Arthur Moeller van den BruckArthur Moeller van den Bruck (Solingen, 23 aprile 1876 – Berlino, 30 maggio 1925) è stato uno storico e scrittore tedesco. BiografiaSi dedicò principalmente alla filosofia della storia[1]. Dal 1904 al 1910 pubblicò l'opera enciclopedica Die Deutschen e nel 1914 si arruolò volontario nella prima guerra mondiale[2]. Fu conosciuto in Italia in quegli anni per la sua opera Die italienische Schönheit (La bellezza italiana) sull'arte italiana, del 1913, pubblicata dopo un viaggio nel paese. Pubblicò dal 1906 al 1922 la prima traduzione in tedesco di tutte le opere di Dostoevskij. Nel 1916 pubblicò il primo saggio in cui si ispira al nazionalismo tedesco Der preußische Stil (Lo stile prussiano). La sua opera più nota è Das Dritte Reich (il Terzo Reich) del 1923[3], di forte critica al liberalismo, con il quale viene considerato uno dei principali esponenti della rivoluzione conservatrice tedesca[4]. L'opera è inoltre profondamente ispirata all'esempio del fascismo italiano (il "nazionalsocialismo italiano") per l'idea di "sottomissione del radicalismo economico mediante l'azione di un regime armato" e si definisce la necessità per la Germania post-bellica di un "terzo Regno" inteso non solo in senso storico-politico come successore del l'Impero Tedesco ma anche come sintesi di conservatorismo e socialismo. Nonostante il proprio nazionalismo e la propria opposizione a marxismo, liberalismo, capitalismo e parlamentarismo, Moeller van den Bruck fu un precoce critico di Adolf Hitler e del suo movimento nazista accusandoli di "primitività proletaria" nonostante l'influenza che l'opera ebbe sul futuro Fuhrer e sul suo partito che adottarono molti termini e tematiche dall'opera (in primis quello, appunto, di Terzo Reich). Nello stesso periodo di scrittura di Das Dritte Reich soffrì di sifilide nervosa che gli provocò frequenti periodi di incoscienza e paralisi, oltre che l'emergere di allucinazioni, il fatto venne aggravato ulteriormente dalla morte repentina di suo figlio Peter Wolfgang per una polmonite, venendo per un periodo rinchiuso nel manicomio di Grunewald sulla Luzener-Strasse. Morì suicida a Berlino nel 1925 a 49 anni per un colpo di pistola alla tempia. Opere
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