Dal punto di vista araldico la Firenze Medievale rappresenta una realtà unica nel suo genere. Accanto all’affermarsi delle armi gentilizie delle famiglie nobili, in ambito fiorentino si assiste ad una vera e propria proliferazione di "insegne civiche o di comunità" attraverso le quali si contraddistinguevano istituzioni, magistrature ed uffici pubblici; tale simbologia risultò forse più significativa che altrove. Il motivo di questo rigoglioso stemmario cittadino è da ricercasi nella storia stessa della Repubblica di Firenze ed in particolare negli avvenimenti che, nella seconda metà del XIII secolo portarono alla costituzione del Governo del Primo Popolo (1215) e quindi, con la promulgazione degli "Ordinamenti di Giustizia" dell'anno 1292, ad una significativa emarginazione della nobiltà di origine feudale dalla vita politica cittadina.
D'argento al cavaliere in armatura tenente una spada sguainata con la mano destra ed un palvese (scudo) con la croce del popolo nella sinistra, su di un cavallo bianco con la gualdrappa verde ornata della Croce del Popolo sulla parte terminale.
Magistrato dei Cinque Conservatori del Contado e Dominio Fiorentino
D'azzurro alla colomba sorante d'argento posata su un rametto di olivo al naturale.
Conservatori di Legge
D'argento alla figura di donna (o della Giustizia) a piedi nudi con gonna rossa e corpetto azzurro, il braccio destro alzato impugnante una spada, il sinistro tenente una bilancia[5].
D'argento alla figura di giovane in calzamaglia rossa e giaccone azzurro, con polsini e colletto bianco, il braccio destro a squadra, il sinistro pende lungo il fianco; nelle mani un cartiglio spezzato[7].
Maestri di Dogana
D'azzurro alla torre quadra con merli guelfi d'oro.
D'azzurro ai due delfini d'oro affrontati dalle cui bocche escono due montoni di rosso; fra di essi un moggio d'oro dal quale sporgono cinque spighe di grano al naturale.
Maestri della Gabella e dei Contratti
D'argento al leone rampante d'oro lampassato di rosso abbrancante in alto un cartiglio d'oro con la scritta maiuscola "CONTRATTI".
Ufficio delle Decime
D'argento al giglio di Firenze di rosso dimezzato verticalmente a destra accompagnato a sinistra da una lettera V maiuscola dello stesso[8]
Magistrato dell'Onestà
D'argento ai due leoni controrampanti d'oro con un picco giglio di Firenze fra le loro teste.
Suddivisione amministrativa della città: Quartieri, Sestieri e Gonfaloni
La città medievale era divisa in quattro quartieri denominati come le vecchie porte (Porta del Vescovo o del Duomo, Porta S.ta Maria, Porta S. Piero e Porta S. Pancrazio o Brancazio). Con l'ampliamento della città nell'anno 1078 e l'allargamento all'Oltrarno della cinta muraria (ultimata nel 1258) la città venne divisa in sestieri ed i vecchi quartieri furono aboliti. I sestieri sopravvissero fino al 1343, anno della cacciata da Firenze di Gualtieri di Brienne, noto come il Duca di Atene. Dopo tale data, nell'ambito delle numerose riforme che seguirono, furono ripristinati i quartieri a loro volta suddivisi nei Gonfaloni. Tali quartieri furono rinominati con il nome della chiesa principale presente all'interno del quartiere stesso (Santo Spirito, Santa Croce, Santa Maria Novella, San Giovanni).
I primi quartieri
I quattro antichi quartieri, Porta del Vescovo o del Duomo, Porta S.ta Maria, Porta S. Piero e Porta S. Pancrazio o Brancazio, sono esistiti fino alle riforme del 1172. Gli stemmi degli antichi quartieri non sono attestati, è molto probabile che, nel periodo della loro esistenza, la scienza araldica non si fosse ancora pienamente sviluppata.
I sestieri furono istituiti nel 1173 ed aboliti nel 1343 con l'istituzione dei nuovi quartieri. Anche i sestieri erano divisi in gonfaloni (tre o quattro per ciascun sestiere). Segue la descrizione di Giovanni Villani (La Cronica, libro III, Cap II):
"Sestiere di Oltrarno colla insegna del ponte; San Piero Scheraggio colla insegna del Carroccio, il quale Carroccio di marmi fu recato da Fiesole a Firenze ed è nella fronte di detta Chiesa di San Piero; Borgo colla insegna del becco imperiocché in quello Sesto stavano tutti i beccai e di loro mestiere ed erano a qué tempi molto innanzi alla città; San Brancazio colla insegna della branca di leone per lo nome, Porta del Duomo colla insegna del Duomo, e porta San Piero colla insegne delle chiavi."
SESTIERI
Stemma
Denominazione e Blasonatura
Sestiere Oltrarno
D'argento al ponte merlato di rosso.
Sestiere di San Piero Scheraggio
D'argento alla ruota d'azzurro
Sestiere Borgo Santi Apostoli
D'argento al becco di nero.
