Il violoncello piccolo è uno strumento identico al violoncello ma di ridotte dimensioni che, forse, assolveva il ruolo di tenore sovrapponendosi nella copertura dello spazio, tra viola e violoncello, occupato dalla viola tenore (da braccio), altro strumento scomparso in epoca moderna. È dotato di 4 o 5 corde nell'accordatura do-sol-re-la-mi, do-sol-re-la-re, oppure nella versione con quattro corde sol-re-la-mi, sol-re-la-re o più raramente con la stessa accordatura del violoncello: do-sol-re-la. Probabilmente si tratta di strumenti residuali derivati dall'epoca in cui non erano ancora convenzionalmente stabilite le forme classiche di tutta la famiglia del violino come, ad esempio, il violino piccolo utilizzato anche da J.S. Bach nel primo Concerto brandeburghese BWV 1046 o, nel registro grave, i basse de violon presenti in Francia almeno sino a fine '600.
Si suona in modo analogo al violoncello.
Liuteria e caratteristiche costruttive
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Secondo la maggioranza degli studiosi, il violoncello piccolo a cinque corde è anche lo strumento per cui è scritta la sesta suite per violoncello soloBWV 1012 di Bach.
Secondo ricostruzioni storiche del passato[1], lo strumento per cui fu scritta la sesta suite sarebbe la viola pomposa, tuttavia tale ipotesi presenta numerosi problemi[2][3][4][5] e oggi invece si ritiene che tale suite sia stata scritta più verosimilmente per il violoncello piccolo. Mark Mervyn Smith sostiene che verso la fine del XVIII secolo si sia cominciato a dare al violoncello piccolo a 5 corde il nome di viola pomposa[6], che fino a quel momento era stato utilizzato per uno strumento non ben identificato di tessitura alta.
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^ Philipp Spitta, Johann Sebastian Bach: His Work and Influence on the Music of Germany, 1685-1750, vol. II, 8ª ed., Dover Publications, 1992, p. 100, ISBN 978-0-486-27413-3.
^Secondo testimonianze storiche del liutaio di Lipsia Johann Christian Hoffmann e di Franz Benda, la prima viola pomposa fu costruita da un'idea di Bach quando egli si trovava a Lipsia, perciò pare inverosimile che egli possa aver scritto una suite per uno strumento non esistente in quel momento. Inoltre, non è possibile suonare la sesta suite con gli esemplari di viola pomposa di cui oggi si dispone e ciò è in contrasto sia con l'ipotesi che Bach possa aver scritto la sesta suite per la viola pomposa sia con l'ipotesi che Bach abbia inventato la viola pomposa, poiché così non ci sono pervenute composizioni di Bach per viola pomposa.
^Curt Sachs, The History of Musical Instruments, Norton, New York, 1940.
^ Mark Mervyn Smith, Certain aspects of Baroque music for the violoncello as finally exemplified in the suites for unaccompanied violoncello by Johann Sebastian Bach, Adelaide, Flinders University of South Australia, 1983.
Bibliografia
(EN) Francis Galpin, Viola Pomposa and violoncello piccolo, Oxford University Press, 1931. ISBN non esistente
(EN) Alfred Dürr, Richard D. P. Jones, The Cantatas of J. S. Bach: With Their Librettos in German-English Parallel Text, Oxford University Press, 2006. ISBN 978-0-19-929776-4
(EN) Mark Mervyn Smith, Certain aspects of Baroque music for the violoncello as finally exemplified in the suites for unaccompanied violoncello by Johann Sebastian Bach, Adelaide, Flinders University of South Australia 1983.
(DE) Ulrich Drüner, Violoncello piccolo und Viola pomposa bei Johann Sebastian Bach: Zu Fragen von Identität und Spielweise dieser Instrumente, in Bach-Jahrbuch 73, 1987.