Battistero di San Giovanni (Riva San Vitale)
Il battistero di San Giovanni Battista[1], a Riva San Vitale, costituisce un importante esempio di architettura paleocristiana risalente agli anni attorno al 500; si tratta del più antico edificio religioso cristiano ancora interamente conservato in Svizzera. Storia ed opere d'arteIl battistero sorse secondo il giudizio unanime degli studiosi tra la fine del V e l'inizio del VI secolo, a partire forse dalle fondamenta di una villa o di terme romane; si spiegherebbe così l'impiego di manufatti (come alcune mensole decorate con una foglia d'acanto) impiegati nella costruzione e risalenti al periodo romano.[2] Fortemente degradato, il battistero è stato oggetto di importanti lavori negli anni 1953-1955 quando fu isolato dagli edifici di epoche successive che lo avevano inglobato, e restauri architettonici che ne hanno ripristinato l'aspetto originario, pur mantenendo testimonianze delle alterazioni subite in epoche successive (per esempio la finestra gotica e quella circolare in mattoni al di sopra del portale maggiore). Nello stesso periodo furono intrapresi scavi intorno all'edificio rivelando strutture attribuibili ad una terma romana e svariati reperti. Altresì furono eseguiti restauri degli affreschi al suo interno, in parte rinvenendo altri più antichi al di sotto. (In una sala nella vicina chiesa di San Vitale sono esposti documentazione fotografica dei lavori eseguiti ed in alcune vetrine i reperti di epoca romana e medievale rinvenuti durante gli scavi). Attualmente (2021-2022) sono in corso nuovi lavori di restaro degli affreschi per ripulirli da efflorescenze saline e scialbature e lavori di consolidamento degli intonaci, a cura della SUPSI.. L'edificio, a pianta quadrata, presenta, visto dall'esterno, un aspetto piuttosto massiccio e severo, in virtù dei robusti muri perimetrali formati da blocchi squadrati di pietra locale, posizionati in filari abbastanza regolari. L'abside posta sul lato occidentale costituisce verosimilmente una aggiunta posteriore. L'edificio è completato in alto da un tiburio di forma ottagonale, ricoperto da un tetto a coppi, che lascia intuire la forma ottagonale dell'aula interna, forma che già all'altezza di quegli anni doveva rappresentare la forma canonica dei battisteri (simboleggiante l'octava dies, l'ottavo giorno della settimana, cioè il nuovo giorno, in cui inizia l'era del Cristo). L'accesso all'aula interna avveniva attraverso due porte (di dimensioni superiori a quelle attuali), poste su lati opposti: da una di esse entravano i catecumeni per poi uscire dall'altra dopo il rito di iniziazione alla nuova vita, nella fede in Cristo. L'aula interna ha, come detto, forma ottagonale e vede nicchie semicircolari realizzate negli angoli dell'edificio, con l'aggiunta di una quinta nicchia più profonda in asse col portale maggiore, corrispondente all'abside aggiunta in epoca successiva (X secolo); culmina in alto con una cupola a calotta sferica segnata da otto spicchi (corrispondenti ai lati del tiburio) che le conferiscono slancio. Si sono conservati resti della pavimentazione originale formata da formelle di marmo bianco e nero, geometricamente disposte a comporre rosette esagonali. Gli affreschi romanici e goticiDi notevole interesse, artistico ed iconografico, sono gli antichi affreschi romanici di difficile datazione posti in alcune nicchie semicircolari, realizzati in un arco di tempo che verosimilmente va dal X al XII secolo. La scena della Natività è sovrastata dalla presenza dalla Vergine, stante, posta anch'essa in una mandorla di luce, sorretta da quattro angeli con tuniche sapientemente disegnate. Lo schema della scena ricalca modelli bizantini come quello interpretato, con maggior eleganza pittorica, dall'ignoto autore degli affreschi della chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio. Al centro della scena, stesa su un letto drappeggiato, è posta la Madonna con il Bambino, mentre, a completare la Sacra Famiglia, troviamo San Giuseppe posto alla loro destra. Nella scena compaiono anche gli angeli ed i pastori con i loro greggi e cani, chiamati ad adorare Gesù. A sinistra, ormai poco leggibile, è posta una raffigurazione della Lavanda del Bambino. Infine, ancora al riguardo degli affreschi romanici troviamo nell'abside i resti di una Crocifissione che alcuni studiosi fanno risalire al IX secolo. Interessante notare, dal punto di vista della interpretazione iconografica del tema, la figura del Cristo senza barba, rappresentato sulla croce con gli occhi aperti (dunque un Cristo trionfante e vivo, non sofferente e moribondo); particolare è anche la forma della croce che assume l'aspetto della crux commissa (T), forma che ricorda la lettera greca "tau". Sono presenti anche affreschi più tardi. Tra di essi troviamo la prima immagine conosciuta del Beato Manfredo Settala (datato al '400), sepolto nella chiesa parrocchiale accanto al battistero. Un secentesco ciclo con la Vita di San Giovanni Battista è stato recentemente strappato e ricollocato nella vicina parrocchiale di San Vito. Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia