Arabinosio
L'arabinosio è un monosaccaride aldoso e pentoso, ovvero contenente 5 atomi di carbonio e un gruppo aldeidico, con formula bruta C5H10O5. A temperatura ambiente si presenta come un solido cristallino incolore. Il suo nome deriva dalla gomma arabica, dove fu isolato per la prima volta[2]. ProprietàAl contrario di molti altri saccaridi, l'arabinosio è molto più comune negli organismi nella sua configurazione L piuttosto che in quella D. Biosintetizzato a partire dal glucosio tramite degradazione di Wohl[3], in natura lo si può trovare nei tessuti vegetali sotto forma di saponina, o come componente di biopolimeri come l'emicellulosa e la pectina. Isomeri
ProduzioneL' L-arabinosio può essere ottenuto idrolizzando la gomma di mesquite con dell'acido solforico scaldando la mistura per circa tre ore e successivamente neutralizzando l'acido e purificando il prodotto per ricristallizzazione[4]. Applicazioni e impieghiIn ambito biomedico e biomolecolareL'operone L-arabinosio è un importante operone in biologia molecolare e ingegneria biomedica. L'arabinosio può essere usato come nutrimento per le colture di batteri in laboratorio. Nell'aprile 2012 dei ricercatori del Medical Research Council hanno usato l'arabinosio al posto del ribosio e del desossiribosio per un acido xenonucleico, capace di trasmettere informazione genetica[5][6]. In cucinaInfine l'arabinosio viene utilizzato come dolcificante (specie nei pre-diabetici e nei diabetici), essendo un antagonista della saccarasi , l'enzima che scinde fruttosio e glucosio nell'intestino tenue. Note
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