Debutta alla 26ª posizione nella classifica FIMI.[10]
Il disco
«Non ho idea di chi siano i barbari. Ognuno ha i suoi, credo. Possono anche essere letti in positivo, come sinonimo di cambiamento, in un certo senso. Ma diciamo che c’è una maschera, dietro ci sono inquietudini, attese.»
La band ha definito l'album "fortemente autarchico" e rappresentante, dal punto di vista musicale, "una svolta netta rispetto al suono caldo e rigidamente analogico di Cattive abitudini".[1] Per Emidio Clementi è "il disco più duro che abbiamo mai fatto", "un sasso scagliato contro una finestra".[12]
L'album si caratterizza per il suono più elettronico rispetto ai precedenti lavori del gruppo e per le stratificazioni di chitarre, che secondo quanto affermato da Clementi sono una decina per traccia.[13] Al contrario dei precedenti lavori del gruppo, le musiche sono state scritte prima dei testi, in cui Clementi ha scelto di utilizzate maggiormente la rima.[13]
L'album è stato registrato e mixato da Marco Caldera, il fonico del gruppo che si era occupato già dell'uscita precedente, lo split con i Bachi da Pietra.[12] Le registrazioni e il missaggio sono avvenuti tra novembre 2012 e maggio 2013 presso i seguenti studi: il Red Carpet di Brescia (con la collaborazione di Lorenzo Caperchi[14]), il Massimo Volume Home Studio[15] di Bologna (dove Clementi ha registrato separatamente rispetto al gruppo le tracce vocali e il basso[12]) e il Vacuum di Bologna (con la collaborazione dell'assistente di studio Bruno Germano).[1] Al processo di registrazione e missaggio si aggiunge anche il membro del gruppo Stefano Pilia nello studio Blind Sun Crows di Bologna. La masterizzazione è stata effettuata nel giugno 2013[1] da Giovanni Versari a La Maestà Mastering di Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena.[16][17]
Dio delle zecche, Aspettando i barbari e Da dove sono stato sono i soli brani registrati in presa diretta.[18]
Promozione e distribuzione
L'annuncio della pubblicazione dell'album è avvenuto il 13 giugno 2013 attraverso un video diffuso sul canale YouTube dell'etichetta e sul sito ufficiale del gruppo.[19][20]
Il singolo di lancio dell'album, intitolato La cena, è stato pubblicato il 20 settembre seguente. Il videoclip della canzone è realizzato dal fumettista Gipi.[21][22]
Dal 23 al 29 settembre 2013 è stato diffuso in streaming in anteprima esclusiva sul sito della rivista la Repubblica XL.[23]
Artwork
«Due sorelle si abbracciano in quello che una volta si sarebbe definito un interno borghese. Una ha il capo riverso sulla spalla dell’altra, gli occhi chiusi, l’atteggiamento di totale abbandono. La sorella la tiene stretta a sé, protettiva. Ha lo sguardo vigile, come se fosse stata attratta di colpo da un rumore, da qualcosa che fra un attimo spezzerà l’intimità della scena.»
La cena: è il primo brano scritto per l'album.[13] Parla della famiglia di Clementi, in particolare la figura materna, e della giovinezza trascorsa a San Benedetto del Tronto, sua città natale. La Via dei Tigli[citazione 1] di cui canta si riferisce infatti a una via vicino al porto della cittadina.[13] Allo stesso modo in cui nell'album precedente è stata citata Via Vasco De Gama.[28]
La notte: inizialmente doveva essere scartato dall'album. Clementi spiega che è «un collage di persone. Ho preso un po' di qui e un po' di là, tra alcune delle persone che conosco, non per forza legate tra loro.» La notte può anche essere intesa come la morte.[11]
Silvia Camagni: Il testo è ispirato al brano She's a Woman (And Now He Is a Man) dall'album Warehouse: Songs and Stories degli Hüsker Dü.[29] Silvia Camagni, amica di Clementi, ha anche collaborato con i Massimo Volume in passato.[32] Il pezzo ha assunto la forma definitiva soltanto l'ultimo giorno di missaggio, quando Stefano Pilia ha avuto l'idea di aggiungere un'altra chitarra elettrica, da Clementi definita "aperta e lirica".[33]
Vic Chesnutt, cantautore statunitense morto nel 2009.
«Ricordati di Chesnutt | quando leggi Stevens | ricordati di Chesnutt | quando guardi Guston | ricordati di Chesnutt | quando ascolti Ritchman [sic] | ricordati di Chesnutt | quando suoni "Glue Man"»
Il brano Vic Chesnutt è dedicato al cantautore statunitense Vic Chesnutt e comprende numerosi riferimenti ai personaggi a cui Chesnutt si è ispirato. Si tratta del poeta Wallace Stevens, a cui Chesnutt ha dedicato l'omonima traccia tratta dall'album North Star Deserter), del musicista Jonathan Richman (erroneamente riportato come "Ritchman") e del pittore Philip Guston, come il brano omonimo dell'album At the Cut. In questo brano Vic Chesnutt urla «Bad habits», così come fa Clementi. «Bad habits» inoltre si traduce in «Cattive abitudini», titolo dell'album dei Massimo Volume del 2010.[35]
«Il nemico avanza, noi ci ritiriamo, il nemico si accampa, noi lo tormentiamo, il nemico è stanco, noi lo attacchiamo, il nemico arretra, noi lo bracchiamo.»
(Citazione in Il nemico avanza.)
«
"Divide our forces to arouse the masses, concentrate our forces to deal with the enemy."
"The enemy advances, we retreat; the enemy camps, we harass; the enemy tires, we attack; the enemy retreats, we pursue."
"To extend stable base areas, employ the policy of advancing in waves; when pursued by a powerful enemy, employ the policy of circling around."
"Arouse the largest numbers of the masses in the shortest possible time and by the best possible methods."»
^(EN) Aspettando i Barbari Release, su redcarpetstudio.eu, 22 ottobre 2013. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2014).
^Ovvero l'abitazione di Emidio Clementi. (EN) Massimo Volume Brand New Album, su redcarpetstudio.eu, 7 aprile 2011. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2014).
^abcdefghiAspettando i Barbari, su massimovolume.it. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2014).
Massimo Volume New Album Production, su redcarpetstudio.eu, Red Carpet Studio, 26 maggio 2013. URL consultato l'8 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2014).
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