Amedeo UgoliniAmedeo Ugolini (Costantinopoli, 30 aprile 1896 – Torino, 6 maggio 1954) è stato uno scrittore, giornalista e politico italiano. Giunto in Italia per arruolarsi nell'esercito nel 1916, si ferma a Chiavari alla fine della guerra e si dedica alla scrittura. Dopo che Mussolini prese il potere, partecipa alla lotta antifascista e poi alla resistenza italiana, legandovi indissolubilmente la sua storia. Esiliato a Parigi nel 1937 è animatore del giornale antifascista La voce degli italiani. Arrestato dalla Gestapo in Francia nel 1943, quindi tradotto nelle carceri italiane, viene liberato in Italia alla caduta di Mussolini. Membro del CLN e del PCI svolse un ruolo importante nell'immediato dopoguerra nel definire le istituzioni democratiche e repubblicane, in particolare a Torino dove diresse l'edizione regionale dell'Unità e fu consigliere comunale. In un'abbondante opera (romanzi, racconti, poesie, articoli di giornale), Ugolini rivendica la sua appartenenza ad un «realismo lirico» che ne fa un precursore del neorealismo: Italo Calvino vedeva in lui un vero narratore. Ma la sua maniera di narrare, molto «comportamentalista» lo ravvicina pure a scrittori statunitensi quali Ernest Hemingway o John Steinbeck. BiografiaNato a Costantinopoli il 30 aprile 1896, nipotino di un repubblicano romagnolo esiliato in Turchia per motivi politici, giunge in Italia nel 1916 per fare il militare quando l'Italia entrò in guerra dalla parte degli alleati. Dopo la guerra si stabilisce a Bologna, «città rossa», ove, nel 1923, vara con Tommaso Chiarini una rivista letteraria, L'accigliata, che rimane relativamente confidenziale. Si stabilisce poi a Chiavari, in provincia di Genova), ove si dedica alla sua attività di scrittore (romanzi, racconti, poesie) creando, con alcuni altri scrittori, un movimento che chiama «realismo lirico». Il suo lavoro ottiene un certo riconoscimento: nel 1934, con la trilogia I fuggiaschi, scritta tra il 1929 e il 1933, consegue il premio «Foce». Ciò nonostante la sua situazione economica rimane precaria. In questo periodo si sposa, e dal matrimonio avrà tre figli. A questo stesso periodo risale l'impegno politico antifascista, molto coerente con gli antecedenti famigliari. Messo sotto sorveglianza nel 1932, partecipa, con altri scrittori, alla lotta clandestina. Mantiene rapporti con gli italiani antifascisti in esilio («fuorusciti»), fin quando, nel 1937, riesce, anche lui, a partire per Parigi. Lì entra in contatto con i dirigenti del quotidiano La Voce degli italiani, quelli del gruppo vicino al PCI in esilio. Ivi pubblica vari articoli sotto vari pseudonimi e in particolare, dal 1938, prende cura della pagina culturale di questo giornale. Il tema predominante di questi articoli sarà la difesa dei repubblicani spagnoli e la condanna delle dittature nazifasciste (Italia, ovviamente, Germania, Spagna, Giappone). A questo giornale affida anche racconti, alcuni già pubblicati prima dell'esilio, altri scritti in Francia sul tema della guerra di Spagna. In quest'ambito incontra la sua seconda compagna, Gina Pifferi, anch'essa militante antifascista in esilio. Dopo aver aderito al PCI in una data indeterminata, partecipa al congresso internazionale degli scrittori, nel 1938, a fianco di Romain Rolland, Nikolaj Gogol', Henri Barbusse. Con il divieto dei partiti e dei giornali comunisti in Francia, in seguito all'annuncio del patto germano-sovietico, questo periodo d'intensa attività giornalistica finisce e Ugolini è di nuovo costretto, con Gina Pifferi, alla clandestinità. Arrestato nel gennaio 1942 dalla Gestapo viene poi consegnato alle autorità italiane e condannato a cinque anni di reclusione. Graziato e liberato il 26 agosto del 1943, dopo la prima caduta di Mussolini, raggiunge la resistenza in Liguria e diventa, poi, uno dei dirigenti del governo provvisorio istituito dal CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) del Piemonte fino alla liberazione definitiva di questa regione nel maggio 1945. Dirige l'edizione regionale dell'Unità a Torino prima e dopo la sua uscita dalla clandestinità, e vi pubblica anche degli articoli. Viene raggiunto dalla sua compagna che aveva partecipato alla resistenza in Francia (FTP-MOI) e diventa padre di una bambina nel 1946. Contemporaneamente riprende la sua opera di romanziere (nel 1950 Dieci soldi di tabacco ottiene il premio Alassio) e di poeta e partecipa alla pubblicazione di riviste (in particolare Realismo lirico). Messo in disparte (probabilmente per via di nuovi orientamenti politici) dalla direzione dell'Unità, vi prosegue pubblicazioni e si dedica ad un progetto di edizione francese delle sue opere, ma muore nel 1954 prima di poterlo ultimare. Dopo una bella manifestazione della sinistra italiana unanime al suo funerale, l'ultimo romanzo Marta in paese di frontiera viene pubblicato postumo nel 1956. Viene creato un effimero premio di poesia Amedeo Ugolini, e viede dato il suo nome ad una via di Chiavari ed a una strada a Torino. Amedeo Ugolini ha iniziato un movimento che si è sviluppato dopo la guerra nel neorealismo, e alcuni dei suoi romanzi possono benissimo essere paragonati a quelli di Mario Soldati, Beppe Fenoglio o Ignazio Silone o, anche, a quelli di John Steinbeck. OpereRomanzi
Novelle
Poesie
Teatro
Articoli di giornaleIn L'Unità, 27 agosto 1946, Partigiani. Bibliografia
Opere collettive sui fuorusciti
Articoli su Ugolini in enciclopedie
Articoli in giornali e riviste
Voci correlateCollegamenti esterni
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