Abbazia di San Martino in Valle
L'abbazia di San Martino in Valle è un'abbazia benedettina in rovina in prossimità delle Gole di Fara San Martino a Fara San Martino in provincia di Chieti.[1] StoriaLe prime fonti storiche sulla Chiesa posta all'interno del Castello di Rocca S. Martino risalgono al 829 che la elencano tra i possedimenti del monastero di Santo Stefano in Lucania di Tornareccio, al quale era stato donato da Pipino il Breve.[2] Nel 844 passa sotto il controllo del vescovo di Spoleto e successivamente tra i possedimenti dell'abbazia di San Liberatore a Majella. Nel 1044 il conte teatino Credindeo in punto di morte e per redenzione dell'anima sua e dei suoi cari (richiamando i Capitolari del Re longobardo Liutprando) dona la chiesa al venerabile sacerdote Isberto affinché la doti di un Monastero benedettino ed indipendente[3]. Nel 1172 diventa parte della diocesi di Chieti. Nel 1222 papa Onorio II conferma la donazione del conte Credindeo. Il monastero viene soppresso nel 1452 da papa Niccolò V e unito al Capitolo Vaticano, per tornare nel 1789 all'arcidiocesi di Chieti. L'abbandono definitivo del monastero avvenne l'8 settembre 1818 a causa di un'alluvione che la ricoprì di detriti. I primi scavi per il suo recupero avvennero nel 1891, ma solo con quelli del 2009 i resti della struttura sono stati riportati interamente alla luce. ArchitetturaI resti dell'abbazia mostrano un cancello verso un cortile interno delimitato da un portico a tre arcate, sul lato nord del quale si trova un campanile a vela. L'interno della chiesa doveva essere su tre navate con una pavimentazione a lastre di pietra. Un muro a tre arcate separa la navata centrale da quella settentrionale, da dove di accede a quello che doveva essere il nucleo iniziale della chiesa, scavato nella roccia, che fa ipotizzare la nascita del luogo di culto come eremo. Note
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