bel raggio di sole, tanto da affermare che «un Petrarca redivivo [l'] avrebbe apprezzata» [5]. Molte delle poesie incluse nell'opera erano state mandate dal Ferrari a ''Giovanni Pascoli'' affinché ne desse un parere.[6] Gli autografi sono conservati a Casa Pascoli a Castelvecchio.[7] Edizioni
Edizioni commentate
Saggi sull'opera
Note
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