Andrej Romanovič Čikatilo
Andrej Romanovič Čikatilo (in russo Андрей Романович Чикатило?; Jablučne, 16 ottobre 1936 – Novočerkassk, 14 febbraio 1994) è stato un serial killer sovietico, dal 1991 ucraino, soprannominato il "Mostro di Rostov", "Cittadino X", "Lo squartatore rosso" e "Macellaio di Rostov". Fu accusato dell'omicidio di 53 persone (donne, bambini e adolescenti di ambo i sessi) tra il 1978 e il 1990. BiografiaPrimi anniČikatilo nacque nel villaggio di Jablučne, RSS Ucraina, nel 1936. La sua infanzia fu particolarmente traumatica: l'URSS sarebbe entrata a breve in guerra con la Germania. Durante la seconda guerra mondiale, la madre fu spesso vittima di stupri e violenze da parte dei soldati nazisti, e probabilmente proprio da uno di questi stupri nacque la sorella Tat'jana; Čikatilo fu anche testimone dei devastanti effetti dei bombardamenti tedeschi e la sua mente fu invasa da fantasie nelle quali portava ostaggi tedeschi nei boschi e procedeva alla loro esecuzione, fantasie che ebbero poi un nesso con i suoi omicidi. Mentre suo padre era in guerra, Čikatilo dormiva insieme a sua madre. I frequenti episodi di incontinenza notturna erano da lei brutalmente puniti e Čikatilo era picchiato e umiliato. Suo padre, catturato e imprigionato dai nazisti, ritornò a casa nel 1949. Andrei Čikatilo ebbe buoni risultati a scuola e riuscì a conseguire il diploma, ma fallì l'esame di ammissione all'Università di Mosca. Dopo aver finito il servizio nazionale nel 1960, si spostò a Rodionovo-Nesvetajskaja e vi trovò impiego come tecnico telefonico. Il primo atto di violenza a sfondo sessuale di Čikatilo avvenne nell'adolescenza quando, a 18 anni, aggredì una ragazza di 13 anni, amica di sua sorella. Questa aggressione dimostra l'associazione del sesso alla violenza che lo ha accompagnato per tutta la vita. Čikatilo si sposò nel 1963 con Feodosia Odnačëva (1939-2005), con un matrimonio organizzato dalla sorella più giovane, mossa a compassione dall'incapacità del fratello di trovare una fidanzata e che gli fece conoscere una sua amica. Sebbene soffrisse di frequente impotenza e avesse una vita sessuale praticamente inesistente, Čikatilo ebbe una figlia ed un figlio: Ljudmila (1965) e Jurij (1969). Si iscrisse con successo alla Libera Università di Arte di Rostov e nel 1971 ottenne la laurea in Lingua e Letteratura Russa e tentò la carriera di insegnante a Novošachtinsk. I risultati furono però scarsi, essendo incapace di ottenere una qualsiasi forma di rispetto dai suoi alunni; continuò la professione spostandosi di scuola in scuola quando era sospettato di abusi sessuali. Nel ruolo di maestro, abusava dei propri studenti, ma non fu mai arrestato: le autorità scolastiche preferivano licenziarlo invece di iniziare un'indagine e rovinare la reputazione della scuola. Alla fine trovò lavoro come commesso viaggiatore per una fabbrica con sede a Rostov che produceva materiali da costruzione: approfittò dei numerosi viaggi di lavoro nell'Unione Sovietica per commettere i suoi crimini. Gli omicidiNel 1978 Čikatilo si spostò a Šachty, una piccola città mineraria vicino a Rostov, dove commise il suo primo omicidio documentato. Il 22 dicembre, attirò una bambina di 9 anni in una vecchia casa che aveva comprato all'insaputa della sua famiglia e tentò di stuprarla. Quando la bambina si ribellò e cercò di scappare, la pugnalò a morte. Mentre l'accoltellava, eiaculò. L'atto gli piacque talmente che da quel momento in poi accoltellare donne e bambini, fino a provocarne la morte, sarebbe stato il suo unico modo di procurarsi piacere. Applicò questo modus operandi a ogni suo omicidio. Nonostante non ci fossero chiare prove che lo legavano all'omicidio della bambina, un giovane uomo già condannato in precedenza per stupro, Aleksandr Kravčenko, fu in seguito arrestato e giustiziato per il crimine. Čikatilo non uccise più fino al 1982, anno in cui però fece molte vittime: s'aggirava attorno a stazioni di autobus o treni avvicinando giovani vagabondi, spingendoli ad allontanarsi, e il bosco più vicino diventava la scena per un nuovo omicidio. Nel 1983 non uccise nessuno fino a giugno, ma nei mesi estivi altre quattro persone, donne e bambini, caddero preda