Prima nave da ricerca multidisciplinare progettata in Italia, l'Urania è stata consegnata al CNR nell'aprile 1992. Considerata tra le migliori navi da ricerca oceanografica a disposizione della comunità scientifica internazionale,[4] la nave oceanografica Urania veniva impiegata mediamente per oltre 330 giornate operative all'anno.[5] Nei primi 20 anni di attività sono state condotte oltre 300 le campagne oceanografiche.[6]
Nell'aprile 2015, presso il porto di Livorno la nave è stata tagliata a metà in due tronconi per allungarne lo scafo, che è passato da 61 a 67 metri al fine di ospitare altri spazi di ricerca.[7] Il 25 agosto dello stesso anno, mentre la nave Urania si trovava ancora nel bacino di galleggiamento "Mediterraneo" nel porto di Livorno per riparazioni, è avvenuto un incidente sul lavoro che causato la morte di un operaio e il ferimento dei restanti 11 membri dell'equipaggio.[8] L'imbarcazione è rimasta sottoposta a sequestro giudiziario fino al marzo 2017,[9], mentre nel luglio 2018 ne è stata annunciata la demolizione,[10] conclusasi nel successivo mese di settembre.
Nel febbraio 2019, in occasione del terzo congresso dei geologi marini ospitato presso la sede del CNR a Roma, è stato lanciato l'appello per l'acquisizione di una nuova nave oceanografica italiana.[11][12]
Note
^La nave oceanografica Urania, su Consiglio nazionale delle ricerche. URL consultato il 5 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2019).
^Il laboratorio aereo per ricerche ambientali (LARA) è installato a bordo dell'aereo CASA C-212-200 (Matricola I-MAFE) operato dalla Compagnia Generale Ripreseaeree spa
^Grandi strutture, su cnr.it. URL consultato il 5 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2019).