Tito Quinzio Peno Cincinnato
Tito Quinzio Peno Cincinnato, in latino Titus Quinctius Pennus Cincinnatus (Roma, ... – ...; fl. V secolo a.C.), appartenente alla gens Quintia. Era il figlio più giovane di Cincinnato e fratello di Cesone Quinzio e Lucio Quinzio Cincinnato. Primo consolatoFu eletto console la prima volta nel 431 a.C. con Gneo Giulio Mentone. In quel tempo i Volsci e gli Equi attaccarono nuovamente i romani e si accamparono sul Monte Algido. Il senato, temendo il disaccordo tra i due consoli, decise affidare la campagna militare a un dittatore, la cui scelta fu affidata a Peno Cincinnato, che nominò suo genero Aulo Postumio Tuberto che aveva fama di comandante severo e risoluto. Postumio affidò la difesa della città a Gneo Giulio, ed il comando di uno dei due eserciti romani a Peno Cincinnato; così disposti i romani mossero contro i nemici sconfiggendoli sonoramente.[1] Secondo consolatoTito Quinzio Peno Cincinnato divenne console una seconda volta nel 428 a.C. insieme a Aulo Cornelio Cosso[2]. Durante il consolato Roma fu colpità dall'ennesima carestia, cui seguirono casi di pestilenza, che favorì la diffusione di riti superstiziosi in città. «Non soltanto i corpi furono infettati, ma anche le menti suggestionate da riti magici di ogni genere di provenienza per lo più straniera, perché coloro che speculano sugli animi vittime della superstizione, con i loro vaticini riuscivano a introdurre nelle case strane cerimonie sacrificali; finché dello scandalo ormai pubblico non si resero conto le personalità più autorevoli della città, quando videro che in tutti i quartieri e in tutti i tempietti venivano offerti dei sacrifici espiatori, forestieri e insoliti, per implorare la benevolenza degli dèi. Perciò diedero disposizione agli edili di controllare che non si venerassero divinità al di fuori di quelle romane e che i riti fossero soltanto quelli tramandati dai padri.» Infine si registrarono razzie ad opera dei Veienti, a cui si decise di rispondere l'anno successivo. Tribunato consolareNel 426 a.C. fu nominato tribuno consolare con Gaio Furio Pacilo Fuso, Marco Postumio Albino Regillense e Aulo Cornelio Cosso [3], con il compito di condurre la guerra contro Veio. Effettuata la leva, mentre i primi tre conducevano l'esercito in territorio etrusco, Aulo Cornelio Cosso rimaneva a guardia della città. Lo scontro ebbe esito negativo per i romani, soprattutto per l'incapacità dei tre tribuni di coordinare le proprie azioni. A Roma la notizia della sconfitta fu accolta con terrore, tanto che il senato decise di nominare un dittatore, ricorrendo per la terza volta a Mamerco Emilio Mamercino[4]. In qualità di Legatus Cincinnato supportò il dittatore nella vittoria contro Veio e Fidene. Successivamente venne portato in giudizio per il suo cattivo comportamento nei confronti dei Veientani, ma fu assolto per i suoi buoni servizi sotto i dittatori Postumio ed Emilio.[5] Note
Bibliografia
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