della sua furia maniaca. Čikatilo solitamente tentava di avere rapporti sessuali con le vittime, ma spesso era incapace di raggiungere un'erezione. Riusciva a raggiungere l'orgasmo solo quando le pugnalava a morte. In quel tempo, nell'URSS, i crimini come quelli commessi da Čikatilo erano nascosti e reputati "comuni solo nelle edonistiche nazioni capitaliste". Per questo motivo i genitori ignoravano il crescente numero di vittime e non avvisavano i bambini dei pericoli. Quando, nonostante la mancanza di informazioni ufficiali, negli anni ottanta iniziarono a circolare notizie di selvaggi omicidi, nella comunità ucraina nacquero dicerie circa stranieri che uccidevano bambini sovietici in preparazione di un'invasione e la presenza di lupi mannari. Sei corpi (su un totale di quattordici vittime) furono scoperti. Questo portò a una risposta da parte della polizia di Mosca: un team guidato dal maggiore Michail Fetisov fu inviato a Rostov sul Don per dirigere le indagini. Fetisov concentrò le indagini intorno a Šachty ed assegnò all'esperto medico legale Viktor Burakov la guida delle operazioni. Furono indagati tutti i malati di mente e i colpevoli di crimini sessuali dell'area, eliminando uno alla volta quelli che non erano coinvolti. Un certo numero di ragazzi confessò gli omicidi, ma solitamente erano malati di mente che ammettevano le loro colpe solo dopo lunghi e brutali interrogatori. Almeno uno dei sospetti si suicidò in cella. Quando la maggior parte delle vittime iniziarono a essere ragazzi, vennero setacciate le comunità gay. Oltre 150.000 persone furono interrogate e schedate prima che anche questa strategia fosse abbandonata. Nel 1984 furono commessi altri quindici omicidi. La polizia aumentò il numero di pattuglie ed agenti in borghese alle principali fermate di trasporti pubblici. Arresto e rilascioČikatilo venne trovato ad agire in modo sospetto a una fermata del bus a Rostov e quindi arrestato. Fu scoperto che era sotto investigazione per piccoli furti da uno dei suoi datori di lavoro e questo diede i diritti legali per tenerlo in stato di fermo per un prolungato periodo di tempo. L'oscuro passato di Čikatilo fu analizzato, ma non emersero prove sufficienti per incriminarlo degli omicidi. Fu accusato di altri crimini e condannato a un anno di prigione, ma dopo solo 3 mesi, nel dicembre del 1984, fu liberato. In seguito fu rivelato che Čikatilo venne inizialmente scartato dalla lista dei sospetti a causa del suo gruppo sanguigno, diverso da quello dei campioni di liquido seminale lasciati dall'omicida. Il medico legale affermò che Čikatilo doveva essere un individuo unico, nel quale il tipo di sangue differiva se analizzato in un campione ematico ed in un campione di liquido seminale. Nessun altro scienziato del tempo prese sul serio quella teoria e tutti pensarono semplicemente che i vari campioni fossero stati mischiati erroneamente. In seguito, la teoria del medico legale si dimostrò corretta. Infatti, qualche tempo dopo il definitivo arresto di Čikatilo, si scoprì che mentre la maggioranza delle persone secerne marker di proteine, anticorpi ed antigeni del sangue anche negli altri fluidi corporei (saliva, lacrime, sudore, latte, liquido seminale, ecc.), una minoranza (circa un individuo su 20.000) non possiede questa caratteristica e, per questo, l'analisi del gruppo sanguigno basato su test di generici fluidi corporei fornisce risultati errati. Al giorno d'oggi l'esame del DNA si dimostra molto più affidabile e questo problema non è più rilevante.[1] Gli esperti sovietici coinvolti nelle indagini furono ignorati e le loro teorie circa l'analisi dei campioni ridicolizzate. Non fu inoltre possibile ricercare altre prove basate su campioni biologici in quanto tali esami furono considerati troppo dispendiosi. Dello specifico caso non fu conservato alcun campione biologico. I successivi omicidi e la caccia all'uomoČikatilo trovò un nuovo lavoro a Novočerkassk e mantenne un basso profilo. Non uccise fino all'agosto del 1985, quando commise l'omicidio di due donne in occasioni separate. I successivi crimini furono perpetrati solo nel maggio del 1987 quando, durante un viaggio di lavoro a Revda, RSS Ucraina, uccise un