Benedetto Brin
Benedetto Brin (Torino, 17 maggio 1833 – Roma, 24 maggio 1898) è stato un ingegnere, ammiraglio e politico italiano. BiografiaEntrato in servizio nella Marina sarda nel 1853 come ufficiale del Genio navale, nel 1864 pubblicò un articolo in cui dimostrava l'ineluttabilità del passaggio alle navi corazzate, trovandosi così sulla stessa linea di Simone Pacoret de Saint-Bon.
Seguendo le linee stabilite da Saint-Bon e da lui indicate alla Camera nel 1873, Brin progettò le corazzate gemelle Caio Duilio e Enrico Dandolo, la cui costruzione allarmò addirittura la Royal Navy britannica.
La corazzatura, estremamente innovativa per l'epoca era il risultato di una serie di calcoli eseguiti da Brin. Assodato che la resistenza offerta da una corazza di ferro omogeneo fosse pari al quadrato del suo spessore, fino a quel momento si erano costruite corazze al massimo dello spessore di 35 centimetri e, dubitando delle possibilità di laminarne di superiori, si era deciso di adottare il sistema Sandwich, consistente in un primo cuscino di legno rivestito da una piastra di ferro, poi un secondo cuscino di legno sul quale veniva applicata una seconda piastra di ferro.
Il Duilio fu armato con cannoni da 100 tonnellate e risultò tanto potente da destare vivissime apprensioni in tutte le più potenti marine, a partire da quella britannica. Grazie a lui, la politica navale impostata dal ministro de Saint-Bon ebbe effetto in tempi abbastanza rapidi. Già nel 1874 numerose navi erano state radiate e nell'aprile del 1875 ne vennero messe all'asta 32, ma con poco successo: se ne vendettero solo tre delle più piccole per 30.000 lire. Nel 1875 Brin impostò i piani della classe Italia, per la quale adottò per la prima volta al mondo gli scafi d'acciaio, facendo scuola anche in questo. Nel 1876 assunse il portafoglio della Marina e ottenne dalla Camera dei deputati un aumento dello stanziamento per le costruzioni di due milioni di lire. Nel 1877 fece compiere un ulteriore grosso passo in avanti alla programmazione navale facendo approvare alla Camera un finanziamento extra-bilancio per lo sviluppo di un piano decennale da 20 milioni di lire del tempo. Il suo discorso alla Camera, con cui chiedeva il nuovo finanziamento, indicava come più probabile nemica della Regia Marina italiana la Marina francese, il cui nerbo era composto da 28 corazzate. Di queste, le 12 corazzate di secondo ordine erano in Africa e in Asia, perciò, in caso di guerra, l'Italia si sarebbe trovata davanti subito solo le rimanenti 16 corazzate di prim'ordine e, per affrontarle in uno scontro alla pari, se ne dovevano avere altrettante dalle caratteristiche simili, cioè 16 corazzate di prim'ordine. Poiché le risorse bastavano appunto o a mettere in mare 16 corazzate di prim'ordine, oppure un gran numero di navi più piccole, ma non a fare entrambe le cose e poiché contro le navi grandi quelle piccole non servono, Brin chiedeva l'approvazione del programma che prevedeva 16 navi grandi e la ottenne. L'opera di Brin non si fermò a questo. Lasciato il Ministero, nel 1880 fu nominato presidente del Comitato dei Disegni delle Navi e progettò le classi Tripoli e Folgore – dai cui concetti di lì a dieci anni sarebbero nate le controtorpediniere, gli odierni cacciatorpediniere – e la classe Re Umberto, che avrebbe messo in cantiere dopo il suo ritorno al Ministero nel marzo del 1884. Restò fino al 1891 alla Marina, dicastero che da quell'anno conservò interinalmente, assumendo come titolare il portafoglio degli Esteri fino a tutto il 1892. Tornato ministro della sola Marina nel 1897, lo restò fino alla morte, avvenuta a Roma nel 1898, all'età di 65 anni. Punto principale del pensiero di Brin era che il possesso di navi non bastava, anzi non serviva, se non si era in grado di costruirle, fabbricandone ogni minimo componente colle risorse nazionali. Per questo fu un acceso fautore del protezionismo che portò alla nascita dell'industria pesante italiana. Fu lui a promuovere lo sviluppo degli stabilimenti di Venezia e Pozzuoli, fu lui a volere la nascita delle Acciaierie di Terni, poste all'interno del Paese non solo per sfruttare l'energia idraulica della vicina cascata delle Marmore, ma soprattutto per renderle impossibili da colpire dal mare.
Onorificenze e riconoscimentiOnorificenze italianeOnorificenze straniereRiconoscimentiA lui sono state intitolate vie o piazze in molte località italiane fra cui Brindisi, Genova, La Spezia, Livorno, Marina di Ragusa, Milano, Napoli, Perugia, Roma, Terni, Torino, Viareggio e Vieste, il molo principale del porto di Olbia nonché un bacino di carenaggio in muratura nell'Arsenale militare di Taranto. NoteBibliografia
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