Telescopio roboticoIl telescopio robotico (o robotizzato) è un telescopio che è in grado di svolgere dei compiti di sorveglianza e individuazione in automatico, senza l'intervento umano. Telescopi robotici famosi sono quelli del LINEAR e NEAT, che hanno scoperto numerose comete e altri corpi minori. Questi telescopi sono stati utilizzati in astronomia in particolare per l'individuazione e la scoperta di planetoidi (ad es. asteroidi), che potrebbero collidere con la Terra. In campo militare, il telescopio robotico viene utilizzato per individuare e sorvegliare i satelliti artificiali. FunzionamentoI telescopi robotici vengono automatizzati tramite un complesso insieme di apparati meccanici ed elettronici, che includono:
Molti telescopi robotici sono di piccole dimensioni (con un obiettivo intorno al metro di diametro o meno). Sebbene gli strumenti dei grandi osservatori possano essere altamente automatizzati, pochi vengono utilizzati senza operatori. StoriaStudi sull'automazione in campo astronomico vennero avviati già nella seconda metà del XX secolo[1] Nel 1985, il libro Microcomputer Control of Telescopes, di Russel M. Genet e Mark Trueblood, fu una pietra miliare negli studi in questo campo. Molti progetti vennero studiati, ma le difficoltà tecniche e complessità per l'epoca ne rendevano difficile la realizzazione. Nel 1993 John Baruch inaugurò il primo telescopio robotico completamente automatizzato e collegato via Web, dall'università di Bradford, nel Regno Unito[2]. Il telescopio aveva un'apertura di 46 cm ed era controllato da un PC 486DX[3] Dal 2006 è attivo in Italia il Virtual Telescope Project, che dispone attualmente di due telescopi completamente robotici, utilizzati sia per la ricerca che per la divulgazione. Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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