giovane ragazzo. Uccise ancora a Zaporižžja in giugno ed a Leningrado in settembre. La fiacca indagine della polizia fu rivitalizzata nella metà del 1985, quando Issa Kostoev fu assegnato al caso. Tutti i delitti commessi intorno a Rostov furono attentamente esaminati ed i criminali sessuali interrogati nuovamente. Nel dicembre del 1985 furono rinnovate le ronde intorno alle stazioni di Rostov. Čikatilo seguì le indagini attentamente e, per oltre due anni, mantenne i propri desideri sotto controllo. La polizia ingaggiò anche uno psichiatra, la prima volta nel paese in un'indagine su un omicida seriale. Nel 1988 Čikatilo tornò a uccidere, generalmente lontano dall'area di Rostov. Uccise una vittima a Krasnyj Sulin in aprile insieme ad altre otto persone durante l'anno, di cui due a Šachty. Successivamente ci fu una lunga pausa prima di nuovi omicidi, sette ragazzi e due donne fra gennaio e novembre del 1990. La scoperta di nuove vittime portò a un'operazione massiccia da parte della polizia. Un grande numero di agenti pattugliava le stazioni di treni e bus e molte altre aree pubbliche intorno all'area di Rostov. Quelle più grandi erano pattugliate da uomini in uniforme, mentre quelle più piccole da agenti in borghese. L'idea dietro questa operazione era che dopo aver visto ingenti forze di polizia nelle stazioni maggiori, il killer avrebbe tentato di avvicinare una vittima in una stazione più piccola, dove la presenza di agenti era meno evidente. Alcuni erano travestiti da prostitute e senzatetto e viaggiavano senza meta nei posti dove i corpi delle vittime erano stati trovati. Il 6 novembre, Čikatilo uccise e mutilò Sveta Korostik. Mentre lasciava la scena del crimine, fu fermato da un agente che pattugliava la stazione dei treni e vide Čikatilo emergere dai boschi. Secondo il poliziotto, aveva un'aria sospetta. L'unica ragione per andare nei boschi era raccogliere funghi (un piatto popolare in Russia), ma Čikatilo non era abbigliato come un cercatore di funghi: indossava abiti formali e portava una borsa sportiva di nylon, sicuramente non adatta a portare funghi. Inoltre, i suoi abiti erano sporchi e aveva delle strisce di sangue sulla guancia e sull'orecchio. L'agente fermò Čikatilo e controllò i suoi documenti. Se solo avesse aperto la borsa, avrebbe trovato i seni recisi di Sveta Korostik. Quando il poliziotto tornò nei suoi uffici, compilò un rapporto dove indicava le generalità della persona fermata alla stazione dei treni. Poco dopo l'incontro, la polizia trovò due corpi, a 10 metri di distanza, vicino alla stazione Leschoz. Fu poi trovato che una delle vittime fu uccisa nella data in cui venne compilato il rapporto. Era la seconda volta che Čikatilo era indirettamente associato all'omicidio di un bambino (la prima volta avvenne nel 1978, quando un testimone riportò di aver visto un uomo, la cui descrizione combaciava con Čikatilo, insieme a una ragazza che fu poi trovata morta). Arresto e confessioneAnche dopo l'incidente, la polizia non aveva abbastanza prove per l'arresto e il processo. Čikatilo fu messo sotto stretta sorveglianza, seguito e filmato da agenti sotto copertura. Il 20 novembre 1990 Čikatilo lasciò la sua casa con un contenitore da 300 ml di birra. Čikatilo girò per tutta la città con il contenitore, tentando di avvicinare i bambini che incontrava sulla sua strada. Alla fine entrò in un bar dove comprò la birra, lasciando alla polizia l'interrogativo sul motivo che lo spinse a camminare per ore solo per comprare 300 ml di birra. L'insistenza con la quale tentava di avvicinare bambini convinse la polizia ad arrestarlo quando uscì dal bar. La polizia aveva 10 giorni per accusarlo o lasciarlo libero. A seguito dell'arresto, la polizia fece emergere un'altra prova a carico di Čikatilo: una delle sue vittime era un sedicenne fisicamente molto forte, anche se mentalmente instabile. Sulla scena del crimine furono trovati molti segni di lotta fra la vittima e il suo carnefice e una delle dita di Čikatilo aveva una ferita recente, un osso rotto da un morso umano, che lui non aveva fatto curare. La strategia usata per farlo confessare fu alquanto insolita: una delle persone che lo interrogava prese a raccontargli