Base militare italiana di supporto "Niamey"
La base militare italiana di supporto "Niamey" (anche Base nazionale Niamey) è una base operativa avanzata interforze delle forze armate italiane all'estero, situata nello Stato africano del Niger, nei pressi della capitale Niamey. Dipende dal Comando operativo di vertice interforze (COVI).[1] La base si trova all'interno dell'Aeroporto di Niamey-Diori Hamani. Ospita circa 350 militari, appartenenti a Esercito Italiano, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri, fra istruttori e contingente di sicurezza dislocati nel paese. Ha il compito principale di fornire supporto logistico alle operazioni militari italiane in Africa occidentale della missione MISIN e di istruire reparti di forze armate e di sicurezza nigerine.[2] StoriaIl 26 settembre 2017 è stato stipulato un accordo dal governo Gentiloni fra i ministeri della difesa italiano e del Niger, per fornire supporto addestrativo alle forze speciali e di sicurezza di quel paese. Nel 2018 il governo Conte I ha autorizzato la Missione bilaterale di supporto in Niger (MISIN). Inizialmente ospitati nella base dell'Armée de l'Air francese Aerienne 101 di Niamey, i militari italiani hanno quindi avviato la realizzazione di una propria base, sempre all'interno del sedime aeroportuale. Nel gennaio 2021 è stato inaugurato il complesso addestrativo per le operazioni sul terreno.[3] I lavori del complesso sono realizzati da una task force del Genio su base del 6º Reggimento pionieri.[4] L'addestramento alle forze di sicurezza locali è svolto dal 7º Reggimento Carabinieri, mentre quello ai paracadutisti da istruttori della Brigata Folgore. La base ha supportato anche i militari italiani nella missione Takuba in Mali, conclusasi nel luglio 2022 e dal dicembre di quell'anno quelli della Missione di partenariato militare dell'UE in Niger. Dal 2022 vi è rischierato anche un velivolo C-27J Spartan della 46ª aerobrigata, che può trasportare fino a 40 paracadutisti. Nel luglio 2023, dopo il golpe militare nel paese, ha sostenuto il rimpatrio dei civili italiani dal Niger, così come di 65 dei militari italiani di stanza.[5] Comandanti
Note
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