L'opera fu composta per uso liturgico nel Duomo di Salisburgo.[1] Il titolo "de confessore" non è originale dell'autore, ma fu aggiunto successivamente. Si suggerisce che l'opera fosse destinata ai vespri celebrati in un giorno specifico del calendario liturgico dei santi; tuttavia, il santo in questione non fu mai stabilito con certezza.[2] I vesperae solennes costituiscono l'ultima opera corale di Mozart composta specificamente per l'esecuzione nella cattedrale.[3]
Dal punto di vista strutturale, l'opera è molto simile ai Vesperae solennes de Dominica (K. 321), composti nel 1779. La composizione è suddivisa in sei movimenti; come nella Dominica, il Gloria conclude tutti i movimenti, ciascuno ricapitolando i temi di apertura. I primi tre salmi sono segnati da uno stile audace ed esuberante, in contrasto con il rigoroso contrappunto in stile antico del quarto salmo a cappella[3] e la tranquillità del quinto movimento. Il Magnificat vede un ritorno allo stile di apertura.
In questo movimento, Mozart si discosta dalla struttura della Dominica: mentre in quest'ultima il Laudate Dominum è un assolo di soprano altamente melismatico e senza interludio corale, nel Confessore l'assolo di soprano è molto più semplice; il coro entra in silenzio a conclusione del salmo con il Gloria, e il solista lo raggiunge all'Amen.
Questo movimento è ben noto al di fuori del contesto dell'opera e viene spesso eseguito singolarmente.[4]