che tutti ritenevano che il serial killer dovesse essere un uomo molto malato e che avesse scelto di inviare le sue richieste di aiuto uccidendo. Questo diede a Čikatilo la speranza che, confessando, in caso di processo, avrebbe potuto invocare l'infermità mentale. Infine uno psichiatra fu mandato ad "aiutarlo". Questi risultò molto simpatico al prigioniero e, dopo una lunga conversazione, si ebbe la confessione. Da sola questa però non era sufficiente e Čikatilo si offrì di fornire le prove, dando alla polizia la possibilità di processarlo. Fra il 30 novembre e il 5 dicembre, confessò 56 omicidi; tre delle vittime furono impossibili da identificare perché erano state seppellite e si trovavano in avanzato stato di decomposizione. Non venne, quindi, accusato di questi omicidi. Il numero di crimini commessi sconvolse la polizia, che aveva fermato il conteggio solo a 36: alcuni non vennero collegati a lui perché avvenuti troppo lontani dai territori dove Čikatilo agiva, mentre altri non gli furono imputati perché si rese necessario l'intervento dell'omicida per recuperare i cadaveri. PrigioniaPrecauzioni speciali furono necessarie durante la prigionia di Čikatilo. I crimini violenti a sfondo sessuale, soprattutto contro i bambini, erano un tabù in Russia. I prigionieri accusati di questi reati erano "degradati" (опущены) allo stato di "intoccabili" (опущенный), sottoposti a violenze e a volte uccisi dai compagni di cella. Il problema maggiore fu che alcuni parenti delle vittime di Čikatilo erano secondini o comunque lavoravano nelle prigioni ed era molto alto il rischio di un'esecuzione prima del processo. Mentre era in cella, Čikatilo era sotto stretta sorveglianza video. Sebbene a volte si comportasse in modo bizzarro davanti agli investigatori, il suo comportamento nella cella (dove pensava che nessuno guardasse) era assolutamente normale. Mangiava e dormiva senza problemi, faceva ginnastica ogni mattina e leggeva molti libri e giornali. Dedicava molto tempo anche a scrivere lettere di lamentela alla sua famiglia, a ufficiali del governo e ai mass media. Scrivere divenne la sua passione. Quando lavorava come maestro scriveva articoli per un giornale locale su argomenti etici e morali. Čikatilo spesso scriveva lettere anonime a ufficiali del governo sull'operato dei suoi supervisori e dei suoi colleghi di lavoro, che accusava di trattarlo male e di privarlo della necessaria libertà per realizzare le proprie idee nel posto di lavoro. Mentre era in cella, venuto a conoscenza di un concorso indetto da un popolare giornale per eleggere "l'investigatore dell'anno", vi si iscrisse, candidando le proprie indagini per il premio. Processo ed esecuzioneFu processato il 4 aprile 1992. Nonostante il suo comportamento irriverente in aula, fu giudicato sano di mente. Durante il processo fu tenuto in gabbia al centro dell'aula, come reso celebre dalle immagini circolate in seguito. La misura aveva lo scopo di proteggerlo dai parenti delle vittime che, in un'atmosfera surreale, continuarono a urlare minacce e insulti a Čikatilo, chiedendo alle autorità di rilasciarlo in modo che potessero ucciderlo personalmente. Molti di loro svennero quando furono nominati i loro parenti e le guardie dovettero sedare numerose risse. Il processo terminò a luglio e la sentenza fu posticipata al 15 ottobre quando, dichiarato colpevole di 52 dei 53 omicidi di cui era accusato, fu condannato a morte per ognuno dei crimini commessi. Quando gli fu possibile parlare, Čikatilo delirò accusando il governo, alcuni leader politici, la sua impotenza (anche togliendosi i pantaloni), e difendendosi citando la famosa carestia che colpì l'Ucraina negli anni trenta (del 1932-33, ma lui nacque nel 1936). In alcuni momenti si vantò di aver fatto un favore alla società depurandola da persone inutili (molte delle sue vittime erano prostitute, alcolisti, ragazzi scappati di casa o giovani con problemi). La condanna a morte fu eseguita con un colpo alla nuca, nella prigione di Rostov il 14 febbraio 1994, dopo che il presidente russo Boris El'cin rifiutò un ultimo appello di Čikatilo. Lista delle vittime
Nella cultura di massa
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
|