Angiolo Carrara Verdi
Angiolo Carrara Verdi (Busseto, 1880 – .) è stato un politico italiano. BiografiaOrigini familiariQuando il compositore Giuseppe Verdi morì nel gennaio 1901, non aveva eredi diretti, dato che entrambi i figli (avuti dalla prima moglie, Margherita Barezzi) erano morti in tenera età. Nel 1868 aveva provveduto ad adottare e a crescere come una figlia la cugina Filomena Verdi, che ne divenne poi erede universale[1][2], mutando il nome di battesimo in Maria. Nell'ottobre 1879 la ragazza si sposò con Alberto Carrara (1854-1925), il cui padre, Angiolo Carrara (1825-1904), era il notaio di Verdi. Dall'unione nacquero Giuseppina (1879-1927) e Angiolo Carrara. L'erede di Giuseppe VerdiSecondo un aneddoto familiare, il giovane Angiolo Carrara, indeciso sulla carriera da intraprendere, tra il notaio e il musicista, interpellò il nonno Giuseppe Verdi, il quale gli rispose che in famiglia preferiva avere "un notaio scadente piuttosto che un musicista mediocre"[3]. Intraprese perciò la carriera di notaio come il nonno[4]. Ex ufficiale di complemento dei bersaglieri durante la Grande guerra, fu uno degli esponenti dello squadrismo della bassa parmense, e con il grado della MVSN di seniore fu comandante della 74ª Legione CC.NN "Taro", con sede a Borgo San Donnino, dalla fondazione fino al 1926, quando passo' l'incarico al console Remo Ranieri[5][6]. Nel 1924 nacque il figlio Alberto (1924-2001). Nel 1928, con Regio Decreto, fu concesso ad Angiolo il doppio cognome Carrara-Verdi[4], dando inizio al ramo dei Carrara-Verdi[7][8]. Nel 1929 si costituì anche a Parma l'associazione nazionale bersaglieri cui Angiolo Carrara Verdi aderì fin dalla fondazione[9], divenendone successivamente presidente provinciale con il grado di tenente colonnello[10]. Dal 1929 al 1933, Angiolo Carrara Verdi ricoprì l'incarico di Preside del Rettorato di Parma[11][12]. Dopo la morte della madre, nel 1936, essendo già mancata la sorella Giuseppina, proseguì l'opera della madre assumendosi l'onere di conservare intatto il patrimonio ereditato dall'illustre antenato[13] CuriositàLo zio era Lino Carrara che fu direttore de il Resto del Carlino. Note
Bibliografia
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