Belskij
I Belskij furono una nobile famiglia attiva nel Granducato di Lituania, nella Confederazione polacco-lituana e nella Moscovia di origine rutena.[1] EtimologiaI Belskij dovevano la propria desinenza a Belyj, un insediamento situato sul fiume Obsza e a nord-est di Smolensk.[2] Ivan Vladimirovič Belskij fu il primo a definirsi un principe della stirpe dei Belskij e questo nome fu adottato anche dai suoi discendenti, che sono noti nei documenti storici come Vladimirovič.[3] Il loro principato consisteva essenzialmente nelle città di Belyj (compresi i suoi dintorni), Verkhovije, Bolšovo, Šoptovo e altri insediamenti circostanti.[2] StoriaSecondo lo storico polacco Kasper Niesiecki, i Belskij si spostarono in Polonia dalla Rutenia nel XVI secolo. Tuttavia, mentre la maggior parte degli studiosi considera il suo capostipite Ivan un figlio di Vladimiro Olgerdovič e nipote di Algirdas, granduca di Lituania al potere dal 1345 al 1377,[4] Niesiecki sostiene che si trattasse di persone di etnia moscovita.[5] Il principe Ivan rimase alla corte del re di Polonia Ladislao II Jagellone, fratellastro del padre di Ivan Vladimiro, nel 1411-1412.[2] Dieci anni più tardi, Ladislao Jagellone, desideroso di sposare Sofia Alšėniškė, figlia del principe ereditario Andrea, concesse la sorella maggiore di quest'ultimo, Basilia, in sposa a Ivan Vladimirovič. In questo modo, si instaurò un legame di sangue tra gli Jagelloni e i Belskij, considerando che come detto Sofia e Basilia erano sorelle.[2] Secondo lo storico Jozef Wolff, il principe Ivan Vladimirovič, pur essendo stato definito come principe di Belyj dai cronisti successivi, non viene riportato con questo titolo da nessun documento coevo; pertanto, resta incerto se la più volte già citata città di Belyj fosse stata concessa in gestione a lui o ai suoi figli.[2] Si ritiene che fu governatore di Velikij Novgorod dal 1444 al 1446.[2] Nonostante gli stretti legami con la corte reale, i membri della famiglia dei Belskij non rimasero sempre fedeli alla corona di Cracovia. Uno dei loro esponenti, il figlio di Ivan, Fedor Belskij, detto Teodoro, partecipò a una cospirazione contro il re Casimiro IV Jagellone e, una volta scoperto, fuggì in cerca di rifugio a Mosca, dove gli fu assegnata l'amministrazione di numerosi feudi dal Gran principe locale. Sebbene il figlio minore, il principe Simeone Fëdorovič, non rimase a est e preferì trasferirsi in Lituania, dove accettò di giurare fedeltà al re Sigismondo il Vecchio, fu nella Moscovia che la famiglia Belskij sopravvisse più a lungo.[6] L'ultimo membro conosciuto della discendenza fu Jerzy Belskij, un monaco noto con il nome di Galakteona, che decise di farsi eremita vicino a Vologda, dove fu ucciso nel 1612, presumibilmente dai polacchi.[6] Mentre il ramo russo si estinse così nel 1612, quello del Granducato di Lituania era già scomparso tempo prima dopo il 1542.[1] Note
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