Arrigo Lorenzo Osti
Arrigo Lorenzo Osti (Mantova, 26 agosto 1891 – Roma, 4 novembre 1977) è stato un militare e ufficiale italiano, veterano della prima, dove operò come dirigibilista, e seconda guerra mondiale, decorato di tre Medaglie di bronzo al valor militare. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale ricoprì l'incarico di direttore generale della società Italcable. BiografiaNacque a Mantova il 26 agosto 1891,[1] figlio di Annibale e Maria Bonvicini.[N 1] Nel 1909 entrò iniziò a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno da cui uscì con il grado di guardiamarina nel 1912.[2] Nel 1914 fu trasferito in servizio dallo Stato maggiore della Marina a un gruppo di dirigibili che poi entrarono a far parte della prima ossatura dell’aeronautica militare italiana, utilizzando vari aeroscali tra i quali Campalto e Grottaglie.[2] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, prese parte a numerose azioni belliche venendo decorato con due Medaglie di bronzo al valore militare per azioni compiute nel cielo di Lussinpiccolo (3 settembre) e Sebenico (31 ottobre 1916) e poi ancora nel 1918.[2] Nel maggio 1917 sposò la signorina Mercedes del Bono, conosciuta negli anni dei frequentazione dell'accademia e figlia del futuro Ministro della Marina, l'ammiraglio Alberto Del Bono.[3] Nel 1920 nacque il figlio Gian Lupo.[4] Subito dopo la fine della grande guerra comandò nel 1919 l’aeroscalo di Jesi e nel 1923 quello di Sebenico.[2] Nei primi anni venti si iscrisse alla facoltà di ingegneria all'università di Napoli, e dopo essersi laureato lasciò la Marina per entrare a far parte della dirigenza della società privata Italcable[N 2] di Roma.[3] Diresse personalmente la posa del primo cavo sottomarino italiano tra l’Italia e il Sud America.[3] Ritornò in servizio attivo agli inizi della seconda guerra mondiale con il grado di capitano di fregata, distinguendosi subito per una brillante operazione speciale[N 3] che gli valse la concessione della terza Medaglia di bronzo al valor militare.[2] Catturato dai tedeschi a Patrasso, in Grecia, di cui era comandante del porto, subito dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, venne internato ma poi rilasciato e rimpatriato nel corso del 1944 a causa delle sue gravi condizioni di salute.[3] Ritornato in Patria entrò nel Fronte militare clandestino, rimanendovi fino alla data della Liberazione.[3] Dopo la fine del conflitto riprese il suo lavoro di ingegnere alla Italcable, di cui poi fu direttore generale.[2] Si spense nel 1977.[1] Onorificenze«Ufficiale di aeronave, coadiuvava intelligentemente con calma e ardimento il comandante, dando prova di possedere buone qualità tecniche e spirito guerresco. Alto Adriatico, Lussinpiccolo, 3 settembre 1916-Sebenico, 31 ottobre 1916.»
— Decreto Luogotenenziale 7 dicembre 1916 «Comandante di una squadriglia di dirigibili esploratori in 12 mesi di attività guerresca ed in numerose missioni di guerra dimostrava abilità, coraggio e sprezzo del pericolo, dando ai suoi dipendenti nobile esempio di alte virtù militari. Alto Adriatico, novembre 1917-novembre 1918.»
— Decreto Luogotenenziale, 10 aprile 1919 «Comandante di un gruppo di unità speciali, destinato ad interrompere all’inizio delle ostilità le comunicazioni fra due importanti basi nemiche, si dedicava con slancio e abnegazione all'approntamento dei mezzi ed all’allenamento degli ufficiali e dell’equipaggio. In ripetute missioni effettuate con le unità al suo comando, in acque vigilate e prossime a basi del nemico, dirigeva con grande perizia e coraggio lunghe e pazienti ricerche, riuscendo dopo aver superato pericoli e difficoltà,a trovare e tagliare i cavi sottomarini nemici. Canale di Sicilia, 3 luglio-22 agosto 1940.»
— Regio Decreto 11 febbraio 1943 — Regio Decreto 30 marzo 1942[5]
NoteAnnotazioni
FontiBibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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