BealeraBealera è un termine regionale diffusosi soprattutto nel nord-ovest d'Italia e nella Sardegna settentrionale, che sta ad indicare un piccolo canale, naturale o artificiale, che trasporta dell'acqua, di solito utilizzata per l'irrigazione agricola (quindi posto ai lati dei terreni coltivati), oppure per produrre della forza motrice; in quest'ultimo caso, vengono usate, ad esempio, per alimentare piccoli mulini, opifici o altri impianti idraulici. In termini strettamente idraulici, la bealera si differenziava sia dal "rio", in quanto quest'ultimo poteva essere soltanto naturale, sia dal "canale", in quanto quest'ultimo costituito da pareti fortificate, ad es. da cemento o da pietra. In tempi più recenti tuttavia, i termini sono diventati spesso tutti sinonimi. Il termine poi, è ancor oggi utilizzato in Piemonte, anche nella variante bialera. Durante l'alto medioevo furono innumerevoli le bealere costruite per l'irrigazione agricola in tutta questa regione, in special modo per la coltivazione del riso verso la Pianura Padana del Piemonte orientale, che furono poi alimentate dal canale artificiale Cavour a partire dal XIX secolo.
Non meno note furono le bealere costruite vicino i vari centri urbani piemontesi, sia per alimentare le allora cascine e fattorie a ridosso e dentro gli stessi centri urbani prima, sia per impianti industriali dopo. Le bealere di AstiIn particolare, in Piemonte sono storicamente famose le bealere della città di Asti, che costeggiavano le mura meridionali fungendo da fortificazione naturale ed alimentazione per le attività artigianali-industriali per almeno cinque secoli. Già nel 1227, un documento parla di un beale civitas astensis[3] o canale artificiale della città che servito dall'acqua del torrente Borbore, alimentava mulini ed officine artigiane. Il canale, da porta Torre (rione Santa Caterina), costeggiava la città a sud per sfociare nel rio Valbrenta all'imbocco dell'attuale piazza Libertà.
Nel XIII secolo, la bealera prevedeva quattro "installazioni". Ogni installazione era costituita da un mulino, un abbeveratoio, un lavatoio ed altri dispositivi meccanici utilizzati principalmente nel settore tessile (follatoi, battitoi, gualchere, etc...). Nel XIV secolo, secondo l'abate Filippo Malabaila, le officine tessili superavano le 800 unità. Questa, alimentata dal torrente Triversa, al contrario del canale duecentesco che costeggiava le mura dei rioni, partiva da porta San Antonio e si dirigeva molto più a sud, costeggiando la seconda cerchia di mura (quella dei borghi), raggiungendo il castello della cittadella viscontea; nel XVII secolo la bealera tornò ad essere alimentata dal Borbore. Luigi d'Orleans, per la costruzione del nuovo canale, si avvalse della metà del finanziamento delle famiglie nobili astigiane che costituirono una vera e propria "società per azioni" con quote in qualsiasi momento cedibili o riscattabili. Questa società, sorta nel 1397, venne denominata "Società del molleggio" , visto che ricavava gli utili dai luoghi del molleggio (i molini per l'appunto). Note
Bibliografia
|
Portal di Ensiklopedia Dunia