Abbazia di San Pietro ad Oratorium
L’abbazia di San Pietro ad Oratorium è un'abbazia benedettina che si trova nel comune di Capestrano in provincia dell'Aquila,[1] dichiarata monumento nazionale nel 1902.[2] Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali la gestisce tramite il Polo museale dell'Abruzzo, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei. StoriaL'abbazia di San Pietro ad Oratorium è nata come dipendenza dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno.[3] Col nome di "San Pietro in Trite"[4] venne fondata da Desiderio nell'VIII secolo e venne ricostruita in stile romanico tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo, come testimoniato dall'iscrizione sull'architrave del portale: (LA)
«A REGE DESIDERIO FUNDATA MILLENO CENTENO RENOVATA» (IT)
«fondata da re Desiderio, rinnovata nel 1100» I promotori del suo rinnovamento furono i due successivi rettori Gherardo e Benedetto ed il monaco Antonio, mentre fu consacrata ufficialmente da Papa Pasquale II, che per l'occasione vi portò alcune reliquie di San Pietro[5]. Architettura dell'abbaziaEsternoLa facciata conserva la struttura originale con blocchi di pietra regolari fino all'altezza delle navate laterali. Il piccolo portale si fa risalire alle maestranze dell'abbazia di San Liberatore a Majella alla fine del 1100, ma venne restaurato alla fine del XII secolo da un maestro proveniente dall'abbazia di San Clemente a Casauria. ed è decorato con motivi vegetali e nella lunetta si trovano tracce di affreschi con l'immagine di San Pietro. Sulla facciata della chiesa si trova una lapide, comunemente chiamata quadrato del Sator, con la scritta capovolta[6]: «ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR» InternoLa chiesa è a tre navate divise da due file di archi a tutto sesto poggianti su pilastri a base quadrata, con un'abside in fondo a ciascuna navata. Gli archi, originariamente più alti degli attuali, furono successivamente ribassati, con lo spazio intermedio tra i vecchi ed i nuovi riempito da muratura in modo da isolare la navata centrale da quelle laterali, ormai in rovina. Nel presbiterio si trovano un altare ed un ciborio del XIII secolo.[7] Nell'abside si conserva un ciclo di affreschi ed anche l'arco trionfale ospita tracce di un'immagine di Cristo con gli evangelisti ed i ventiquattro Vegliardi dell'Apocalisse. Note
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