AlcifroneAlcifrone (in greco antico: Ἀλκίφρων?, Alkíphrōn; Siria?, ... – ...; fl. II secolo) è stato uno scrittore greco antico, vissuto probabilmente nel II secolo. BiografiaNon sappiamo nulla della sua vita. Alcuni studiosi, come La Croze e J. C. Wolf, lo hanno collocato nel V secolo; altri, seguendo Stephan Bergler (1715), lo hanno collocato nel periodo fra Luciano di Samosata e Aristeneto, cioè fra il 170 e il 350;[1] altri ancora lo ritengono precedente rispetto a Luciano. L'unica circostanza che può dare un suggerimento sulla sua cronologia è la presenza nel corpus delle lettere di Aristeneto di due epistole[2] fra Luciano e Alcifrone, fatto che potrebbe indicare che i due scrittori fossero contemporanei. Secondo alcuni studiosi, fra cui il Koch e il più recente Anderson, Alcifrone sarebbe originario della Siria, in base ad alcuni riferimenti a questo paese insiti nelle lettere. OpereDi lui restano 118 lettere, in quattro libri, secondo la classificazione data da Schepers nel 1905, e frammenti di altre cinque, oggetto delle quali è delineare alcune tipologie di uomini, descrivendo il loro pensiero e la loro opinione su argomenti a loro familiari. Le classi di individui scelte da Alcifrone sono i pescatori, i contadini, i parassiti e le cortigiane, che esprimono i loro sentimenti[3] in modo elegante anche quando sono trattati argomenti scabrosi o osceni. In tal modo, i personaggi fittizi di Alcifrone si elevano rispetto ai loro corrispondenti reali, senza tuttavia eccedere nella mancanza di realtà. Alcifrone è definito da Giovanni Tzetzes un "retore", cioè un maestro di retorica, mentre Eustazio lo definisce un atticista, cioè un persecutore di uno stile arcaizzante che si ripropone di imitare gli scrittori del V e IV secolo a.C., soprattutto storici e oratori; ma vi sono anche notevoli analogie con i Dialoghi delle cortigiane lucianei: tuttavia lo spirito in cui essi trattano i loro temi è molto differente, perché l'intento lucianeo è perlopiù dissacratorio e demistificante, mentre quello alcifroneo, partendo da personaggi sia reali che letterari, tende a modificare ed a reinventare i testi da cui attinge[4]; entrambi, però, traggono ispirazione dalle stesse fonti e tentano di raggiungere con il loro stile la perfezione del dialetto attico. L'editio princeps delle lettere di Alcifrone è quella di Aldo Manuzio (Venezia, 1499). Tale edizione, tuttavia, contiene solo le lettere che nelle edizioni moderne compongono i primi due libri. Altre settantadue lettere, provenienti da manoscritti viennesi e vaticani, sono state aggiunte nel 1715 dal Bergler nella sua edizione (con note e traduzione latina) a costituirne il terzo libro. Altre due lettere e frammenti di altre cinque sono state aggiunte nell'edizione di J. A. Wagner[5]. Edizioni
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|