MagnificatIl Magnificat è un cantico contenuto nel primo capitolo del Vangelo secondo Luca con il quale Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo. Per questo è conosciuto anche come cantico di Maria. EtimologiaIl suo nome deriva dall'incipit latino Magnificat anima mea Dominum. Il testoMagnificat è la prima parola del cantico di ringraziamento e di gioia che Maria pronuncia rispondendo al saluto della cugina Elisabetta, al momento del loro incontro. Dopo l'Annunciazione, Maria si recò da Nazaret in visita alla cugina che si trovava in "una città di Giuda", che la tradizione identifica nel villaggio di Ain Karem, a 6 km a ovest di Gerusalemme. Il fatto è riportato dal Vangelo secondo Luca (1,39-55[1]). Il cantico individua in tre fasi diverse la storia della salvezza interpretata alla luce dei nuovi avvenimenti che si stanno realizzando:
Nelle parole di Maria riecheggiano tanti temi già presenti nell'Antico Testamento, in modo particolare nei Salmi e nel cantico di Anna (1Sam 2,1-10[2]), temi di lode e di gratitudine verso il Dio che libera, ma nella bocca di Maria di Nazaret assumono una connotazione nuova di fronte alla grandezza dell'evento che, nella tradizione cristiana, si sta per compiere ed a cui lei è stata chiamata: non ci sono più tracce veterotestamentarie di vendetta, non ci sono nemici da distruggere, ma un mondo rinnovato dove anche ai ricchi liberati dalle loro vuote ricchezze è ridata la dignità dei poveri: “Rovesciando i potenti, Dio li libera dalle loro vane illusioni e li promuove alla dignità dei poveri”.[3] Va oltre a una lode a Dio e fede nella sua opera, ma indica nella via dell'umiltà quella gradita a Dio e che porta a Lui. Dio stesso, che nasce in una stalla, è umile.[4] Per quanto riguarda l'attribuzione di queste parole a Maria, diversi studiosi hanno studiato le modalità con le quali il testo è stato trasmesso a Luca (che scrive: “Allora Maria disse”) e si sono interrogati su come Maria abbia potuto pronunciare un testo così denso, data la giovanissima età e la limitata esperienza del mondo. Per i legami con l'Antico Testamento si è quindi avanzata, ad esempio, l'ipotesi che il magnificat, come gli altri due cantici presenti nel Vangelo, fosse già materiale liturgico utilizzato in ambiente giudeo-cristiano e che Luca ha impiegato come fonte, adattandola e inserendola nella vicenda che stava narrando[5]. Secondo alcuni studiosi Luca ha trovato questo cantico nell'ambiente dei "poveri" dove forse veniva attribuito alla figlia di Sion: egli avrebbe ritenuto conveniente porlo sulle labbra di Maria, inserendolo nel suo racconto in prosa[6]. C'è anche chi ne spiega la complessità considerando che sia linguaggio profetico e come tale frutto di ispirazione, non dimenticando che Dio Figlio (la Sapienza di Dio) già abitava nel suo grembo e viveva in lei con la sua Sapienza infinita.[4] Il cantico (Lc1,46-55[7]) è scritto nell'originale in greco, così come tutto il Vangelo di Luca.
καὶ ἠγαλλίασεν τὸ πνεῦμά μου ἐπὶ τῷ Θεῷ τῷ σωτῆρί μου, ὅτι ἐπέβλεψεν ἐπὶ τὴν ταπείνωσιν τῆς δούλης αυτοῦ. ἰδού γὰρ ἀπὸ τοῦ νῦν μακαριοῦσίν με πᾶσαι αἱ γενεαί, ὅτι ἐποίησέν μοι μεγάλα ὁ δυνατός, καὶ ἅγιον τὸ ὄνομα αὐτοῦ, καὶ τὸ ἔλεος αὐτοῦ εἰς γενεὰς καὶ γενεὰς τοῖς φοβουμένοῖς αυτόν. Ἐποίησεν κράτος ἐν βραχίονι αὐτοῦ, διεσκόρπισεν ὑπερηφάνους διανοίᾳ καρδίας αὐτῶν· καθεῖλεν δυνάστας ἀπὸ θρόνων καὶ ὕψωσεν ταπεινούς, πεινῶντας ἐνέπλησεν ἀγαθῶν καὶ πλουτοῦντας ἐξαπέστειλεν κενούς. ἀντελάβετο Ἰσραὴλ παιδὸς αὐτοῦ, μνησθῆναι ἐλέους, καθὼς ἐλάλησεν πρὸς τοὺς πατέρας ἡμῶν τῷ Αβραὰμ καὶ τῷ σπέρματι αὐτοῦ εἰς τὸν αἰῶνα. TraduzioniLatinoFin dai primi anni dell'era cristiana, con la diffusione del Cristianesimo, i testi sacri sono stati tradotti in latino. Viene proposto di seguito il testo del cantico nella traduzione della Vulgata nella sua versione liturgica. Magnificat *[8] et exultavit spiritus meus * quia respexit humilitatem ancillae suae, * quia fecit mihi magna, qui potens est: * et misericordia eius a progenie in progenies * Fecit potentiam in brachio suo, * deposuit potentes de sede, * esurientes implevit bonis, * Suscepit Israel, puerum suum, * sicut locutus est ad patres nostros, * Gloria Patri et Filio * sicut erat in principio et nunc et semper * Italiano
