Bartolomeo CoriolanoBartolomeo Coriolano (Bologna, 1590 o 1599[1][2] – 1676) è stato un incisore italiano del barocco. Suo padre Cristoforo Coriolano e suo fratello Giovanni Battista Coriolano furono anch'essi incisori di legno, anche se c'è qualche dubbio sulla parentela tra Cristofaro e Bartolomeo Coriolano. Bartolomeo ebbe una figlia, Teresa Maria Coriolano, che divenne poi pittrice e incisore. Coriolano fu allievo del pittore Guido Reni e modellò molte delle sue xilografie sulle opere del suo maestro, come era comune all'epoca. Coriolano fu uno stampatore tradizionale di xilografie che seguì lo stile tedesco di stampa. Fu popolare e di successo, anche se non fu un innovatore nella tecnica della stampa xilografica. Per i suoi meriti papa Urbano VII lo insignì dell'insegna di cavaliere dell'Ordine dello Speron d'Oro e gli assicurò una pensione. Le opere di Bartolomeo Coriolano sono tra le più celebri di quelle prodotte dalla famiglia Coriolano. BiografiaCoriolano nacque a Bologna nel 1590[1] o nel 1599,[2] da Cristoforo Coriolano. Egli, come il fratello Giambattista (nato nel 1595[1] o nel 1589[2]) divenne incisore di legno come suo padre. Originario di Norimberga, il loro padre si era trasferito a Venezia e cambiato il cognome in Lederer[1] morendo a Venezia nel 1600. Data la distanza del primo lavoro di Coriolano, 1627, e la morte del padre, la parentela di padre e figlio è stata messa in discussione. A questo si aggiunga la carriera di suo padre con Giorgio Vasari nel 1568, facendo di suo padre un uomo molto anziano quando sarebbe nato Bartolomeo.[3] Fu allievo del padre all'Accademia degli Incamminati a Bologna.[2] Divenne poi allievo di Reni, nella cui bottega imparò l'arte dell'incisione del legno.[4] Dopo la morte dell'incisore Andrea Andreani, Coriolano prese il suo posto.[5] Lavorò a Bologna dal 1630 al 1647, e sviluppo le sue opere su disegni di Reni e Guercino.[4] Il suo successo nell'imitazione di Reni lo pose all'attenzione di papa Urbano VIII.[5] Egli dedicò una serie di incisioni da Carracci, Reni ed altri pittori ad Urbano VIII,[4] stampando per il papa una Madonna; il papa gli garantì un vitalizio e lo nominò cavaliere di Loreto[3][5]. Da quel momento si auto nominò Romanus Eques, "cavaliere romano",[6] riferendosi al suo cavalierato.[3] Coriolano ebbe una figlia, Teresa Maria Coriolano, che si dedicò anche lei alla pittura e all'incisione.[3] OpereLe sue opere sono le più pregiate di quelle degli altri membri della famiglia Coriolano e vanno dal 1627 al 1647.[3] Egli, così come il fratello, fu un chiaroscurista che usò due blocchi per la stampa alla maniera tedesca.[7] Il suo stile era vicino all'uso tedesco del nero per i contorni e del marrone per le tinte.[8] Egli normalmente fece uso di due blocchi per le sue incisioni; su uno incideva il contorno e le ombre scure, come i tratteggi di una penna, e sull'altrole mezze-tinte, o "mezzitoni".[4] Le incisioni di Coriolano ottennero grandi riconoscimenti, anche se la tecnica da lui utilizzata non apportò alcuna innovazione.[8] Molti artisti dell'epoca di Coriolano si ispirarono ad aspetti delle opere di Reni, al suo stile e ai suoi disegni, nel produrre le proprie opere. Coriolano, in particolare, basò molti dei suoi disegni di incisioni su legno sulle opere di Reni. Un esempio di questo è il suo Salomè con la testa del Battista (1631).[9] Fra le sue opere più note si ricordano San Gerolamo in meditazione prima della crocefissione, Erodiade con la testa del Battista e La Vergine con il Bambino dormiente.[2] Altre suo opere importanti sono La caduta dei Giganti (1638), quattro tavole 77x55 cm.,[3] Le quattro Sibille, Pace e abbondanza (1642) e Le sette età.[4] OnorificenzeNoteBibliografia
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