Sestiere San Brancazio (San Pancrazio)
D'argento alla branca di Leone rossa in banda movente dal lato dello scudo.
I sestieri sopravvissero fino al 1343, anno della cacciata da Firenze di Gualtieri di Brienne, noto come il Duca di Atene; dopo tale data, nell'ambito delle numerose riforme che seguirono, furono ripristinati i quartieri a loro volta suddivisi nei Gonfaloni. Tali quartieri furono rinominati col nome della chiesa principale presente all'interno quartiere stesso (Santo Spirito, Santa Croce, Santa Maria Novella, San Giovanni). I quartieri (suddivisi nei gonfaloni) sopravvissero fino al 1532 anno della nomina di Alessandro dei Medici detto "il Moro" a Duca di Firenze.
Stemma
Denominazione del quartiere e Blasonatura
Santo Spirito
D'azzurro alla colomba bianca[10] (d’argento) con cinque raggi dorati nel becco
Alias: D'azzurro alla colomba dello Spirito Santo d'argento nimbata di rosso, raggiante in punta di cinque raggi d'oro dal becco.
Santa Croce
D'azzurro alla droce d'oro.
Santa Maria Novella
D'azzurro al sole raggiante d'oro.
San Giovanni
D'azzurro al tempio d'oro raffigurante il battistero.
Alias: D'azzurro al battistero di S. Giovanni d'oro, accostato da due chiavi cadenti, addossate e legate in capo dell'utimo.
Gonfaloni dei Quartieri Storici
Dal 1343 ogni quartiere storico era suddiviso a sua volta in quattro zone dette "Gonfaloni" formate dalle rispettive Parrocchie o Popoli, distinte da una propria arma parlante. I gonfaloni, già esistenti anche nella suddivisione in sestieri, vennero riformati, con l'istituzione dei quartieri, in nuovi gonfaloni; i gonfaloni del quartiere Oltrarno confluirono in toto nel quartiere di Santo Spirito. A queste insegne i guelfi aggiunsero il capo di Angiò[13]. L'autorità del Gonfalone era subordinata a quella del quartiere. Ogni Gonfalone comprendeva determinate parti della città separate tra loro o dall'Arno o dalle mura o da alcune delle strade principali. Questa suddivisione aveva scopi amministrativi e militari e ciascun gonfalone doveva eleggersi un Gonfaloniere, chiamato “di compagnia”, perché doveva radunare e comandare una compagnia di milizie cittadine per la difesa del Palazzo dei Signori e della libertà popolare. I sedici Gonfalonieri costituivano poi una sorta di Consiglio che, opportunamente convocato, doveva discutere insieme al Gonfaloniere di Giustizia ed ai Priori di Libertà gli interessi della Repubblica.
Gonfaloni del quartiere di Santo Spirito
Stemma
Denominazione e Blasonatura
Scala
Di rosso alla scala d'argento posta in banda.
Nicchio
D'azzurro al riquadro d'argento caricato da cinque nicchi (conchiglie) rossi.
L'Oste (esercito) della Repubblica di Firenze era formato da personale fornito da sestieri e gonfaloni; aveva un'insegna partita d'argento e di rosso. L'organizzazione generale riproponeva quella della città, a capo delle truppe del sestiere c'era un capitano a cui afferivano i gonfalonieri che comandavano le truppe dei gonfaloni. Le insegne militari di tali reparti riprendevano dunque le insegne delle suddivisioni cittadine. La cavalleria di ciascun sestiere aveva una propria insegna, ogni cavaliere ne portava una in forma di fiamma affissa alla propria lancia; i reparti scelti della fanteria avevano una propria insegna[17].
«Le 'nsegne dell'oste erano le prime del Comune dimezzate bianche e vermiglie: queste aveva la podestà. Quelle della posta dell'oste e guardia del carroccio erano due, l'uno campo bianco e croce piccola rossa, l'altro per contrario campo rosso e croce bianca. [...] Quelle de' balestrieri erano due, l'una il campo bianco, e l'altra vermiglio, in ciascuno il balestro; e per simile modo quelle de' pavesari, l'uno gonfalone bianco col pavese vermiglio e il giglio bianco, e l'altro rosso col pavese bianco e 'l giglio rosso; e quegli degli arcadori l'uno bianco e l'altro rosso, iv'entro gli archi; quello della salmeria era bianco col mulo nero; e quello de' ribaldi bianco co' ribaldi dipinti in gualdana e giucando»
Poste dell'Oste e Guardia del carroccio: insegna bianca
D'argento alla crocetta (scorciata) di rosso.
Poste dell'Oste e Guardia del carroccio: insegna rossa
Di rosso alla crocetta (scorciata) d'argento.
Cavalleria del Sestiere Oltrarno
D'argento pieno.
Cavalleria del Sestiere San Piero Scheraggio
Fasciato di nero e d'oro.
Cavalleria del Sestiere Borgo
Palato d'argento e d'azzurro.
