Aktion HößAktion Höß (Aktion Höss, Aktion Hoess) è il nome in codice usato dai nazisti per riferirsi nel 1944 alle operazioni di sterminio degli ebrei ungheresi ad Auschwitz-Birkenau nel contesto della «soluzione finale», ultima fase dell'Olocausto. L'Aktion prese il nome da Rudolf Höß, tornato appositamente tra l'inizio di maggio e la fine di luglio del 1944, presso il «suo» lager di Auschwitz per supervisionare l'intera operazione di genocidio, nel corso della quale persero la vita circa 400.000 persone. La vicendaUna volta che i nazisti presero diretto controllo dell'Ungheria nel 1944, si avviarono le procedure per la soluzione finale. In Ungheria risiedevano allora circa 800.000 ebrei. Il piano prevedeva il loro trasferimento in treno al campo di sterminio di Birkenau per la loro eliminazione. I primi due convogli della Ungarn-Aktion giunsero ad Auschwitz a fine aprile 1944. Il piano iniziale prevedeva che arrivassero quattro convogli al giorno di ebrei ungheresi. I convogli sarebbero stati inviati direttamente dall'Ungheria nel campo di concentramento di Auschwitz, l'unico centro di sterminio ancora a disposizione nei territori occupati, comodo all'arrivo dei vagoni ferroviari e nascosto agli occhi del mondo. L'operazione però si rivelò da subito estremamente complessa, nonostante l'efficienza già raggiunta delle strutture di sterminio di Auschwitz.[1] Si decise così di affidarsi nuovamente a Rudolf Höß, già comandante del campo. Arthur Liebehenschel venne sostituito da Richard Baer a Auschwitz I e Josef Kramer sostituì Fritz Hartjenstein a Auschwitz II. Rudolf Höß non perse tempo. Una volta chiariti i ritmi e l'organizzazione al campo, si incontrò a Budapest con le autorità ferroviarie per accordarsi sui trasporti: sarebbero stati inviati alternativamente un giorno due convogli e il successivo tre, fino ad un numero totale di 111 trasporti. Il 14 maggio poterono così riprendere i trasporti. La Ungarn-Aktion divenne la Aktion Höß. Esiste una dettagliata documentazione fotografica delle procedure di selezione all'arrivo dei treni dei deportati all'interno del campo di Birkenau, data dal cosiddetto Auschwitz Album, una serie di circa 200 fotografie scattate da un militare SS a fine maggio 1944 e oggi conservate all'Istituto Yad Vashem.[2] Particolare attenzione fu prestata ad impedire rivolte dei prigionieri. Venne richiesto l'appoggio dell'Armata patriottica della Slesia, Armia Krajowa (AK) sia militarmente, che per prevenire la fuga di prigionieri aumentata con l'attività del movimento di resistenza nel campo e con la ribellione del Sonderkommando. I prigionieri ungheresi ritenuti abili al lavoro vennero chiamati Depot-Häftlinge e detenuti in deposito, senza essere segnati nei registri del lager e alloggiati nei campi BII – Birkenau. Dal libro di Danuta Czech "Kalendarium"[3] si legge:
L'Aktion Höß, condotta in solo tre mesi, rappresentò l'apice della capacità di sterminio tedesca in termini di organizzazione delle deportazioni (affidate ad Adolf Eichmann) ed efficienza delle strutture di eliminazione e cremazione, che riuscirono a «trattare» circa 5.000 deportati al giorno, fino al termine delle operazioni il 24 luglio.[4] Nel luglio 1944, truppe sovietiche e unità partigiane polacche
che combattevano fra Vistola e Bug, liberarono il campo di concentramento di Majdanek, senza dare tempo alle autorità SS di distruggere gli impianti di sterminio di massa e uccidere tutti i prigionieri.
Alla fine di novembre, Himmler diede ordine di distruggere i crematori; restò in funzione fino all'ultimo nel lager solamente il Crematorio V. A inizio gennaio, l'alto comandante delle SS e Polizia di Budapest (Ungheria), annunciò al plenipotenziario generale del Reich tedesco in Ungheria, dr.Veesenmayer, che i trasporti di ebrei dalla Zona IV erano terminati. In tutto, dalle zone da I a IV erano stati deportati 381 661 ebrei. Note
|
Portal di Ensiklopedia Dunia