Teoria degli usi e gratificazioniLa teoria degli usi e gratificazioni (in inglese Uses and Gratification Theory (UGT)) è una teoria delle scienze della comunicazione nata negli anni sessanta, secondo la quale il pubblico è in grado di condizionare attivamente il contenuto dei mezzi di comunicazione. Le masse fruiscono dei media per soddisfare dei bisogni personali e pertanto sono in grado di influenzare le scelte compiute dai media stessi, invece di subirne passivamente gli effetti.[1] StoriaFino agli anni cinquanta si riteneva che i mezzi di comunicazione fossero in grado di condizionare passivamente le menti degli individui e le istituzioni.[2] Negli anni sessanta questo modello viene messo in dubbio dal sociologo Joseph Klapper, la cui teoria si basava su cinque generalizzazioni:[3][4]
Tra i tanti studiosi che condussero degli studi su questa teoria si può annoverare, soprattutto a partire dagli anni settanta, Elihu Katz. Il sociologo statunitense riteneva che il pubblico avesse un ruolo attivo nell'uso dei mezzi di comunicazione di massa e non fosse affatto da considerare come un soggetto puramente passivo e soggetto agli effetti, come era stato considerato fino ad allora dalla ricerca scientifica. TeoriaLa teoria degli usi e gratificazioni si fonda su 4 pilastri fondamentali[1]:
In questa prospettiva di ricerca si prendono in considerazione gli usi che il pubblico fa dei mezzi di comunicazione per soddisfare determinati bisogni. Al pubblico dei media viene riconosciuto un ruolo attivo e dinamico, gli effetti su di esso sono il risultato di molteplici fattori che prendono in considerazione le interazioni sociali e il contesto in cui si realizza la comunicazione. Radicatosi il funzionalismo nelle scienze sociali, si passa dalla questione "che cosa fanno i media alle persone" a "cosa fanno le persone con i media".[4] I media non sono efficaci a prescindere, non è sufficiente la persuasione, lo diventano nel momento in cui il fruitore attribuisce loro tale efficacia mediante la soddisfazione dei propri bisogni. Si passa a uno studio più attento dei membri dell'audience, in particolare sui bisogni dei singoli e della società che vengono soddisfatti attraverso l'uso dei media. Il binomio uso e gratificazione si risolve in una relazione sinergica e complementare. Il contesto sociale in cui vive il destinatario è importante poiché influenza bisogni specifici e incentiva determinati usi mediali in relazione ad essi. Negli anni settanta Elihu Katz, Michael Gurevitch e Hadassah Haas[5] elaborano cinque classi di bisogni che i soggetti soddisfano attraverso l'uso dei media:
Funzioni semplici e funzioni complesseLa fase dell'“infanzia” della Teoria degli usi e gratificazioni, agli inizi degli anni Quaranta, è stata individuata da Blumer e Katz come quella di approccio iniziale in cui vengono compiuti i primi passi per riuscire ad individuare e descrivere gli orientamenti e atteggiamenti degli individui rispetto a diversi contenuti mediali selezionati. Questi primi studi, più che interessarsi agli effetti dei media e in particolare al rapporto che si attiva tra quest’ultimi e l’individuo, focalizzarono la loro attenzione sull’individuazione della relazione tra le gratificazioni tratte dall’individuo e il contenuto dei media attraverso la ricerca delle svariate motivazioni alla fruizione dei media. Per il consumo dei media e dei bisogni individuali, che vengono di conseguenza soddisfatti, Klapper individua due specifiche tipologie di funzioni:le funzioni semplici e le funzioni complesse. Nelle prime rientrano l’offerta di relax(capacità dei media di offrire occasioni di rilassamento ed evasione), la stimolazione dell’immaginazione(contributo dei media nella costruzione di giochi, fantasie, proiezioni, ecc..), l’interazione sostitutiva(presenza di persone e storie che riempiono il silenzio è che creano una interazione virtuale) e la creazione di un terreno comune per i contatti sociali(comunicazione e interazione fondata sulla condivisione del consumo di un prodotto mediale). Mentre, la distensione emotiva(il bisogno che molti individui hanno di ottenere un alleggerimento delle emozioni) e scuola di vita(capacità di offrire modelli, stili di vita e di comportamento ai quali potersi adeguare) sono funzioni complesse.[6] Note
Bibliografia
|