Amedeo Giannini
Amedeo Giannini (Napoli, 19 settembre 1886 – Roma, 18 dicembre 1960) è stato un giurista e politico italiano, senatore del Regno d'Italia. BiografiaInternazionalista, specializzato sulle Costituzioni di cui cominciavano a dotarsi i paesi arabi, fu dapprima Direttore dell'Ufficio Stampa del Ministero degli Esteri, quindi segretario generale del Consiglio del contenzioso diplomatico (1923), ministro plenipotenziario (1924), ambasciatore (1937), e dal 1936 al 1942 direttore generale degli affari economici al Ministero degli Affari Esteri[1]. Fu nel marzo 1921 uno dei fondatori dell'Istituto per l'Oriente (oggi Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino) unitamente all'accademico arabista e islamista Carlo Alfonso Nallino. Fu vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (1928); il 15 luglio 1935 divenne Socio dell'Accademia dei Lincei. Nel marzo del 1921 avvenne la sua nomina a Consigliere di Stato[2]. Nel 1934 fu nominato Senatore del Regno, esprimendo quel "realismo burocratico" che lo portò a sottoscrivere (tra gli altri, con Carlo Costamagna) la richiesta di convocazione del Senato, avanzata dal senatore Grazioli nel luglio 1943[3]. Dal 10 febbraio del 1937 all'11 ottobre 1944 ricoprì la carica di Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, fin quando, sottoposto a epurazione dopo la caduta del regime fascista, fu dichiarato decaduto dalla funzione senatoriale. Era il padre di Massimo Severo Giannini. Pubblicazioni
Onorificenze— 30 dicembre 1917
— 22 giugno 1919
— 22 febbraio 1920
— 20 ottobre 1922
— 2 maggio 1926
— 23 giugno 1921
— 30 dicembre 1923
— 4 giugno 1931
— 16 gennaio 1939
Note
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