ASCIIASCII (acronimo di American Standard Code for Information Interchange, lett. "codice standard americano per lo scambio di informazioni") è un codice per la codifica di caratteri. La prima edizione dello standard ASCII è stata pubblicata dall'American National Standards Institute (ANSI) nel 1963[1], quindi il codice ha subito un'importante revisione nel 1968[2]. L'aggiornamento più recente risale al 1986[3]. In italiano viene pronunciato aschi /ˈaski/ o asci /ˈaʃʃi/[4], mentre la pronuncia originale inglese è askey /ˈæski/. L'asteroide 3568 ASCII prende il nome da questa codifica dei caratteri. StoriaCon US-ASCII si intende un sistema di codifica dei caratteri a 7 bit, comunemente utilizzato nei calcolatori, proposto dall'ingegnere dell'IBM Bob Bemer nel 1961, e successivamente accettato come standard dall'ISO, con il nome di ISO/IEC 646. Alla specifica iniziale basata su codici di 7 bit fecero seguito negli anni molte proposte di estensione ad 8 bit, con lo scopo di raddoppiare il numero di caratteri rappresentabili. Tuttavia nessuna estensione è uno standard internazionale. Nei personal computer si fa e si faceva uso di una di una serie di estensioni locali e configurabili in base al paese, spesso indicate con extended ASCII o high ASCII e non sono mai standard, per esempio queste codifiche sono differenti da paese a paese e una stessa nazione può avere più codifiche differenti attivabili, inoltre il set utilizzato in sistemi operativi come CP/M era diverso per ogni produttore, e a sua volta differente dai set utilizzati in MS-DOS, a sua volta diverso da quelli di Windows, Linux e MacOS. Inoltre i set multipli e localizzati sono nemmeno univoci perché ogni sistema, come MS-DOS, ha spesso più sotto-sistemi di estensione (codepage). Per esempio alcuni sistemi usano delle sottopagine dello standard 646, nei Mac c'era la gestione Mac Roman, in MS-DOS si usavano spesso sotto-pagine dei codepage 437, 850, 852, 1252, ISO 8859-1 in occidente (ognuno con una serie di sotto-pagine), del 866 nell'ex blocco sovietico In questo ASCII esteso, i caratteri aggiunti sono ad esempio vocali accentate, simboli semigrafici e altri simboli di uso meno comune, pensati anche per adattarsi alle specificità delle diverse lingue[5]. A sua volta il problema della rappresentazione nelle varie lingue è stato superato dalle codifiche Escape e dai codici ANSI, e poi esteso e uniformato con i vari standard Unicode, mentre l'unico ASCII davvero standard rimane quello a 7 bit. L'ottavo bit può essere utilizzato per estensioni più o meno personalizzate oppure per il controllo di parità nelle trasmissioni, cosa che avviene per esempio nelle trasmissioni seriali con RS-232C (oggi incapsulata nelle porte USB per i PC domestici), RS-485 e RS-488. ASCII ed UTF-8Lo standard successore di ASCII è l'UTF-8, che è diventato la codifica principale di Unicode per internet secondo il W3C, che pur non impedendo altre codifiche (purché correttamente dichiarate), lo consiglia e lo usa quasi sistematicamente negli esempi del suo sito[6], fornendo anche le istruzioni per convertire i documenti (cosa che non fornisce per tutte le codifiche)[7]. Questa codifica di Unicode, che ormai è universalmente accettata da ogni nuovo programma, offre caratteristiche interessanti grazie al fatto di sfruttare il bit di controllo del vecchio ASCII in modo più efficiente. Se da una parte lo prepara per la pensione, UTF-8 in un certo senso ha reso molto più longevo l'ASCII, inglobandolo in una codifica più adatta alle esigenze attuali. Infatti le comunicazioni sono in centinaia di lingue, ed inoltre diverse lingue possono convivere in uno stesso documento, o in uno stesso programma: si pensi ai software di messaggistica istantanea che possono contenere contatti da varie parti del mondo dei quali visualizzare correttamente i nomi. UTF-8 infatti si distingue dalle altre codifiche Unicode perché sfrutta il vecchio bit di parità di ASCII, non come bit di controllo, bensì come indicatore: analizza ogni byte, e se al posto del vecchio bit di parità c'è 0, allora il byte sarà letto come ASCII a 7 bit e teoricamente compatibile anche con programmi obsoleti; se però il byte corrente inizia con 1, allora sarà concatenato al byte successivo (o ai successivi, in realtà il meccanismo è un poco più complesso). In tal modo riesce ad includere tutti gli alfabeti delle lingue viventi, di alcune morte e potenzialmente può essere esteso per rappresentarne ancora altri (infatti spesso viene aggiornato). Il vantaggio è che è possibile scrivere un testo in Italiano ed usare un numero di byte di poco maggiore rispetto ad una codifica di ASCII esteso (le lettere accentate occupanno solo 4 byte in più); un testo in lingua Cinese avrà ogni carattere di tre byte, con numeri, lettere, punteggiatura ed altri eventuali caratteri ASCII presenti nel testo di un solo byte. Tabella dei caratteriLa tabella seguente è relativa al codice US ASCII, ANSI X3.4-1986 (ISO 646 International Reference Version). I codici decimali da 0 a 31 e il 127 sono caratteri non stampabili (caratteri di controllo). Il 32 corrisponde al carattere di "spazio". I codici dal 32 al 126 sono caratteri stampabili. Non stampabili
Stampabili
ASCII artEsiste anche un tipo di arte, chiamata ASCII art, che consiste nel creare immagini con i caratteri dell'alfabeto ottenendo una grossolana scala di grigi sfruttando il riempimento del carattere. Note
Bibliografia
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