52º Reggimento artiglieria terrestre "Torino"
Il 52º Reggimento artiglieria terrestre "Torino" è un reparto dell'Esercito Italiano. Le originiIl 52º Reggimento di Artiglieria è stato costituito a Padova il 1º luglio 1916, in attuazione della circolare 9 giugno 1916 del Comando Supremo, formato da due Gruppi, con personale e materiale in parte rimpatriato dalla Libia, in parte tratto dai reggimenti 2º, 8º, 14º e 27º. Denominazioni e sedi
StoriaLa prima guerra mondialeDurante la prima guerra mondiale, inquadrato nella 48ª Divisione della 3ª Armata, nell'agosto 1916 ebbe il battesimo del fuoco nella sesta battaglia dell'Isonzo e nella presa di Gorizia. Nell'ottobre le batterie del reggimento concorrono alle azioni nel tratto Sober - Vertojba (ottava battaglia dell'Isonzo) e, nel novembre, a quelle sul S.Marco. Nel 1917 prende parte alla decima e undicesima battaglia dell'Isonzo per la conquista di Belpoggio e, nel novembre, al termine del ripiegamento sul Piave, si schiera sul Montello. Nel 1918, il Reggimento partecipa alla battaglia di arresto e concorre ad impedire al nemico l'attraversamento del fiume Piave, nella zona di Nervesa. Dal 27 al 30 ottobre partecipa alla battaglia di Vittorio Veneto e, ultimo atto di guerra, spara gli ultimi colpi a Fadalto il 1º novembre 1918. Il periodo tra le due guerreSciolto al termine della prima guerra mondiale, fu ricostituito il 25 febbraio 1935 a Messina, con la denominazione di "52º Reggimento Artiglieria "Peloritana II", a seguito del trasferimento in Etiopia del 24º Reggimento Artiglieria "Peloritana" e rimane in vita fino al 9 dicembre 1936. Costituito nuovamente il 1º ottobre 1938 come 52º Reggimento di Artiglieria "Torino", composto da 1 Gruppo da 100/17, 2 Gruppi da 75/27 e dalla 10ª Batteria controarei da 20mm., viene assegnato alla Divisione “Torino”. La seconda guerra mondialeIl 19 giugno 1940, allo scoppio delle ostilità, raggiunge la zona d'impiego a S.Bartolomeo al Cervo, in Liguria, da dove partecipa alla campagna sul fronte occidentale. Nella primavera 1941 partecipa alla invasione della Jugoslavia e, dal 16 al 18 aprile, viene impiegato in territorio di occupazione nella zona di Spalato, Mostar, Macarsca e Tenin, da dove rientra in patria il 17 giugno. Nel luglio 1941, il Reggimento, inquadrato nella 52ª Divisione fanteria "Torino", entra a far parte del "Corpo di spedizione italiano in Russia" (CSIR). Tra il luglio 1941 e 1942 partecipa al forzamento del fiume Dnjepr, alla conquista di Gorlowka, alla battaglia dei dieci giorni e nel corso dell'offensiva russa del Natale 1942, guadagna allo Stendardo una Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Nel 1942 partecipa all'avanzata fino al Don e ai combattimenti difensivi del dicembre a Malo e Nowo Orlowka. Durante il ripiegamento subisce gravi perdite in vari scontri e, in particolare, negli aspri combattimenti di Arbusow per rompere l'accerchiamento.
In questa lotta disperata, nel tristemente famoso "vallone della morte" o "Alcazar degli Italiani" di Arbusow, trova la morte il decimo Comandante di Reggimento, colonnello Ulisse Rosati che perisce, colpito dal fuoco dei mortai e dei lanciarazzi nemici, insieme allo stendardo del Reggimento.
Dopo una dura ritirata, conducendo aspri e sanguinosi combattimenti, combattendo a fianco dei fanti della Divisione, che hanno termine a Tscherkow il 16 gennaio 1943 allorché, forzato l'accerchiamento, si ricongiunge con reparti amici.
