È considerato un membro di spicco della celebre scuola musicale del Minas Gerais[1]. Nel 1977 e nell'anno seguente è stato inserito dalla rivista specializzata Melody Maker fra i dieci migliori chitarristi al mondo[2].
Ispirato dal virtuosismo di Wes Montgomery[3], Horta esordì nel campo musicale partecipando con i motivi Maria Madrugada e Nem é Carnaval al II Festival Internacional da Canção Popular (FIC), tenutosi nel 1967. Debuttò in sala di registrazione due anni dopo in un disco di Nivaldo Ornellas[2] e nel 1970 fece parte degli strumentisti che accompagnarono Elis Regina e Tom Jobim nel loro spettacolo Tom & Elis[4]. La sua crescente familiarità con l'ambiente musicale brasiliano fu dovuta alla sua partecipazione al gruppo A Tribo, assieme a Joyce e a Naná Vasconcelos[5], ma soprattutto alla sua presenza, a fianco di Milton Nascimento e Wagner Tiso, al “Clube de Esquina”. Nella prima metà degli anni settanta ebbe occasione di collaborare, sul palco o in sala d'incisione, con una schiera di musicisti brasiliani di prim'ordine: fra di essi, Gal Costa, Nana Caymmi, Edu Lobo, Maria Bethânia, Dori Caymmi, oltre ai già nominati Jobim, Joyce, Elis Regina e Vasconcelos[4].
Nel 2000 fu messo in commercio l’album Quadros modernos e il testo Livrão da Música Brasileira. Nello stesso anno la figlia Luísa si presentò con il suo motivo Amor é pra se amar al Festival da Música Brasileira. Per il quarantesimo anniversario della propria carriera musicale, nel 2011 pubblicò Ton de Minas, un DVD contenente sedici brani suonati da Horta, un’intervista con il musicista e fotografie dell’artista. Dello stesso anno è il CD Duduka da Fonseca Trio plays Toninho Horta, che include Aqui, Oh, Moonstone, Waiting for Antela, Bicycle Ride, Francisca, Aquelas coisas todas, De Ton pra Tom, Luisa e Retrato do gato, tutte composizioni del chitarrista[2].
^abcde(PT) Toninho Horta - Dados Artísticos, su dicionariompb.com.br, Dicionário Cravo Albin da Música Popular Brasileira. URL consultato il 18 agosto 2022.
^ Claudio Sessa, Toninho Horta, jazz dal Brasile, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 18 gennaio 2008. URL consultato il 7 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).