Birago di Milano: Feudatari di Frascarolo, Torre Berretti, Tortorello, Castellazzo, Cassina de' Bossi, Mettone, Sizzano, Torretta, Torre d'Alberi, Patrizi Milanesi Birago San Martino: Marchesi di Candia, Conti di Vische, Conti di Borgaro Torinese, Baroni di Ottobiano
I Birago (o Biraghi) furono una nobile famiglia milanese, ramificatasi in seguito anche in Canavese e nel Torinese.
Storia
La casata, nota alle cronache dal 942, che prese il nome dalla località di Birago,[1] a nord di Milano.
Capostipite della famiglia fu Corrado, vissuto nel XII secolo[2], il quale combatté nell'esercito milanese contro il comune di Como nel 1195. La famiglia iniziò così una rapida ascesa al servizio dei Visconti, ad eccezione di Gaspare, ultimo figlio di Corrado il quale, avverso ai signori di Milano, venne esiliato e si rifugiò in Friuli.
Della famiglia milanese, Desiderio (m. 1388) fu il primo a ricoprire incarichi civili di peso nell'amministrazione milanese in quanto divenne dapprima decurione e poi uno dei prefetti della fabbrica del duomo, distinguendosi alla sua morte per essere uno dei cittadini più ricchi della capitale lombarda. Angelo (m. 1484) venne esonerato dal pagamento dei tributi e fu avvocato della camera fiscale del ducato di Milano. La famiglia perdurò in fama e ricchezza sino alla fine del dominio degli Sforza su Milano, poi si schierò con gli invasori francesi giurando fedeltà a Luigi XII con Daniele (m. 1509), che fu podestà di Piacenza. Dopo il 1535 il figlio di questi, Aurelio Bassano, giurò fedeltà agli spagnoli di Carlo V proseguendo la permanenza nelle cariche amministrative di Milano.
Il ramo principale della famiglia si estinse nel Cinquecento e la casata venne proseguita da un altro ramo originatosi nel XIV secolo da Spinazzo, fratello minore di Guidazzo, che emerse in maniera particolare nell'amministrazione milanese nel Quattrocento con la personalità di Maffiolo Birago, Maestro di Aula della Camera Ducale di Filippo Maria Visconti, il quale fu personaggio particolarmente influente alla corte di quest'ultimo nonché fondatore del borgo milanese di Cassinetta di Lugagnano con l'erezione della chiesa parrocchiale e di una prima villa di campagna possedimento della sua famiglia per i successivi due secoli. Questo ramo ottenne l'infeudazione del borgo pavese di Ottobiano con Andrea, figlio di Maffiolo, e proseguì per le successive otto generazioni estinguendosi nella seconda metà del Settecento. Tra i personaggi più illustri di questo ramo della casata spicca indubbiamente Renato Birago, cardinale, sovrintendente alle finanze e cancelliere del regno di Francia con funzioni di primo ministro sotto il regno di Carlo IX.
Carlo, pronipote di Andrea Birago, fondò un ramo della famiglia che si stabilì a Torino e fu l'ultimo ad estinguersi, nel 1911.
D'argento, a tre fasce di rosso doppiomerlate, ciascuna carica di cinque trifogli d'oro; alias Inquartato, al 1° d'argento, a tre anelli di rosso, male ordinati, intrecciati, ciascuno con pietre incastonate e legati, nel contorno, più volte con fili di nero, al 2° d'argento, alla siepe di verde, di arbusti intrecciati e fioriti, nutriti sopra un ristretto di terreno, al naturale, il tutto posto in bande, al 3° fasciato innestato d'argento e d'azzurro, al 4° di porpora, a tre anelli, male ordinati e intrecciati, ciascuno con un anellino infilzato, dagli angoli di intersezione esterni e interni sei punte moventi all'infuori (le tre esterne male ordinate), il tutto d'oro, innestato in punta d'oro, alla rotella di rosso, fiammeggiante di sette pezzi; sul tutto di Birago.