Taddeo Alderotti, o Alderotto (Firenze, 1215 – Bologna, 1295), è stato un medico e anatomistaitaliano, considerato il più celebre medico del Medioevo,[1] tanto da meritarsi due citazioni da parte di Dante: nel Paradiso (XII, 83) e, in modo dispregiativo, nel Convivio (I, X, 10: «come fece quelli che transmutò lo latino de l'Etica - ciò fu Taddeo ipocratista - providi»).
Taddeo Alderotti insegnò all'Università di Bologna dal 1260, applicando, durante le sue lezioni di medicina, un innovativo metodo scolastico. Taddeo Alderotti iniziava la lezione con una lectio o expositio di un passo tratto da un testo autorevole (di Ippocrate, Galeno, Avicenna, ecc.). Procedeva poi per quaestiones con riferimento alle quattro cause aristoteliche: causa materiale (la materia della trattazione), causa formale (la sua forma espositiva), causa efficiente (l'autore dell'opera), causa finale (il fine o lo scopo dell'argomento prescelto). A questo punto il maestro formulava una serie di dubia, cui facevano seguito i momenti euristici della disputatio ed, infine, della solutio.