Virago

Statua di bronzo di una giovane guerriera in costume longobardo. Francesco Porzio, Monumento alla difesa di Casale, 1897

Virago o Viragine (lett. "Donna dotata di forza e di arditezza virile"[1]) è termine generalmente utilizzato per indicare una donna che, nell'aspetto fisico e soprattutto nel modo di pensare e nell'agire, ha tratti significativi del sesso maschile, pur conservando una forte sensualità tipicamente femminile.

Etimologia e storia

Il termine deriva dal latino vir ('uomo'). La parola aveva connotazione positiva in contesto mitologico, in cui venivano descritte delle donne eroiche. A conferma di questi connotati si ricordino i latinismi vergine e virtù in lingua italiana.

Ferdinand Gregorovius definì la virago come "donna elevata per coraggio e comprensione al di sopra del suo sesso."[2]

In antropologia il termine ha connotazione neutra e indica donne androgine in genere. A seconda della lingua e del contesto, il termine può comunque anche essere usato con accezione negativa (persona aggressiva, rumorosa o comunque sgradevole).

Esempi

Esempi storici o mitologici di virago sono i seguenti:

  • La dea Minerva veniva indicata come belli virago: in questo contesto, virago va considerato come un attributo di divinità.
  • La regina dei Volsci Camilla (da l'Eneide di Virgilio) può essere considerata un esempio di virago perché, pur possedendo un'incredibile forza e abilità nel combattimento, è dotata anche di una straordinaria bellezza e sensualità.
  • Atalanta era considerata una virago per la sua avvenenza e la sua abilità nelle arti sportive e belliche.
  • Giovanna d'Arco, eroina francese, considerata la donna guerriera per antonomasia.
  • Caterina Sforza[2] per la crudeltà, per l'uso di girare armata[3] e per aver più volte comandato guarnigioni di soldati, Marin Sanudo la definisce "femina quasi virago, crudelissima et di gran animo".[4] Beatrice d'Este per il coraggio e la determinazione,[2] per l'abitudine di cavalcare come un uomo e per l'essere pratica dell'uso di diverse armi, oltre ad aver risollevato le sorti della guerra del 1495 contro i francesi, quando si recò sul campo di battaglia al posto del marito per animare le truppe a muovere contro il duca d'Orléans.[5] Vincenzo Calmeta la dice "de toleranzia virile",[6] Niccolò Lugaro "non tanto vergine ma viragine",[7] e come virago e donna «d'animo più che virile» è infatti più volte elogiata dagli storici.[8][5] Entrambe nondimeno curavano l'aspetto fisico per essere seducenti, e si ritiene che l'una o l'altra possano essere alla base dell'evoluzione della Regina degli scacchi come pezzo più potente della scacchiera.[9]

Si hanno anche esempi letterari o della cultura di massa:

  • Lara Croft può essere considerata un esempio di virago per la sua straordinaria forza fisica, la sua agilità e i suoi modi di agire che riesce a far coincidere con un grande ascendente seduttivo.
  • La guerriera Xena dell'omonima serie è una virago.
  • Oscar François de Jarjayes è una virago sia per la sua abilità di spadaccina che per la sua bellezza androgina.
  • I personaggi femminili del manga Hellsing sono esempi di virago, perché donne dotate sia di fascino e sensualità che di abilità combattive fuori dal comune.
  • Eleonora d'Eboli è una virago, in quanto donna di grande coraggio e combattività. Protagonista di un famoso romanzo di Emilio Salgari, è nota ai suoi nemici con il nome di Capitan Tempesta, soprannome che da anche il titolo al libro.
  • Lagertha della serie Vikings è una virago sia per la sua umanità e bellezza che per le sue abilità di guerriera shieldmaiden.
  • Clorinda del poema epico "Gerusalemme Liberata" si ricollega all'immagine della donna-guerriera, caratterizzata da una grande femminilità nell'aspetto (non possiede una bellezza androgina), ma non nei gesti, fortemente virili.

Note

  1. ^ Vocabolario Treccani.
  2. ^ a b c "A fiftheenth-century virago" (Beatrice d'Este) in The Saturday Review 1900-04-21: Vol 89 Iss 2321, p. 496; Marie Alphonse e René Maulde La Claviere, Les femmes de la Renaissance, 1898, p. 432.
  3. ^ Bartolomeo Cerretani, Storia fiorentina, ed. Giuliana Berti, Firenze, 1994.
  4. ^ Marino Sanuto, La spedizione di Carlo VIII in Italia, a cura di Rinaldo Fulin, Venezia, Tipografia del Commercio di Marco Visentini, 1873, p. 660.
  5. ^ a b René Maulde-La-Clavière, Histoire de Loius XII: ptie. Louis d'Orléans., vol. 3, pp. 221-224.
  6. ^ Vincenzo Calmeta, Triumphi, in Rossella Guberti (a cura di), Scelta di curiosità letterarie inedite o rare dal secolo XIII al XIX, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 2004, p. 3.
  7. ^ "nedum virginem sed viraginem" (Sermones aurei funebres cunctos alio excellentes, nuperrime inuenti speciosissimisque characteribus excusi, diligenter castigati etc etc, Nicolino Lugaro, 1523, folii 35-37).
  8. ^ Anton Domenico Rossi, Ristretto di storia patria ad uso de' piacentini, vol. 3, Maino, 1831, p. 71. Francesco Antonio Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di Novara precedute da compendio storico, G. Miglio, 1828, p. 157. Marie Alphonse René Maulde La Claviere, Les femmes de la Renaissance, 1898, p. 432.
  9. ^ The doctor writes: an anthology of the unusual in current medical literature, di Waife, S. O. (Sholom Omi), 1919-2011, ed 1954, pp. 26-27.

Bibliografia

  • Ernst Breisach, Caterina Sforza; A Renaissance virago, Chicago [usw.]: University Press 1967
  • Elizabeth D. Carney,"Olympias and the Image of the Virago" in: Phoenix, Vol. 47, No. 1 (Spring, 1993), pp. 29-55
  • Yenna Wu, The Chinese virago: a literary theme, Cambridge, Mass. [u.a.] : Harvard University Press, 1995

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