Dopodiché passò all'insegnamento della fisica nelle scuole superiori, iniziando al R. Istituto Tecnico di Messina nel 1906, non rinunciando comunque alla ricerca, progettando un metodo per la determinazione della temperatura della fotosfera solare che però non poté aver seguito a causa del terremoto del 1908. A Messina aveva infatti previsto, a tale scopo, l'installazione di una rete per il rilevamento della radiazione solare, una delle prime in Italia e in Europa. Al contempo, tenne pure incarichi di insegnamento all'Università di Messina.
Trasferitosi a Padova, oltre ad insegnare negli Istituti tecnici, gli venne affidato anche l'incarico di insegnamento di misure elettriche nella Scuola di applicazione per gli ingegneri della locale università, incarico che tenne fin quando, nel 1920, vinse un concorso per una cattedra di fisica sperimentale all'Università di Messina, dove rimase fino al 1924, quando passò alla stessa cattedra dell'Università di Pavia. Nel 1928 si trasferì al Politecnico di Milano dove, tenendo gli insegnamenti di fisica sperimentale, concluse la carriera universitaria.
Nel 1909, per incoraggiarlo dopo quanto successe a Messina, sia la Società italiana di fisica che l'Accademia dei Lincei, tramite la vincita di alcuni premi (la medaglia d'oro della Società italiana di fisica e il "premio Joule" della Royal Society di Londra, nel 1910 conferito – per incarico – dall'Accademia dei Lincei), gli permisero di proseguire nelle sue ricerche di termodinamica, realizzando quella stazione sperimentale di rilevamento che non aveva potuto compiere a Messina, installandola ora in quattro punti distinti: a Roma, nel terrazzo dell'Istituto di Fisica di via Panisperna, nell'Osservatorio Regina Margherita di punta Gnifetti sul Monte Rosa, nell'Osservatorio presso col d'Olen e nell'Osservatorio di Alagna Valsesia, entrambi alle pendici della catena del Monte Rosa. I molti, notevoli risultati di questo enorme lavoro furono raccolti in una memoria dell'Accademia dei Lincei, intitolata "Ricerche sullo spettro e sulla temperatura della fotosfera solare", pubblicata nell'anno 1914.[2]
Fisica sperimentale, 2 Voll., Casa Editrice G. Principato, Messina, 1932-36 (con successive edizioni e ristampe).
Esercitazioni di fisica (con M. Nozari), C. Tamburini, Milano, 1945.
Lezioni di fisica nucleare, Parte I, Pubblicazioni dell'Istituto Radiotecnico "A. Beltrami", Milano, 1950.
Note
^La principale fonte per le brevi notizie biografiche qui riportate, è la voce biografica su Alessandro Amerio scritta da Lanfranco Belloni per il Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 34, Anno 1988.
^A. Amerio, "Ricerche sullo spettro e sulla temperatura della fotosfera solare", Memorie della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, Serie V, X (1914) pp. 321-383.
Bibliografia
Scritti di Alessandro Amerio, 3 voll., Politecnico di Milano, Milano, 1968.
L. Belloni, "Alessandro Amerio", Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 34, Anno 1988.
L. Giulotto, "Alessandro Amerio. Cenno commemorativo", Rendiconti dell'Ististuto Lombardo di Scienze e Lettere, XCIX (1965) pp. 121–123.
C. Silvi, "La storia dell'uso dell'energia solare in Italia", Atti del XXVI Congresso della Società Italiana di Storia della Fisica e dell'Astronomia, Roma 2006, p. 3 (disponibile a quest'indirizzo [1]).