Bacino imbrifero montanoIn Italia, il termine bacino imbrifero montano (dove "imbrifero" deriva dalla parola latina imber = pioggia) indica una zona che raccoglie le acque piovane che alimentano un fiume. L'art. 1 della legge 27 dicembre 1953 n. 959, che ebbe tra i suoi promulgatori Tarcisio Pacati[1], recante "Norme modificatrici del T.U. delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici" dispone che "Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (allora, il Ministero dei lavori pubblici), sentito quello per l'agricoltura e foreste, stabilisce, con proprio decreto, quali sono i «bacini imbriferi montani» nel territorio nazionale e determina il perimetro di ognuno" ... "I Comuni che in tutto o in parte sono compresi in ciascun bacino imbrifero montano sono costituiti in consorzio obbligatorio qualora ne facciano domanda non meno di tre quinti di essi. Se il bacino imbrifero è compreso in più Province, qualora ricorrano le modalità di cui al precedente comma, deve costituirsi un consorzio per ogni Provincia." I concessionari di grandi derivazioni d'acqua per produzione di forza motrice le cui opere di presa siano situate in tutto o in parte, nell'ambito del perimetro imbrifero montano devono versare al consorzio un sovracanone annuo di un importo determinato nel tempo da decreti ministeriali per ogni chilowatt di potenza nominale media risultante dall'atto di concessione. Ciò genera la disponibilità di ingenti somme per i comuni compresi nel bacino imbrifero di appartenenza, destinate ad opere di carattere pubblico locali o collettive. I consorzi dei comuni compresi nel bacino imbrifero dei singoli fiumi si sono riuniti a livello nazionale nella Federbim. I consorzi
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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