Arnaldo di Ribagorza
Arnaldo di Ribagorza (Arnaldo in spagnolo, Arnau, in catalano e Arnaud in francese; circa alla metà del secolo X – 990) fu Conte di Ribagorza dal 979 alla sua morte. OrigineSecondo il Codice di Roda, Arnaldo era il figlio maschio secondogenito del Conte di Ribagorza, Raimondo II e della moglie Garsenda di Fézensac[1], che, ancora secondo il Codice di Roda era figlia di Guglielmo Garces[1] (ca. 895- ca. 960), primo conte d'Armagnac e di Fézensac, che, secondo la Genealogia Comitum Guasconiæ, era figlio del duca di Guascogna, Garcia II Sanchez[2]; anche il capitolo n° XXXVI del libro XLVI della España sagrada. 46, De las santas iglesias de Lérida, Roda y Barbastro conferma che era figlio di Raimondo II Garsenda, precisando che proveniva dalla Gallia (Garsendi nomine de galiis)[3].
BiografiaDopo il 960, suo padre, Raimondo II non viene più citato in alcun documento, e, nel 964, nel documento n° 194 del Catalunya Carolíngia, vol. II: Els diplomes carolingis a Catalunya, inerente ad una donazione (non consultato), Raimondo non viene citato, ma vengono citati, suo fratello, Unifedo, col titolo di conte, gli altri figli e la moglie (Hunifredus chomes et fratres mei et mater mea)[6], per cui si presume che Raimondo sia morto tra il 960 ed il 964.
Suo fratello, Unifredo governò la contea unitamente ad Arnaldo e all'altro fratello, Isarno, sui quali, con l'appoggio della madre, Garsenda, aveva la preminenza[8][9]. Arnaldo, tra il 966 ed il 975 lo troviamo citato in tre documenti del Catalunya Carolíngia, vol. II: Els diplomes carolingis a Catalunya (non consultato)[6]:
Non si conosce la data esatta della morte di suo fratello, Unifredo, che si presume tra il 979 ed il 980 e, secondo il capitolo n° XXXVI del libro XLVI della España sagrada. 46, De las santas iglesias de Lérida, Roda y Barbastro fu tumulato nel monastero di Santa Maria d'Alaó a Sopeira[10].
Di Arnaldo, oltre al fatto di essere succeduto ad Unifredo[11][12], non si hanno altre notizie. Arnaldo morì verso il 990, in quanto nel dicembre di quell'anno, la madre, Garsenda di Fézensac, il fratello, il conte Isarno, e la sorella, Tota (Garsinnis chometissa et...Isarnus...comes sive germana mea Tota), fecero una donazione, senza che Arnaldo fosse citato, come da documento n° 289 del Catalunya Carolíngia, vol. II: Els diplomes carolingis a Catalunya (non consultato)[13].
DiscendenzaDi Arnaldo non si conosce il nome di una eventuale moglie e di lui non si hanno notizie di una eventuale discendenza[6]: Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiografica
Voci correlateCollegamenti esterni
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