Il 31 maggio 1943, un centinaio di artiglieri giungono a Gorizia, unici superstiti dei circa duemilatrecento partiti per la Russia. DopoguerraRicostituito nel 1947 ad Acqui, dopo numerosi provvedimenti ordinativi, il 1º agosto 1992 assume la denominazione di 52º Reggimento Artiglieria da Campagna Semovente “Torino” con sede a Brescia e dall'11 ottobre 1995 si trasferisce a Vercelli, alle dipendenze della Brigata meccanizzata "Centauro" fino al 31 dicembre 2001. A seguito di nuovi provvedimenti ordinativi, dal 1º gennaio 2002 al 31 dicembre 2004 passa alle dipendenze della Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli" e, dal 1º gennaio 2005, passa alle dipendenze della Brigata di Artiglieria Terrestre. Dal 1º ottobre 2010 il Reggimento è posto alle dipendenze del Comando Artiglieria. Dall'8 settembre 2016 il reggimento è trasferito nella sede di Bracciano, sostituito nella caserma "Scalise" di Vercelli dal Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire". Da settembre 2020 il Reggimento "Torino" viene trasferito a Persano, sua attuale sede stanziale, mentre l'equipaggiamento principale è costituito dagli obici semoventi PzH 2000 da 155/52, distribuiti in 18 unità (3× batterie da 6 semoventi). Onorificenze e RicompenseLa Bandiera di Guerra del 52º Reggimento Artiglieria è decorata di una Medaglia d'oro al valor militare e una Medaglia di bronzo al valor militare. Al 52º Reggimento Artiglieria della Divisione "TORINO": «Già decorato di medaglia di bronzo per le azioni compiute sul fronte orientale durante il primo anno di campagna di Russia, sfolgorava vittorioso nella rapida avanzata dal Bulawin al Don nel luglio 1942. Dalle salde posizioni raggiunte sul Don il 52º Reggimento Artiglieria portava più volte le sue batterie a sostenere anche altri settori, concorrendo efficacemente a rafforzare anche reparti alleati. Sopraggiunto il duro inverno russo e con esso una poderosa offensiva del nemico a largo raggio, il 52º Reggimento Artiglieria, gareggiando in disciplina e valore con gli altri reparti della Divisione, battendo continuamente il nemico in una prima azione di ripiegamento, portava in salvo i suoi mezzi nonostante la scarsezza della sua scorta di carburante. Avendo dovuto cedere tutta la benzina rimasta ai carri armati alleati che scortavano la Divisione, trasforma tutti i suoi artiglieri in fanti, dopo aver sacrificato ad uno ad uno i suoi pezzi non senza prima averli resi inefficienti. Assediato una prima volta in una zona fortemente battuta, lanciava i superstiti all'assalto alla baionetta, riuscendo a rompere il cerchio. Dopo lunghissima marcia durata oltre 36 ore a digiuno, fra i mortali tormenti di una bassissima temperatura, gli artiglieri superstiti, combattendo sempre come fanti tra i fanti, raggiungevano un altro più arretrato caposaldo entro cui, nuovamente accerchiati, tenevano fronte al nemico per ben ventiquattro giorni. Rotto infine anche questo secondo accerchiamento, i resti del Reggimento, ridotti appena al 10% degli effettivi, riuscivano con altra epica marcia a ricongiungersi coi resti della propria Armata. Il glorioso Stendardo, colpito più volte col proprio colonnello comandante dal fuoco delle artiglierie e mortai nemici, bruciava entro l'autovettura frantumata, sparendo così nella mischia come il simbolo di un mitico eroe trasumanato dal fuoco.»
— Fronte Russo Malo e Nowo Orlowka - Bogutschar - Wiatschenkawa - Monastyrschina - Peseka - Merkulow - Demidow - Ssuow - Arbusow - Tscherkow, luglio 1942 - gennaio 1943 «Nel corso delle successive battaglie offensive e poi nella protezione delle proprie fanterie divisionali schierate su importanti posizioni difensive, assumendo il rischio delle linee più avanzate e amalgamando all'ardimento dei battaglioni il valore dei propri gruppi, ha opposto alla rabbiosa pervicacia di nemico agguerrito e soverchiante la fermezza d'animo e l'abilità dei capi e gregari, ai suoi sacrifici dappertutto è stato premio il successo.»
— Fronte Russo: agosto 1941-maggio 1942 Ricompense individuali nella 1ª Guerra Mondiale (1916-1918)
Ricompense individuali nella 2ª Guerra Mondiale (1940-1943)
Riconoscimenti
Persone legate al Reggimento
«Comandante di gruppo di artiglieria particolarmente impegnato ed esposto, con l'esempio e l'ascendente personale fece della propria unità un forte ed agguerrito strumento di lotta che, anche nel logorio di un lungo, estenuante ripiegamento, conservò, per suo merito e nonostante quotidiane sanguinose perdite, intatta la coesione disciplinare e la capacità operativa. Catturato e sottoposto, per la fierezza del carattere e l'inflessibile attaccamento al dovere ed all'onore militare, a inenarrabili patimenti e privazioni, per oltre undici anni di prigionia seppe opporre alle più allettanti lusinghe ed alle più crudeli minacce e sevizie la dirittura del contegno, la cosciente indifferenza al sacrificio dalla vita, la completa dedizione di tutto se stesso alla Patria lontana ed alle sue istituzioni. Col suo fiero contegno fu per i compagni di prigionia simbolo delle più elette virtù di uomo e di soldato e per gli stessi nemici esempio di incorruttibile rettitudine e di fulgido valore. – Russia, 1942 – 1954».
«Cappellano militare di altissime doti intellettuali e spirituali. Sempre presente dove più incombeva il pericolo ad alleviare con la voce della fede e del cuore ogni sofferenza. Durante un sanguinosissimo combattimento, invitato più volte a porsi in salvo, rifiutava per rimanere presso i suoi artiglieri feriti. Ferito lui stesso in più parti del corpo e reso cieco da un colpo di mortaio, invitato nuovamente a salvarsi, rispondeva: «Il mio posto è qui», e illuminato solo da sublime spirito di altruismo brancolava tra i morenti e continuava la sua santa missione chiudendo l'esistenza feconda di carità e d'amore fra gli artiglieri nei quali, in tre campagne, aveva alimentato la fiamma del dovere coi sacri ideali di Dio e della Patria. — Arbusow (Fronte russo), 26 dicembre 1942.».
«Ufficiale medico di un gruppo di artiglieria divisionale, incurante del pericolo si prodigava nel raccogliere e curare i feriti e gli ammalati nei posti più avanzati e battuti, distinguendosi particolarmente durante duro ripiegamento. Catturato, si dedicava senza risparmio e senza preoccuparsi della sua incolumità tra innumerevoli ammalati di morbo contagioso, finché, colpito egli stesso dal male, moriva nel compimento del suo dovere stoicamente compiuto. —Fronte russo, dicembre 1942 - aprile 1943.». Cronotassi[1] dei Comandanti
Ricostituzione del NIF del 52º Rgt in Bracciano LXVII Colonnello Antonio Stasi dal 2016 fino 17.08.2018 LXVIII Tenente Colonnello Andrea Fanfani dal 18.08.2018 al gennaio 2020. File multimediali
Note
Bibliografia
Voci correlate
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