Cavalleria del Sestiere San Brancazio
Di rosso pieno.
Cavalleria del Sestiere Porta san Piero
D'oro pieno.
Balestrieri: Compagnia Bianca
D'argento alla balestra al naturale.
Balestrieri: Compagnia Rossa
Di rosso alla balestra al naturale.
Palvesari: Compagnia Bianca
D'argento al palvese di rosso al giglio di Firenze d'argento.
Palvesari: Compagnia Rossa
Di rosso al palvese d'argento al giglio di Firenze di rosso.
Arcadori: Compagnia Bianca
D'argento all'arco al naturale.
Arcadori: Compagnia Rossa
Di rosso all'arco al naturale.
Picconi
D'argento al piccone al naturale
Salmeria
D'argento al mulo di nero
Zappe
D'argento alla zappa al naturale
Pale
D'argento alla pala al naturale
Asce
D'argento all'ascia al naturale
Il Governo di Gualtieri di Brienne
Il Duca di Atene, durante il suo breve Governo, nominò nuovi priori ed assegnò loro un nuovo gonfalone di giustizia.
Segue la descrizione di Giovanni Villani:
“A dì XV d'ottobre il duca fece nuovi priori, i più artefici minuti, e mischiati di quelli che loro antichi erano stati Ghibellini; e diè loro un gonfalone di giustizia così fatto di tre insegne, ciò fu di costa all'asta l'arme del Comune, il campo bianco e‘l giglio rosso; e apresso in mezzo la sua il campo azzurro biliottato col leone ad oro, e al collo del leone uno scudetto dell'arme del popolo: appresso l'arme del popolo in campo bianco e alla croce vermiglia, e di sopra il rastrello del re.”
Stemma
Descrizione e Blasonatura
Gonfalone di Giustizia di Firenze sotto Gualtieri VI di Brienne detto il Duca di Atene
Stemma personale di Gualtieri VI di Brienne detto il Duca di Atene
D'azzurro bigliettato d'oro al leone del secondo caricato sul collo dall'arme del Popolo di Firenze (d'argento alla croce di rosso).
Note
^Tale stemma rappresenta la comunità di Firenze e di Fiesole. La nascita di questo stemma è legato alla conquista fiorentina di Fiesole nel 1125. Con l'annessione della città collinare si viene a creare una nuova insegna. Il nuovo emblema araldico nasce come l'unione dei campi dei due vessilli cittadini: l'argento di Fiesole, privo della mezzaluna azzurra, con il rosso di Firenze, spogliato dal giglio argenteo [cfr. stemma di Firenze e stemma di Fiesole].
^Blasonatura originale. La destra araldica è la sinistra dell'osservatore, secondo tale regola la blasonatura corretta sarebbe: "D'argento, a Sinistra al giglio di Firenze di rosso dimezzato verticalmente, accompagnato a destra da una lettera V maiuscola dello stesso".
^Discrepanza fra le fonti: in alcune il campo dell'arma appare d'argento; in alcune blasonature il campo non viene citato.
^abcdefghiNella blasonatura degli stemmi dell'araldica fiorentina medievale è molto frequente l'utilizzo del termine "bianco" anziché dell’araldicamente più corretto "d'argento". Più raramente si trova il termine "giallo" al posto del più corretto "d'oro"
^abcdefda NUOVA CRONICA, Giovanni Villani, Libro Settimo, capitolo XXXIX.
^abcdGonfalone del "Drago" detto talvolta del "Drago Verde". Si noti che i quartieri di Santo Spirito e di San Giovanni (analogamente ai Sestieri di Oltrarno e di Porta del Duomo) hanno entrambi un gonfalone "del Drago" le cui armi differiscono unicamente per il colore del campo.
^Nella blasonatura degli stemmi dei gonfaloni la dicitura "il tutto abbassato dal capo di Angiò" viene omessa.
^La stella richiama quella del Presepe: "come essa ha guidato i Re Magi verso Cristo, così guiderà l'attività dei Giudici verso la Verità".
^Stemma alludente. Il torsello definito come "balla di panno legato ad un laccio" era il metodo medievale per trasportare le merci. Non è da escludere che l'aquila alluda al trasporto delle merci stesse.
^I Medici e Speziali adottano nello stemma la Madonna, loro Santa protettrice
^NUOVA CRONICA Giovanni Villani Libro Settimo, capitolo XL.
Bibliografia
Luciano Artusi, Firenze araldica, Firenze, Polistampa, 2006. ISBN 88-596-0149-5.
Orgera, V., G. Balzanetti et al. Firenze: il quartiere di Santo Spirito dai gonfaloni ai rioni. Firenze: Alinea Editrice, 2000.
Giovanni Villani, Nova Cronica, Firenze sec. XIV ma Giunti, Venezia 1537 (editio princeps).
Marchionne di Coppo Stefani, Cronaca fiorentina, a cura di Niccolò Rodolico, Città di Castello, S. Lapi, 1903-1955 («Rerum italicarum scriptores», t. XXX, p. I).