Anomalurus beecrofti
L'anomaluro di Beecroft o scoiattolo a coda squamosa di Beecroft (Anomalurus beecrofti Fraser, 1853) è un mammifero roditore della famiglia Anomaluridae. Alcuni autori considererebbero questa specie come facente parte di un genere monospecifico a sé stante nell'ambito della sottofamiglia Anomalurinae, Anomalurops[2]. DistribuzioneVive in Africa centrale, nella fascia tropicale compresa grossomodo fra la Guinea, l'Angola, lo Zambia e l'Uganda. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle foreste tropicali e subtropicali con folta vegetazione arborea ed arborescente, nell'ambito delle quali colonizza le cime degli alberi. DescrizioneDimensioniMisura fino a 30 cm di lunghezza (più quasi altrettanti di coda), per un peso che supera i 650 g[3]. AspettoIl pelo è folto e morbido, di colore grigiastro con sfumature ocra su nuca, schiena e quarto posteriore, mentre sul dorso possono o meno essere presenti brizzolature nere sparse: la zona ventrale ha un colore che varia individualmente fra biancastro e grigio, solitamente più scuro sulla gola, mentre sulla sommità del cranio è presente una piccola macchia circolare di pelo bianco. La testa è grossa ed arrotondata, con muso rivolto leggermente verso il basso. Gli occhi sono grossi e di colore bruno-nerastro, le vibrisse sono piuttosto lunghe, mentre le orecchie sono piccole e arrotondate. BiologiaSi tratta di animali dalle abitudini principalmente crepuscolari e notturne: durante il giorno riposano in nidi posti in alto fra gli alberi che essi stessi si costruiscono con foglie secche e ramoscelli e nei quali può trovare rifugio un singolo esemplare od una coppia di questi animali, mentre altri esemplari si costruiscono nidi propri anche sullo stesso albero. In questo, la specie differisce dalle altre specie congeneri[4]. Al tramonto, l'animale si sveglia e, dopo essersi stiracchiato e toelettato per un po', esce dal nido e va alla ricerca di cibo planando di albero in albero ed utilizzando le scaglie poste alla base della coda come sorgente d'attrito per fermarsi durante l'atterraggio. AlimentazioneSi tratta di animali strettamente erbivori, che si nutrono in particolare di corteccia e semi, per avere ragione dei quali utilizzano la forte muscolatura mascellare. RiproduzioneIl periodo riproduttivo coincide con la parte finale della stagione delle piogge, durante la quale ciascuna femmina può svezzare con successo anche due cucciolate, ciascuna delle quali conta un unico cucciolo già ricoperto di pelo ed in grado di vedere. Il piccolo viene allattato dalla madre ed in seguito nutrito da ambedue i genitori con cibo già masticato che essi conservano nelle tasche guanciali, che secondo la cultura tradizionale sono così piene da diventare delle dimensioni di un mandarino. Per il resto poco o nulla si sa dei rituali di accoppiamento di questo animale, anche se è stata notata la presenza di tappi vaginali nelle femmine incinte[6]. Note
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