Sua madre si chiamava Iva Pinhel Evora e suo padre Juvenal Antonio Lopes da Costa Cabral.
Grazie ad una borsa di studio, nel 1945 ha la possibilità di studiare agronomia presso l’Instituto Superior de Agronomia di Lisbona dove rimarrà fino al 1952. In questo periodo conosce dei militanti favorevoli a porre termine al periodo di colonialismo e si concretizza una ideologia tesa all'autodeterminazione dei popoli africani di lingua portoghese.
Di ritorno in Guinea-Bissau come agronomo, vuole contribuire a migliorare la condizione del suo popolo e a mettere fine alla dominazione coloniale portoghese.
Nel 1956 fonda, con Luís Cabral (suo fratellastro e futuro presidente della repubblica di Guinea-Bissau), con Aristides Pereira (futuro presidente della repubblica di Capo Verde), con Abílio Duarte (futuro ministro e presidente dell'Assemblea nazionale di Capo Verde) il PAIGC, organizzazione a quel tempo clandestina. Il PAIGC si batte contro l'esercito portoghese su parecchi fronti partendo dai paesi vicini, specialmente dalla Guinea e dal Casamance, provincia del Senegal. Riesce un po' per volta a controllare il sud del paese e a mettere in atto delle nuove strutture politico-amministrative nelle zone liberate.
Amílcar Cabral muore assassinato il 20 gennaio 1973 a Conakry, solamente sei mesi prima dell'indipendenza della Guinea-Bissau. I suoi assassini sono dei membri del suo partito, verosimilmente manipolati dalle autorità portoghesi e sorretti dalle complicità dei più alti livelli dello stato della Guinea.
Cabral non ha visto mai l'indipendenza della Guinea-Bissau (10 settembre 1973) e di Capo Verde (5 luglio 1975), causa per la quale ha combattuto per più di venti anni.
«Per la sua straordinaria leadership e per il duraturo contributo alla lotta contro l'oppressione coloniale e l'apartheid e per la libertà e l'unità del continente dell'Africa.» — 16 giugno 2004[1]
Memoria
Ad Amilcar Cabral sono stati intitolati:
Il Centro di Studi e Informazioni Amílcar Cabral di Bologna
Il Premio Amilcar Cabral, premio assegnato annualmente a personalità, associazioni od enti che si siano distinti nello studio, nella diffusione, nella promozione in generale della Cultura africana.