Augusta Dorotea di Brunswick-Wolfenbüttel (1749-1810)
Augusta Dorotea di Brunswick-Wolfenbüttel (Wolfenbüttel, 2 ottobre 1749[1] – Bad Gandersheim, 10 marzo 1810) fu una principessa discendente dalla casata dei Guelfi, del ramo di Brunswick-Wolfenbüttel ed una badessa del libero e laicizzato convento imperiale dell'odierna Bad Gandersheim. BiografiaAugusta Dorotea era la figlia più giovane del duca Carlo I di Brunswick-Wolfenbüttel (1713–1780) e di sua moglie, la principessa Filippina Carlotta di Prussia (1716–1801)[2], figlia del re Federico Guglielmo I di Prussia. Nel 1776 la principessa divenne decana nell'abbazia di Quedlinburg e poco dopo decana nel convento di Gandersheim[3] Due anni dopo, con la morte di sua zia Teresa, occorsa nel 1778, le successe come principessa-badessa di Gandersheim, governando il convento pur soggiornando frequentemente nella corte di Brunswick. Nel 1802 Augusta Dorotea rinunciò al proprio rango di principessa-badessa, con un contratto immediatamente efficace nel Sacro Romano Impero Germanico, per sfuggire alla imminente secolarizzazione dei principati ecclesiastici, ed inglobò il suo convento nei territori del principato di Brunswick-Wolfenbüttel. Ella era inizialmente fuggita, ma poi le fu permesso, con il consenso di Napoleone di continuare a svolgere le funzioni di badessa e di vivere nel convento.[4] Dopo la sua morte, non venne più eletta una nuova badessa a succederle, perché il convento venne assegnato al Regno di Vestfalia, assegnato a Girolamo Bonaparte, mentre le abitanti del Convento ottennero un risarcimento. L'ultima decana, Carolina Ulrica Amalia di Sassonia-Coburgo-Saalfeld[5], ottenne, tra le altre cose, il Vangelo di Gandersheim, che portò con sé a Coburgo. AscendenzaNote
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