Villabianca
Villabianca di Modena (Vèlabianca, in dialetto frignanese) è un borgo collinare sito nel comune di Marano sul Panaro[1]. Origini del nomeSino all'anno 1613 il luogo era indicato col nome di "Sancti Geminiani de Furcha" o "Forca". Il toponimo "Forca" trae origine dal latino classico forca-ae (furcula) che significa "strettoia di monte", "passo", "forcella montana" ma anche "incrocio di strade", "bivio"[2]. StoriaDue scavi archeologici hanno rivelato la presenza di insediamenti romani[3] unitamente al ritrovamento di numerose monete di età repubblicana e imperiale. All'antica strada romana che saliva verso Denzano, e proseguiva per portare ai passi appenninici, si è sovrapposto in seguito uno dei tanti percorsi della via Romea Nonantolana medievale. In un rogito del 1337 è segnalata la presenza di una fortificazione nella località Castellino. La chiesa dedicata a San Geminiano Vescovo[1], fu ricostruita nel 1853 grazie al finanziamento del duca Francesco V di Modena e della comunità di Vignola[3]. La chiesa vecchia, crollata a causa di una frana, si trovava 300 metri a sud dell'edificio attuale. Fu citata per la prima volta su una pergamena del monastero di San Pietro di Modena datata 15 aprile 1025 tra i possedimenti donati dal vescovo di Modena al monastero benedettino[2]. Nel 1025 Furcha dipendeva dalla corte di Turri (l'odierna Torre Maina, frazione di Maranello). Successivamente i signori Da Campiglio ne ebbero il controllo fino ai primi anni del XIV secolo, quando furono sostituiti dalla famiglia Rangoni Machiavelli[2]. Villabianca fece parte della podesteria di Campiglio per più di quattro secoli e nel 1797 con l'arrivo di Napoleone entrò a far parte del Dipartimento del Panaro con i Comuni di Vignola, Marano sul Panaro, Campiglio e Denzano. Solamente col Regno d'Italia Villabianca passò nella giurisdizione del comune di Marano sul Panaro[2]. Geografia fisicaSituata sulle colline alla sinistra del fiume Panaro, Villabianca si trova sul punto di contatto tra due aree di diversa origine geologica: la Pliocenica, ricca di fossili, e la cosiddetta Caotica, contenente gessi, pirite, minerali e rocce vulcaniche. I terreni di queste colline sono particolarmente adatti alla coltivazione della vite; Lambrusco e Trebbiano sono i vitigni principali del territorio Note
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