Basenji
Il basenji è una razza di cane originaria dell'Africa. L'origine del suo nome deriva dai popoli Zande e Mangbetu della regione nord-orientale del Congo, che descrivono un Basenji, nella lingua locale Lingála, come "mbwá na basɛ́nzi", che significa "cane dei selvaggi" o "cane degli abitanti del villaggio". In Congo, il Basenji è conosciuto anche come il "cane della boscaglia". I cani sono anche conosciuti dagli Zande del Sud Sudan come "ango angari". La parola "basɛ́nzi" stessa è la forma plurale di "mosɛ́nzi". In Swahili, un'altra lingua bantu dell'Africa orientale, "mbwa shenzi" si traduce con "cane selvaggio". Un altro nome locale è "m'bwa m'kube", 'mbwa wa mwitu" che significa "cane selvatico" o "cane che salta su e giù", un riferimento alla loro tendenza a saltare verso l'alto per individuare la loro preda. OriginiSui graffiti egizi le prime immagini di questo animale. Lo si credeva completamente estinto, ma gli inglesi colonizzando l'Africa lo riscoprirono nelle regioni tra il Congo e il Sudan del Sud a metà del 1800. Le tribù pigmee ne sfruttavano l'eccellente vista, la velocità e la silenziosità per la caccia. Era utilizzato anche come guida nella foresta e come segnalatore di animali feroci. I basenji venivano utilizzati nella caccia per spingere le prede dentro le reti del cacciatore. Le tribù azande e mangbetu, nel Congo del nord-est, chiamano i basenji, nella locale lingua lingala, mbwá na basɛ́nzi, che tradotto significa "cani dei selvaggi" o "cani degli abitanti dei villaggi". In Congo i basenji sono anche noti come "cani dei cespugli". Essi sono anche noti presso gli azande del Sudan come "ango angari".[1] Portati in Inghilterra e affinati a partire dagli anni trenta, questi cani sono poco conosciuti in Italia. Morfologia
CaratteristicheÈ un cane da caccia o da compagnia, solitamente dolce con i bambini e molto indipendente anche se soffre di solitudine se lasciato solo a lungo. Fortemente primitivo, incarna tutte le caratteristiche tipiche del gruppo: oltre alla già citata indipendenza, possiede una grande capacità di autogestione e maturità psicosomatica, tanto da essere uno dei cani meno neotenici in assoluto, per alcuni esperti quello che più di tutti matura intellettualmente fino a giungere al quinto stadio di sviluppo[2], quello del lupo adulto. Estremamente curioso, tende a cacciare e risolvere problemi autonomamente, senza l'ausilio umano. Non è un cane particolarmente ubbidiente, né facile da addestrare anche in quanto è difficile avere la sua attenzione senza annoiarlo velocemente. Con il metodo del rinforzo positivo si possono avere buoni risultati. È tendenzialmente un cane dominante e poco incline alla sottomissione, soprattutto se maschio. La sua caratteristica più nota è che non abbaia, ma non è muto. Emette guaiti, ululati e un verso che secondo alcuni ricorda lo yodel dei tirolesi. Quando è particolarmente eccitato, può emettere abbai singoli e isolati. Secondo alcuni studi, questa particolarità vocale dipende dalla conformazione della laringe, diversa da quella di altri cani[3]. Altra caratteristica degna di essere citata è la quasi mancanza di odore e la grande cura di se stessi che questi cani hanno, dedicando spesso del tempo durante la giornata alla pulizia del proprio pelo[4]. ClassificazioneÈ un cane primitivo. Il basenji rientra nel 5º gruppo, cioè quello dei cani di tipo spitz e di tipo primitivo. Particolarità che lo accomuna alle poche razze davvero primitive, è quella che sovente le femmine entrano in calore una sola volta all'anno, come le femmine di lupo. Comprendere questa sua marcata impronta primitiva è molto importante per poter ottenere con molta pazienza dei buoni risultati con questo tipo di animale. AlimentazioneOnnivoro e poco esigente, mangia meno di un normale cane della sua taglia. Le sue possenti mandibole gli permettono di mangiare anche ossa normalmente proibite ai cani. Note
Bibliografia
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