AbisagAbisag (in ebraico אבישג, "Padre divino"; fl. X secolo a.C.) è un personaggio biblico dell'Antico Testamento. Era una giovane donna di Sunem, un villaggio della tribù di Issachar (Giosuè, 19,18[1]). Abisag divenne una serva di Re Davide, ebbe il soprannome di Sunammita. Secondo l'Antico Testamento non ebbe rapporti sessuali con il re (Primo libro dei re, 1,4[2]), ma dopo la morte di Davide fu considerata una delle sue concubine. È questo il motivo per cui Salomone intende la richiesta della mano di Abisag da parte del fratellastro Adonia, secondo le tradizioni orientali, come rivendicazione del trono.[3] Tradizione ebraicaLa tradizione ebraica associa Abisag ad un'altra donna di Sunem, che ospitò il profeta Eliseo[4]. Inoltre, la tradizione ebraica ritiene che re Davide non fece di Abisag una delle sue mogli perché ne aveva già diciotto, il numero massimo consentito ad un re dalla legge ebraica.[4] ArteAbisag (o Abishag) viene universalmente conosciuta come una bellezza assoluta, tanto che, secondo alcuni, sarebbe la protagonista del Cantico dei Cantici. Nell'arte, la donna è rappresentata, soprattutto da miniatori medievali, sempre a fianco del re Davide, impegnata nel curarlo o ad accudire il suo corpo esanime nel letto di morte. In tali miniature viene rappresentata con le mani incrociate sul petto, simbolo di devozione assoluta e di riverenza al suo re. Nel campo operistico sono stati scritti diversi libretti, sulle vicende di Abisag e David:
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