Anche in italiano, la Bibbia è stata oggetto di numerose traduzioni. L'anima mia magnifica il Signore *[8] perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * di generazione in generazione la sua misericordia * Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha rovesciato i potenti dai troni, * ha ricolmato di beni gli affamati, * Ha soccorso Israele[9], suo servo, * come aveva promesso ai nostri padri, * Gloria al Padre e al Figlio * Come era nel principio, e ora e sempre Maria usa i verbi al passato e profetizza come se tutto fosse già accaduto. Invece è il suo modo di affermare che si farà, con assoluta certezza, una terra e un cielo nuovi, che il futuro di Dio è certo quanto il passato, che questo mondo porta un altro mondo nel grembo.[11] Si propone inoltre un'ulteriore traduzione recente a cura della comunità monastica di Bose. In questa versione si noterà l'uso del tempo presente al posto del passato. È un dibattito recente: infatti Maria canta non una promessa, ma un dato di fatto, i verbi all'aoristo dicono che il rovesciamento è già cosa certa, realizzata[12]. L'azione salvifica di Dio non si è conclusa, anzi, si sta realizzando con la nascita del suo Figlio[13] offrendo ai poveri nuovi motivi di speranza. L'anima mia magnifica il Signore Poiché ha guardato l'umiltà della sua serva Il Potente ha fatto in me cose grandi Il suo amore di generazione in generazione Interviene con la forza del suo braccio Abbatte i potenti dai troni Ricolma di beni gli affamati Sostiene Israele suo servo Come aveva promesso ai nostri padri LiturgiaFin dalle origini, le comunità cristiane hanno fatto proprie la parole di Maria: il Magnificat è diventato anche il cantico della Chiesa[15]. Come altri cantici del Vangelo di Luca, il Benedictus che viene cantato nelle lodi mattutine e il Nunc dimittis che viene recitato a compieta, anche questo cantico è stato inserito nel tessuto della tradizione liturgica della Chiesa cattolica fin dall'alto Medioevo. Il Magnificat fa parte anche oggi della Liturgia delle ore, come cantico dei vespri (nelle opere e licenze artistiche del Monteverdi), mentre è pronunciato durante alcuni tempi della liturgia delle ore della Chiesa Ortodossa (v. più avanti). Anche la Chiesa ortodossa utilizza il Magnificat nella celebrazione quotidiana del mattutino, tra l'ottava e la nona ode del canone. Si intercala, però, il seguente inno:
Il Magnificat è contenuto anche nel Libro della preghiera comune della Comunione Anglicana e viene cantato nel servizio serale degli Evensong. Il Magnificat è parte dei cinque salmi mariani. I cinque salmi mariani sono una sequenza di cinque salmi, scelti nel relativo libro biblico, in cui le lettere iniziali della prima parola di antifona (praticamente un titolo) a ciascun salmo formano il nome di Maria in lingua latina[16]:
Si dicono nel mese mariano di Maggio.[17]. Propriamente il Magnificat è un cantico[18], e non un salmo: infatti, è collocato nel Vangelo secondo Luca nel Nuovo Testamento, e non al Libro dei Salmi che appartiene all'Antico. Tuttavia, il Magnificat è letto durante il salmo responsoriale durante la Messa Cattolica in tempo di Avvento[19] e come salmo nella Liturgia delle ore ortodossa (Little Office of the Blessed Virgin Mary[20]), condivide lo stile poetico che riprende testualmente le parole di altri salmi (Salmo 99, Salmo 103, Salmo 126)[21], più in generale il contenuto del Salmo 146[22], ed un'utile via di comprensione di questo genere liturgico[23]. MusicaIl genere salmico già nel Libro dell'Antico Testamento era composto anche nell'ottica del canto e di un possibile accompagnamento polistrumentale. A sua volta, il Magnificat è uno dei componimenti di musica sacra più spesso musicati, a partire dal canto gregoriano per arrivare a Claudio Monteverdi, Francesco Durante, Nicola Fago, Henry Dumont, Marc-Antoine Charpentier, André Campra, Jan Dismas Zelenka, François Giroust, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach (si veda la pagina dedicata)', Nicola Porpora e Franz Liszt (intonato da un coro angelico nell'ultimo movimento, dedicato alla cantica dantesca del Paradiso, della sua Dante-Symphonie), solo rimanendo al repertorio più classico. Il Magnificat è stato musicato anche in chiave moderna da numerosi artisti, tra cui Monsignor Marco Frisina, con la versione latina e una versione italiana, interpretata dal Coro della Diocesi di Roma. Questa versione è stata incisa anche da Mina nell'album Dalla terra del 2000. Inoltre, i compositori Arvo Pärt, John Rutter e Kim André Arnesen hanno scritto un Magnificat rispettivamente nel 1989, 1990 e 2010. Note
Bibliografia
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