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Nel 1327 l'imperatore Ludovico il Bavaro investì i fratelli Robaldone e Calcino del dominio di Novara, creandoli vicari imperiali[2]. Divennero così signori della città di Novara, della quale rappresentavano il vertice della fazione ghibellina, in opposizione alla fazione guelfa capeggiata dalla famiglia Caccia-Canobio[3]. Erano inoltre signori della contea e del castello di Arona[2].
Di rosso, a due clave d'oro, curvate, affrontate, con il capo d'oro, carico di un'aquila coronata, di nero, linguata di rosso.
Motto: Pro honore, pro patria, pro fide pugnandum - Pro fide, pro patria, pro libertate et honore pugnandum.
^ Emiliana Mongiat, Maria Grazia Porzio e Dorino Tuniz (a cura di), Le terre del Basso Novarese: Borgolavezzaro, Tornaco, Vespolate, Terdobbiate, Nibbiola, Garbagna Novarese, in Le cascine: un patrimonio da recuperare, Volume 1: Indagine sulle strutture agricole di Novara e dell'ovest Ticino, Provincia di Novara, 2003, pp. 268-269, ISBN8889-003-00-6.
Bibliografia
Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol. 3, ISBN non esistente.